10/12/23

Dall'assemblea a Palermo delle compagne Mfpr sulla grande manifestazione del 25 novembre a Roma


Mercoledì 6 dicembre presso la sede dello Slai Cobas sc di Palermo le compagne del Mfpr con lavoratrici che il 25 novembre sono state a Roma in squadra con altre compagne e lavoratrici hanno fatto un’assemblea sulla grande e importante manifestazione contro la violenza sulle donne, raccontata innanzitutto anche attraverso la proiezione di foto e video… riportiamo parti dell’intervento della compagna Mfpr e di commenti di lavoratrici presenti.

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Dall’intervento
della compagna Mfpr
Siamo contente innanzitutto che come lavoratrici avete accolto l’invito a partecipare a questa assemblea, questa non è una riunione, almeno per quanto riguarda in particolare le lavoratrici precarie in lotta presenti, specificatamente sindacale, ma è una riunione che abbiamo lanciato come Mfpr e che le altre compagne faranno anche nelle altre sedi in questi giorni perché riteniamo importante e necessario restituire, raccontando anche con i video e le foto, che cosa è stata la grandissima manifestazione di Roma del 25 novembre che abbiamo vissuto direttamente, partendo in delegazione dalle città dove siamo presenti e organizzate… diciamo che siamo state una squadra in azione dentro una manifestazione molto importante soprattutto se guardiamo anche alla fase specifica che stiamo vivendo in questo paese, in cui da un lato la questione della violenza contro le donne, dei femminicidi è veramente diventata un'emergenza sociale, una vera e propria guerra, e la mattanza sta continuando dopo il femminicidio di Giulia - in questi giorni altre due donne purtroppo sono state uccise e proprio ieri la notizia di una donna aggredita dal compagno con l’acido qui in Sicilia…, dall’altro perché stiamo vivendo in una fase in cui avanza ogni giorno la reazione in questo paese, che noi chiamiamo moderno fascismo e moderno medioevo che stanno avanzando a tappe forzate, incarnati oggi dal governo Meloni, la frazione più reazionaria della borghesia al potere al servizio sempre più pieno del padroni e del sistema del Capitale.


