31/12/23

Le stesse facce, le stesse divise nere, la stessa vigliaccheria di tanti anni fa


Il 31 dicembre 1987 muore a Torino Cesarina Carletti. Figlia di un operaio anarchico ucciso di botte nel 1940 dai fascisti. Sin da giovanissima fu antifascista, tant'è che rinunciò a prendersi il diploma per non diventare una giovane italiana dell'Opera nazionale balilla e per questo i fascisti le impedirono di continuare gli studi. Durante la guerra entra a far parte della Resistenza. Nell'ottobre 1943 viene arrestata ma riesce a fuggire, ma il 10 dicembre 1943 è ferita in con combattimento a Mezzenile e portata nella Villa Triste di Via Asti; è torturata per 10 dieci giorni dalle SS e dalle Brigate Nere, ma non parla. Condannata a morte, la pena è ridotta alla deportazione ed è trasferita prima nel comando delle SS e poi alle Carceri Nuove; arriva al Campo di concentramento di Ravensbrück il 30 giugno 1944 ed è in seguito trasferita al sottocampo di Schönefeld vicino a Berlino, verrà liberata dall'Armata Rossa. Quando fu liberata, pesava soltanto 35 chili. Dopo essere stata curata alcuni mesi in Unione Sovietica, riuscì in seguito a tornare a Torino. Fu di nuovo arrestata nel 1975 come sospetta brigatista, ma in seguito verrà assolta al termine del processo di Torino. «Con questa sono 21 volte che sono stata in galera. E non mi sarei mai immaginata di ritrovarmi oggi con le stesse imputazioni del tribunale speciale fascista di 33 anni fa, quando ero partigiana; appartenenza a banda armata...» E aggiunse :
«Le stesse facce, le stesse divise nere, la stessa vigliaccheria di tanti anni fa... non è cambiato niente!»

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