17/09/18

Art. 41bis: "recidere i legami con le loro idee..." - verso la mobilitazione a L’Aquila del 28 settembre per la libertà di Nadia Lioce e di tutte e tutti



Torniamo al CONVEGNO SU 41 bis, organizzato dalla Camera penale di Roma, pubblicando ampi stralci dell'ultimo intervento.
(La trascrizione integrale di tutti gli interventi è scaricabile qui)

Intervento di Caterina Calia (Commissione Carcere della Camera Penale di Roma) - legale di alcuni prigionieri politici rivoluzionari, tra cui Nadia Lioce

"...il 41 bis è simbolo da ogni punto di vista, è il simbolo in cui la mafia ormai è soltanto un pretesto, cioè la mafia è un pretesto per mantenere un presidio della cosiddetta legalità, il caposaldo di cui non si può fare a meno... in cui l'immigrato diventa colpevole, non per quello che ha fatto, ma per quello che è, per il solo fatto di esistere, di essere nato in una parte del mondo meno privilegiata della nostra. E questo modo, appunto, di individuare da un lato i cittadini e dall'altro i nemici, sta trasformando il diritto in un diritto che oserei dire bellico, che non appartiene soltanto a questo Paese naturalmente, ma in tutte le democrazie ormai sta avvenendo, a mio parere, questo!...

...Io assisto alcuni prigionieri politici, i militanti delle cosiddette nuove Brigate rosse, che sono sottoposti al regime del 41 bis dal 2005, quindi da 13 anni ormai. Ebbene io credo che tutti, per quanto obnubilati da tutta la propaganda sulla sicurezza e via dicendo, sappiamo che non c'è nessun fenomeno terrorista in questo Paese, quindi non ci sono organizzazioni combattenti, e tuttavia a queste persone viene applicato il 41 bis!.. Non solo il ministero, ma anche i provvedimenti del tribunale di sorveglianza di Roma danno atto che l'organizzazione Brigate Rosse non esiste più da anni, eppure si dice - quindi quello che viene chiesto a questi tre prigionieri è qualcosa di ancora più sottile - cioè praticamente gli viene chiesto di recidere i legami, non tanto con l'organizzazione di appartenenza, ma con le loro idee! Quindi andiamo a impattare sul diritto di manifestazione del pensiero, il diritto di poter professare le proprie idee, senza per questo essere sottoposti ad un regime
di questo genere e allora vi leggo alcune frasi del decreto quindi faccio parlare il decreto. Intanto dicono: “Va ricordato che le BR in Italia hanno percorso oltre cinquant'anni di storia, riuscendo a sopravvivere più volte alle azioni repressive dello Stato” - quindi non ci possiamo permettere che…allora questi li teniamo come ostaggi, come se questo potesse impedire - ma vanno oltre e dicono: “D’altra parte, nel corso degli anni ci sono state manifestazioni di protesta contro il 41 bis” e quindi questo diventa anche un elemento, “possiamo dire che gli elementi raccolti non lasciano spazio ad una rassicurante prognosi sulla ripresa delle azioni terroristiche, in un panorama complessivo di scontri sociali e di un sempre crescente divario di condizioni di vita e di scarse occasioni di lavoro”
Cioè in pratica non solo vogliono annientare i prigionieri, ma vogliono fermare la storia, pensando che il conflitto nel mondo, o quantomeno in Italia, possa essere azzerato con la misura del 41 bis! Il conflitto non dipende certamente né da quelle misure, né dal fatto che ci siano 3 o 10 o 100 persone sottoposte al regime del 41 bis, ma da dinamiche storiche, sociali, che per fortuna ci hanno portato a questo livello, anche se, mi pare, abbiamo un arretramento sul piano dei diritti, che ci riporta indietro almeno al pre-illuminismo!
Quindi questa è la finalità di politica criminale, espressa direttamente nel decreto di proroga del 41 bis per la prigionia politica.
Queste persone, finché non ci sarà una abiura su quelle che sono le loro idee, non potranno avere la revoca del 41 bis, perché c'è il pericolo che, a causa della disoccupazione, a causa di tutte quelle problematiche che sono alla base dei pacchetti sicurezza e dei pacchetti emergenziali... se non c'è lavoro naturalmente la gente delinque, naturalmente la gente prima o poi si ribellerà - e questi sono ostaggi che dovrebbero garantire che tutto questo non avvenga?...
Io credo che qui siamo di fronte ad una deriva che va fermata, al fatto che il 41 bis è quel simbolo, che viene dato in pasto all'opinione pubblica per dire: voi siete i bravi, tutti i cattivi andranno in 41, quelli cattivi e poveri, anzi, quelli poveri, neanche cattivi poveracci, che però si ubriacano, magari buttano la lattina di birra, mandiamoli a Tor Bella Monaca ma non si permettessero di andare a Campo dei Fiori o a piazza di Spagna! Queste sono le misure che passano!
E al 41 bis c'è un rovesciamento sul sociale di queste misure...
...una norma aperta, di sistema, da cui non si torna indietro e che appunto si sta rovesciando, con tutta una serie di misure, sta permeando sia all'interno il carcere, con condizioni di vita che sono sempre più restrittive, per cui abbiamo carceri nuove, per esempio quello di Uta, a 18 km da Cagliari, che è un carcere di media sicurezza, dove è fatto divieto di camminare nei corridoi. Si può fare la socialità cella a cella, ma non si deve mai stazionare dentro al corridoio del carcere.
Così i libri, sono tre in 41 bis, sono quattro in alta sicurezza. Non c'è una grande differenza di trattamento tra un reparto AS 1 e un reparto di 41 bis, se non la vessazione dei colloqui.
Diceva il magistrato De Vito, che vi ha descritto plasticamente che cos'è il carcere di Bancali: è in un sotterraneo, sono celle che danno in un cortile che prende l'aria dall'alto. Qual è il problema se queste persone stanno aperte dalle otto di mattina alle otto di sera a parlare con altri tre! Che poi ne mettono - non voglio fare battute di bassa lega ma insomma - uno sordo, uno in carrozzina, praticamente al massimo, anche in quelle che non sono aree riservate, spesso e volentieri sono massimo in due a fare la socialità e ovviamente poi abbiamo casi in cui comunque la socialità non la fanno, perché sono solo due, come nel carcere dell'Aquila femminile, dove fanno l’aria a due a due.
Quindi non aree riservate, ma possono fare la socialità in coppia. Ma non è socialità, perché, appunto, è una coppia! Il gruppo è un'altra cosa, dovrebbe essere almeno di quattro persone.
I colloqui: se sono video registrati, con un vetro a tutta altezza, qual è la ragione per cui non possono rimanere le regole comuni di quattro colloqui mensili? Perché non ne possono fare quattro, visto che sono super controllati i colloqui?
Naturalmente non è una proposta questa, perché io credo che il 41 bis sia tortura, soprattutto perché nega i rapporti con le famiglie. E finora, nella nostra esperienza di avvocati, noi abbiamo visto i nostri assistiti spesso morire in carcere dopo 22 - 23 - 24 anni o aver visto morire i propri familiari, senza averli mai potuti abbracciare!
E non parliamo allora di 22 ore, parliamo di 22 anni in cui uno è fuori dalla cella all'aria per una manciata di ore, ancora una volta, quindi parliamo di vite che sono state annientate, che si vuole annientare in ogni loro estrinsecazione, anche nel mangiare.
Se ad esempio da un altro carcere arriva un detenuto senza mangiare (perché il cibo lo passano dalle 17,30 alle 18,30 come in ospedale) e un altro detenuto tenta di mandargli una mozzarella perché il nuovo arrivato non ha nulla da mangiare, scatta la sanzione e capitano quei rapporti al tribunale di sorveglianza, dove si legge “Ha cercato di cooptare qualcuno mandandogli una mozzarella”...