… La manifestazione di Roma è stata grandissima, enorme, mentre parliamo facciamo scorrere delle foto e dei video per dare l’idea concreta innanzitutto dei numeri, era una fiumana di manifestanti, in prima linea tantissime donne di tutte le età, tantissime le giovani e giovanissime, una presenza che non finiva mai, al concentramento il grande piazzale del Circo Massimo era pienissimo, i numeri comunicati dal movimento di Nudm, promotore della manifestazione, di cinquecentomila corrispondono alla realtà e quando il corteo si è messo in moto lentamente vista la grande massa le persone, le donne, i giovani… erano dappertutto, lungo i lati, sui ponti… insomma non c’era un metro quadrato delle strade vuoto… in effetti questa manifestazione è andata oltre le stesse donne, le diverse soggettività organizzate con Nudm, gli stessi altri collettivi che ci potevano essere in piazza; l’anno scorso quando siamo andate a Roma il 25 novembre eravamo circa 100-150.000 ma quest’anno i numeri si sono più che triplicati ed è stato innanzitutto molto bello ed emozionante vedere e toccare con mano questa folla oceanica unita dalla stessa volontà di manifestare contro la violenza sulle donne, i femminicidi e non solo.
Si sentiva nell’aria che quest’anno la partecipazione sarebbe stata più grande, anche noi nell’assemblea telematica Donne/Lavoratrici fatta prima del 25 novembre avevamo preannunciato questo, quindi seppur non potevamo essere tanto sorprese comunque i numeri reali sono andati ben oltre le aspettative… e se pensiamo anche alle altre manifestazioni che ci sono state in contemporanea in altre città da Messina a Palermo, il giorno prima, a Milano a Torino ecc… i numeri sono ancora più alti.
Perché è successo questo? Me lo hanno chiesto anche lavoratrici sul posto di lavoro dove racconto, informo di quanto accade e quanto facciamo nelle lotte, ma come mai quest’anno si è sentita di più questa questione, Giulia del resto è l’ennesima donna uccisa di un elenco immane che anche quest’anno ha superato le 100 donne - ma come è possibile che con questo femminicidio ci sia stato tutto questo clamore e anche prima del 25 novembre - Possiamo dire che l’exploit è stata la manifestazione di Roma ma nei giorni precedenti ci sono state per esempio tante iniziative di studentesse anche nelle scuole che hanno rotto l’ipocrita minuto di silenzio invocato dall’odioso e reazionario ministro Valditara e non solo… - mentre altri femminicidi o sono addirittura passati sotto silenzio o trattati per esempio dalla stampa borghese anche velocemente con dei brevi trafiletti come meri fatti di cronaca nera?
Se da un lato questa orrenda e tragica storia di Giulia uccisa ha anche prodotto molta spinta emotiva, tutti seguivano attraverso i telegiornali, mass media la narrazione della vicenda della scomparsa, la speranza di ritrovare questi giovani, le varie congetture ecc, impostata dai giornali anche come il thriller/talkshow di turno, dall’altro il terreno della grande indignazione/rabbia a livello di massa è stato anche preparato da ben altro che sul piano ideologico/politico e conseguentemente pratico ha messo in atto per esempio in questo paese il governo oggi al potere, un governo quale quello Meloni la cui azione, abbiamo scritto in uno dei commenti subito dopo la manifestazione di Roma, se da un lato è assolutamente scellerata e nefasta dall'altro ci ha fatto quasi “un favore”… Prima del femminidicio di Giulia Cecchettin c'è stato l’orrendo stupro di branco della ragazza a Palermo, c’è stato lo stupro delle bambine a Caivano, ci sono state tutte le varie esternazioni, dichiarazioni becere e vomitevoli di personaggi impregnati dall’ideologia fascio-sessista di questo governo, dalla stessa Meloni con “le donne che devono avere la testa sulle spalle” per non farsi stuprare, al La Russa di turno che non ha perso tempo a difendere il figlio stupratore, rientrante in quella schiera di “bravi ragazzi” che tanto piacciono a questo governo, istigati invece di fatto dall’alto a stuprare e ad uccidere visto che le ragazze che si ubriacano o camminano mezze nude sarebbero la causa alla fine della fiera del presentarsi dei “lupi” di turno che "inevitabilmente provocati" si presentano contro le loro prede…; per non parlare di un governo come questo in cui ministre oscurantiste come la Roccella insieme alla fascista Meloni in prima linea inneggiano al fatto che le donne servono solo a fare figli in questa società… Si sono poi aggiunti anche altri elementi che hanno dato pure una spinta, le stesse parole della sorella di Giulia, una ragazza ammirevole perché in un momento di dolore estremo ha saputo trasformarlo anche in una denuncia sociale quando ha parlato di Stato patriarcale che non tutela le donne e ha detto di non restare in silenzio come voleva imporre appunto l'odioso ministro della scuola Valditara. Per questo governo fasciosessista non si può trattare affatto di un silenzio di rispetto ma di volere soffocare invece la ribellione e la lotta in primis delle donne, perché questo governo istiga alla violenza contro le donne. Meloni, La Russia, il Salvini che attacca Elena Cecchettin, la Roccella che si permette di criticare e disprezzare “le femministe” scese in piazza il 25 novembre, sono loro i primi istigatori alla violenza contro le donne… il vero "minuto di silenzio" in onore di Giulia e di tutte le donne uccise è stato quello fatto dalla grande piazza di Roma del 25 novembre a cui è seguito in enorme urlo di massa che però ha ribadito per esempio il “Furiose” di uno dei tanti cartelli che vi era in quella piazza… Ma la borghesia reazionaria si è sentita toccata, ma nello stesso tempo mostra anche i suoi lati più deboli, il suo talloni di Achille, su cui si può incidere. E la manifestazione di Roma questo lo ha dimostrato.
L'azione nefasta ideologica e politica del governo arriva purtroppo a livello di massa influenzando negativamente e instillando concezioni da moderno medioevo nei confronti delle donne anche nelle persone di tutti i giorni, nei lavoratori, nei proletari e anche nelle stesse proletarie, vedi l’intervento che abbiamo fatto stamattina ai Canteri Navali tra gli operai e le discussioni che abbiamo avuto con alcuni operai portando un volantino su Roma. Dall’altro lato però il nostro intervento ha creato anche la reazione opposta, seminato un terreno in cui l’indignazione, la rabbia che cova sotto la cenere monta fino a manifestarsi realmente, come è stato a Roma, una manifestazione in cui a differenza dell’anno scorso l'aspetto festoso e danzante è stato molto più secondario, ma che è stata caratterizzata invece dalla rabbia, dalla determinazione, dalla combattività generale e lo si è visto anche dalle azioni concrete che vi sono state in essa… è stata una manifestazione oggettivamente contro il governo Meloni.

