04/12/23

Dopo il 25 novembre continuiamo la battaglia con le studentesse e gli studenti - Iniziativa a Taranto - Riceviamo e pubblichiamo

Lettera aperta ai Dirigenti Scolastici

Dopo la grande mobilitazione del 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza alle donne, che sta portando ad una presa di coscienza della necessità di una risposta collettiva e in ogni campo, a fronte dell'aumento di femminicidi e stupri, ci rivolgiamo a voi per invitarvi ad avviare percorsi di discussione, dibattito, informazione con gli studenti su questo tema e per chiedervi di consentirci nei prossimi giorni di incontrare rappresentanze delle studentesse e studenti, sia per portare una ricca e diretta informazione sulla mobilitazione del 25 novembre - noi abbiamo partecipato alla grande manifestazione di Roma, e siamo da tempo impegnate su questo fronte - sia per discutere insieme su iniziative culturali che vedano protagonisti le studentesse e gli studenti anche a Taranto.

La violenza contro le donne è una ferita delle nostre società. Le donne e le ragazze sono spesso esposte a gravi forme di violenza, tra cui le molestie sessuali, lo stupro, la violenza domestica, che costituiscono una grave violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze.

La violenza contro le donne è un fenomeno molto diffuso. Una donna su cinque ha subìto qualche forma di violenza fisica e/o sessuale dal partner, attuale o precedente, dall’età di 15 anni.

La violenza contro le donne è profondamente radicata nelle diseguali relazioni di potere tra uomini e donne nella società. Inoltre, i pregiudizi, gli stereotipi di genere e le pratiche dannose perpetuano l’idea che le donne siano inferiori agli uomini. Tutto ciò è aggravato per molte donne che subiscono discriminazioni intersezionali sulla base, ad esempio, di razza, di etnia, casta, età, disabilità, identità di genere, orientamento sessuale, religioso, stato civile e/o altre caratteristiche.

E’ una fenomenologia strutturale, e la cultura patriarcale la alimenta e la giustifica. Contro queste convinzioni dannose serve inviare un messaggio chiaro: non ci sono scuse per violenze e abusi!

Bisogna mettere in atto misure preventive per cambiare gli atteggiamenti e smantellare le norme di genere modellate da stereotipi dannosi e modelli culturali discriminatori che possono a loro volta portare gli individui a perdonare o accettare la violenza contro le donne. Creare campagne per l’uguaglianza di genere, educare alle differenze e alla libertà di scelta.

E dove se non nelle scuole può essere positivamente avviata una campagna di formazione ed educazione al consenso, all’affettività, all’autonomia, al reciproco rispetto, alla soluzione non violenta dei conflitti nei rapporti interpersonali, proseguendo con l’educazione sessuale nelle scuole superiori per un cambiamento culturale e sociale?

Di fronte a questo scenario riteniamo che le misure e gli strumenti predisposti dal governo siano finora inefficaci ed insufficienti perché non tendono a prevenire ed abbattere violenze e discriminazioni di genere, predisponendo invece interventi postumi alla violenza già compiuta e spesso anche la denuncia per stalking non sortisce effetto alcuno dal momento in cui ci uccidono lo stesso. Riteniamo che lo stesso piano di "educazione alle relazioni" proposto dai ministri Valditara e Roccella sia carente nella fase storica, politica e culturale che viviamo; il piano ignora la possibilità di attingere competenze da quelle donne che si riconoscono negli spazi femministi e transfemministi, che lavorano nei consultori, nei centri antiviolenza, nelle associazioni di donne e che da anni riflettono e lottano contro la violenza di genere, contro le discriminazioni LGBTQIAPK e si battono per un’educazione sessuo-affettiva che inizi dalla prima infanzia.

Nonostante le linee guida dell’OMS indichino, ormai da tempo, e a partire da constatazioni empiriche, che un’opportuna educazione sessuo-affettiva sia fondamentale nella prevenzione di abusi sessuali, di episodi di violenza e di omotransfobia ma anche nella risoluzione di malattie sessualmente trasmissibili. Nella maggior parte della scuole queste tematiche sono assenti. La scuola continua a separare le emozioni e il benessere psicofisico degli studenti e delle studentesse dagli aspetti cognitivi e conoscitivi.

Ma sempre più da più parti e da diversi gruppi di ragazze, donne emerge da tempo la necessità di dar vita ad un cambiamento sostanziale.

Serve un messaggio forte per proteggere i diritti delle donne e salvare vite

Sicure della vostra attenzione e sensibilità, attendiamo che ci comunichiate una data in cui poterci incontrare.

Antonietta Ricci - Avvocata del Lavoro

Clarisa Francisco - rappresentante della Cooperativa Kratos

Masci Fiorella - operatrice scolastica

4 dicembre 2023

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