Io credo che dobbiamo ritornare appunto con i piedi per terra e cercare di lavorare perché finisca questa cultura giustizialista, che pervade la società, pervade innanzitutto i magistrati, soprattutto quelli più giovani, che sono cresciuti in quel brodo di coltura, cioè di non coltura, o con quella, appunto, del “cacciatore”, di quel film che non ho mai visto a cui si è fatto riferimento.
Quindi io credo che sia tempo che approfondiamo questi temi, capiamo quali sono i fili comuni e unitari che legano tutte queste misure e, con un coinvolgimento di giuristi, ma anche di filosofi, non so, io credo c’è proprio la necessità di ripensare a un modello di società che non può essere questo, non può essere una contrazione assoluta di diritti, sia a livello sociale, sia in quella discarica sociale che è il carcere in generale, sia, ancora di più, in quel sistema che è il 41 bis e che è tortura, non c'è altra definizione, di cui va chiesta l'abolizione. Noi abbiamo, tra l'altro, le carceri più sicure al mondo, da qua non evade nessuno e non passano le notizie perché c'è la censura! Ci sono tutti i mezzi di controllo, c’è la videoregistrazione per i colloqui quindi perché non possono essere abbracciati i propri cari? Questo sistema non può quindi essere definito altrimenti se non tortura...
...dobbiamo pensare che è un progetto, che naturalmente deve dominare la crisi che incombe, ce lo dicono loro - “la disoccupazione aumenterà, i reati reali aumenteranno, ma noi rispondiamo a tutto questo isolando i cattivi dai buoni”. Però i cattivi diventeranno sempre di più, eventualmente in questa prospettiva, quindi è ora che ci rimbocchiamo le maniche, direi, come hanno fatto altri, magari in quel ventennio di passata memoria, prima che ci ritroviamo in una situazione davvero di emergenza totale.
Non aspettiamo che anche gli avvocati o i magistrati finiscano, appunto, come in Turchia.".

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