Tornate da Roma alcune compagne a caldo hanno fatto dei commenti immediati scrivendo che questa manifestazione è stata molto, sentita, ricca, vivace e che sicuramente ha posto anche elementi di avanzamento nella radicalizzazione della lotta che oggi diventa sempre più necessaria… una manifestazione che ha mostrato, come abbiamo scritto subito dopo nel blog Femminismo rivoluzionario in un post di prima valutazione, “ ...una presa di coscienza collettiva, e ha mostrato nello stesso tempo una verità: che questa possibilità di presa di coscienza – che chiaramente noi vogliamo che sia estesa a tante, tante altre persone, in particolare alle proletarie, ai proletari, alle masse popolari – che questo "moto sociale", può essere frutto solo della lotta, e questo, sabato, si è ulteriormente confermato. Le parole, l'educazione, certo, ma solo se sono interne alla lotta. E' la lotta che trasforma le coscienze, è la lotta che rende pratica un'affermazione: senza la mobilitazione, in questo caso diretta delle donne, di tante donne, non può iniziare a cambiare nulla. Chiaramente è una lotta che per noi deve significare lotta rivoluzionaria, deve significare lotta per rovesciare questo sistema, perché senza rovesciare questo sistema niente effettivamente può cambiare… Ciò che è stata questa manifestazione si capisce anche dalla stampa, dai giornali e dalle televisioni che riportano dichiarazioni di ministri di questo governo. In particolare ci sono state reazioni isteriche da parte soprattutto di Salvini, come gli "sconforti" della ministra Roccella che ha detto che sarebbe stata persa un'occasione. E invece è stata proprio una grande occasione che il 25 si è espressa…

Una manifestazione che ha messo anche sul campo, come dicevamo, delle azioni concrete Contro!
Spesso abbiamo detto nell’analizzare il movimento Nudm, la cui concezione ideologica/politica è essenzialmente quella del femminismo piccolo-borghese con la tendenza, al di là delle parole giuste anche più radicali di alcuni comunicati, vedi alcuni passaggi in un comunicato sul 25 novembre “.. per una trasformazione radicale della nostra società, impregnata di violenza e cultura dello stupro”, a sfociare nel riformismo, che la pratica concreta di questo movimento in diverse occasioni si è rivelata molto meglio delle concezioni/parole, ha mostrato sicuramente una radicalizzazione maggiore e come appunto la lotta può cambiare, in questo senso ci sono state in questa manifestazione delle azioni di lotta importanti, che hanno fatto strillare la borghesia e in particolare alcuni personaggi come Salvini per esempio:

