Preparato in pochi giorni, in pratica principalmente da donne, boicottato in tanti modi, non ultimo dalla questura, il presidio che si è svolto all'Aquila ieri sera è stato molto bello e determinato. Belli gli striscioni, le parole d'ordine, belli gli interventi, ma soprattutto bella la partecipazione di tanti proletari immigrati, di donne.
Questi i 2 comunicati inviati alla stampa prima e dopo le prescrizioni della questura:
- Mentre qui si respira il clima festoso del Natale, il genocidio in mondovisione in atto nei territori palestinesi da parte dell'esercito israeliano ci ricorda che in questo sistema il Natale è solo la fiera dell'ipocrisia, e in occidente i poveri restano poveri anche se per un giorno verranno sfamati, mentre la Palestina subisce da 75 anni l'occupazione violenta dei propri territori da parte di Israele, e non ci sarà neanche un giorno di pace, perché il primo giorno di pace sarà l'ultimo giorno di occupazione.
Dal 7 ottobre infatti il progetto di pulizia etnica che l'entità coloniale porta avanti si è enormemente intensificato, con oltre 27.137 palestinesi morti e 53.116 feriti per mano israeliana. A pagare il prezzo più alto di questa politica genocida sono ancora le donne e i bambini.
Mentre qui si celebra la natività, a Gaza circa 50mila donne incinte rischiano ogni minuto la vita. Di loro, più di 5mila partoriranno nelle prossime settimane e 180 partoriscono ogni giorno. Queste donne partoriranno per strada e senza cure perché le bombe cadono su ospedali, scuole, sedi Onu, chiese, moschee e università, e nessun posto è sicuro per loro.
Quello che si sta compiendo nei territori palestinesi è un genocidio: si bombarda, si tortura, si uccidono intere comunità, si occupano con la forza territori giá abitati, si espropriano terreni, si violano in continuazione le norme del diritto internazionale.
Non possiamo ignorare quanto lo Stato Italiano e l'Europa siano ad oggi complici dello stato criminale sionista, non condannando e anzi sostenendo con tutti i mezzi un regime che applica in maniera sistemica l’apartheid. Aziende italiane come Leonardo, con sede anche a L'Aquila, utilizzano i conflitti per alimentare l'industria bellica e i profitti, e sono anch’esse responsabili del genocidio per il sostegno bellico all'occupazione israeliana.
Sabato 23 dicembre alle ore 18, ai Quattro Cantoni, scendiamo in piazza ancora una volta per chiedere un cessate il fuoco immediato e permanente, per la fine dell'occupazione e per la liberazione della Palestina.
Terra, vita e libertà per le donne e il popolo palestinese.
- Stamane, 22 dicembre, la Questura ha vietato lo spazio dei Quattro Cantoni per lo svolgimento del presidio statico in solidarietà al popolo palestinese, concedendo invece Piazza Regina Margherita, dalle 18 alle 20:30. Al di là delle motivazioni addotte dalla prescrizione, “... problema per l'eventuale intervento dei mezzi di soccorso a causa dei numerosi lavori pubblici presenti nel centro storico e dei mercatini allestiti per le festività natalizie”, noi sappiamo che i problemi sono altri, e non solo di natura politica, bellica e propagandistica, ma di natura economica. Ai Quattro Cantoni c’è il Carrefour, e sabato scorso, in occasione della passeggiata rumorosa contro la violenza sulle donne è stato fatto anche un intervento in solidarietà con le donne palestinesi ed un’azione di boicottaggio verso il Carrefour, che trae profitto dall’occupazione e viola il diritto internazionale, fornendo tonnellate di cibo e materiali vari all’esercito israeliano, mentre i civili a Gaza, muoiono letteralmente di fame.
Oltre a salvaguardare gli interessi di questa multinazionale francese, il governo della Meloni, che si definisce donna, madre, italiana e cristiana, non ha alcun rispetto per la vita delle donne e dei bambini palestinesi né di quelli migranti, mentre in Palestina la comunità cristiana ha deciso di sospendere i festeggiamenti per Natale come gesto di solidarietà nei confronti della popolazione palestinese sotto assedio dell’esercito israeliano.
Assemblea autoconvocata per la Palestina
Dopo le prescrizioni della questura e presa la Piazza Regina Margherita, alcune di noi si sono recate nel luogo che era stato indicato sia nei volantini precedentemente distribuiti al mercato e alla moschea, sia nelle locandine, per attaccare uno striscione con su scritto il nuovo luogo del presidio, e nel frattempo abbiamo cercato di volantinare, ma siamo state subito attaccate violentemente da uno sbirro in borghese di guardia al Carrefour, che pretendeva di farci credere che volantinando violavamo le prescrizioni, che portando addosso una bandiera palestinese stavamo manifestando e violavamo le prescrizioni. Mentre un altro sbirro in borghese ci filmava e quello identificava l3 compagn3 e i passanti che venivano a portarci la solidarietà e a cercare di farlo ragionare, la compagna del MFPR ha continuato a volantinare per dare a tutt la possibilità di raggiungere il presidio. Dopodiché, tornando nella piazza che ci era stata concessa dalla questura abbiamo potuto volantinare liberamente perché lontane dal Carrefour.
In piazza si sono articolati vari interventi, fra cui quello, molto applaudito, della compagna del MFPR. Gli interventi e gli slogans hanno colpito favorevolmente tutti i passanti. Molti li hanno raccolti e si sono fermati. 2 ragazze sui trampoli in costume natalizio hanno ripreso il grido Free Palestine portandolo fuori della piazza. Un bambino, quando ha visto le bandiere palestinesi ha detto: è la mia bandiera. Gliene ho data una di carta, se l'è messa sul cuore felice ed è andato via di corsa per raggiungere i genitori. Probabilmente quella bandiera è stato il regalo più bello che poteva ricevere da questo Natale.
Durante l'intervento di una studentessa, che ha dato lettura del comunicato dei giovani palestinesi, è stata fatta una performance con le foto dei principali responsabili del genocidio. Foto che alla fine ci hanno scaldato le mani ed il cuore quando le abbiamo bruciate assieme ai nostri fratelli bengalesi e arabi.
Con la Palestina si parla una sola lingua e batte un solo cuore. Il cuore di tutti i proletari e i popoli oppressi. Questo è quello che ho sentito quando mi hanno abbracciata e ringraziata: Questa manifestazione ci voleva, e non è che l'inizio qui a L'Aquila. Questa manifestazione è stata effettivamente di rottura con le precedenti, ed è a questa che dobbiamo guardare per andare avanti.
Da Abruzzo Web: https://abruzzoweb.it/laquila-palestina-libera-sit-in-in-centro-accuse-e-bordate-a-governo-e-aziende-pro-israele/
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