Nei
giorni scorsi la Commissione Garanzia Scioperi ha trasmesso una Delibera (di
cui sotto riportiamo le pagine principali) con cui sanziona lo Slai
cobas per il sindacato di classe per aver proclamato lo sciopero delle donne
dell’8 marzo scorso in tutti i settori lavorativi, nessuno escluso, violando,
pertanto - come motiva la CGS - la franchigia elettorale (5gg dopo le elezioni)
che escludeva dallo sciopero alcuni settori.
Le
lavoratrici dello Slai cobas sc e le compagne del Mfpr che hanno sostenuto la
sua decisione, ribadiscono che lo sciopero delle donne dell'8 marzo era di
tutte le lavoratrici.
Questo
sciopero – come è stato detto alla CGS - non era uno sciopero ordinario, doveva
essere fatto per forza nella giornata dell’8 marzo, per il grande significato
di questa giornata in cui in tutto il mondo le donne scendevano in sciopero.
Escludere dei settori lavorativi avrebbe significato porre una discriminazione
verso alcune lavoratrici, mettere in discussione l’unità e l’uguaglianza di
tutte le donne lavoratrici, e non ci potevano essere divisioni tra
lavoratrici/donne con più o meno diritti.
La
CGS, nell'audizione fatta agli inizi di luglio scorso, ha parlato di “civiltà”,
“rispetto dei cittadini”. Ma si esprime un concetto di
"civiltà/rispetto" che di fatto in questo sistema mette all’ultimo
posto la "civiltà" e il "rispetto" per la condizione e i
diritti delle donne.
D'altra
parte queste parole suonano quanto mai oggi altamente vuote e ipocrite, visto
che proprio da quelle elezioni del 4 marzo (che si dovevano
"salvaguardare" impedendo lo sciopero ad alcune lavoratrici) è sorto
il governo fascista/razzista/sessista che ci ritroviamo e che vuole portare la
condizione delle donne ad un moderno medioevo (vedi Pillon).
Noi
dobbiamo rispettare la legge, i regolamenti burocratici (lo sciopero delle
lavoratrici - fatto 4gg dopo le elezioni, tra l'altro in settori a prevalenza
maschile: Vigili del fuoco, trasporto marittimo... non avrebbe affatto messo in
discussione le elezioni), quando loro non rispettano neanche i più elementari
nostri diritti democratici!?
Questa
sanzione della CGS è quindi profondamente ingiusta ed è un grave segnale contro
la lotta delle donne! Per questo la sanzione
non interessa solo chi la sta subendo, interessa tutte noi.
Ma
dobbiamo dire che questa sanzione ha trovato la sua giustificazione (come si
legge nella Delibera) anche dall'atteggiamento degli altri sindacati che
avevano proclamato lo sciopero delle donne dell'8 marzo, ma che hanno subito
hanno accettato - in primis Usb, sindacato con più iscritti -
Questi
sindacati di base hanno ragionato in maniera burocratica; hanno di fatto
considerato il valore dello sciopero delle donne dell’8 marzo alla stregua di
un normale sciopero sindacale; non hanno tenuto conto della volontà della
maggioranza delle lavoratrici, né della confusione, difficoltà che ha creato tra
le lavoratrici, in uno sciopero che sicuramente non è facile.
Noi
pensiamo che di fronte a norme che vogliono limitare i nostri diritti, lo
sciopero, non ci si può limitare sempre e solo alla denuncia. C'è il momento –
e il valore dello sciopero delle donne nella giornata dell'8 marzo era il
momento giusto e necessario – in cui dalla denuncia si deve passare ai fatti,
alla "disobbedienza civile". Altrimenti nella situazione attuale, con
leggi fasciste, razziste, sessiste, illegittime che faranno, le dovremo
rispettare sempre?
Lavoratrici
Slai cobas per il sindacato di classe
MFPR
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