in particolare una di queste è stata la giusta contestazione/sanzione alla sede di Pro-vita
, un vero e proprio movimento politico antiabortista, di estrema destra, più che reazionario e oscurantista la cui violenza contro le donne e la loro libertà di scelta è odiosa e fa ribrezzo in tutti i sensi e che naturalmente va a braccetto con il governo Meloni, per cui le donne valgono solo se in nome del loro “Dio, patria e famiglia” sono riproduttrici e incubatrici di figli, basti pensare per far capire chi sono e che cosa fanno alla campagna ideologica/politica che stanno facendo per fare approvare la legge volta, come in Polonia, a costringere le donne che vogliono abortire ad ascoltare il battito cardiaco del feto per colpevolizzarle e convincerle a non abortire.
Un’azione giusta e più che legittima, la contestazione, che sosteniamo come Mfpr perché, come ha scritto Nudm, “Di scritte sulle serrande non si muore, di aborto insicuro sì”. La polizia in assetto antisommossa non ha perso neanche un minuto a caricare le manifestanti che hanno messo in campo la giusta contestazione, mostrando ancora una volta il suo verso volto violento, quello di servi dei servi del governo, dei movimenti di ultra destra reazionari e fascisti come i Provita, una polizia che non ha alcun scrupolo a manganellare le donne in lotta, quelle stesse donne che dice più che ipocritamente di proteggere contro la violenza…

Un’altra azione è stata quella pre manifestazione di denuncia contro i mass media alla Rai che sono pienamente complici di una narrazione delle donne reazionaria al servizio del governo “Nostro il dolore vostro lo share" uno degli striscioni esposto, così’ azioni di denuncia durante il corteo davanti ad una banca srotolando grandissime strisce per denunciare un sistema fatto di enorme profitto per le banche, multinazionali…

Questa manifestazione inoltra è stata caratterizzata dalla grande solidarietà verso il popolo palestinese e la sua resistenza/lotta, le donne palestinesi contro l’oppressione e il massacro genocida dello Stato di Israele,
tante le bandiere palestinesi, i cartelli, vi era stato prima della manifestazione un giusto comunicato/appello di Nudm sulla questione che noi abbiamo pubblicato nel blog Femminismo rivoluzionario. Noi come Mfpr abbiamo portato dei cartelli specifici che denunciavano anche chiaramente e senza alcuna ambiguità il governo Meloni pienamente complice del genocidio di Israele, abbiamo fatto slogan continui a sostegno della resistenza del popolo palestinese e delle donne palestinesi, uno dei cuori pulsanti della lotta di questo popolo, ripresi anche da altre… anche questo aspetto bello, solidale e forte ha fatto saltare i nervi alla borghesia al potere, che ha strillato dai Salvini alla Roccella che ha definito la manifestazione “troppo ideologica, politica... un’occasione persa” ha detto la ministra delle “impari opportunità e della loro sacra famiglia”, quella che uccide sempre più oggi. E invece NO! Ci dispiace per voi, ma questa manifestazione è stata una grande occasione per la lotta delle donne in questo paese che auspichiamo continui… A Roma la parte dei poliziotti/Digos l’hanno fatta di fatto diversi giornalisti, in particolare dei giornali o televisioni più asserviti al governo e di destra, che hanno attaccato in modo strumentale i nostri cartelli facendo domande tendenziose per criminalizzare di fatto chi apertamente e chiaramente esprimeva la solidarietà alle
donne palestinesi; alcuni li abbiamo letteralmente cacciati avendo la conferma però che oggi non si può affatto e ancor di più restare generici, neutri nei contenuti, nelle denunce ma occorre schierarsi, prendere posizione in senso classista sfidando e lottando contro il governo e tutti i suoi apparati che ci vogliono sempre più reprimere e toglierci ogni spazio cosiddetto democratico, perfino la libertà di parola e di pensiero, una giovane palestinese portavoce del movimento dei giovani palestinesi è stata minacciata da manifestanti di non esporre la bandiera palestinese e aggredita perché lei giustamente non ha tolto la bandiera e ha denunciato con forza l’azione odiosa e criminalizzante dei giornalisti asserviti in un video.
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I Provita fanno parte di quelle frange estreme del cattolicesimo che neanche accettano l'attuale Papa, cioè quindi hanno una visione del mondo che è degna dei talebani… ha sottolineato un giovane militante del Pcl presente all’assemblea

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La nostra azione a Roma – compagna Mfpr
Il grande concentramento al Circo Massimo è stato lungo, circa due ore e mezza, ci sono stati diversi interventi dal camion che poi avrebbe guidato il corteo, ma questo è stato positivo perché noi, per esempio, che eravamo una squadra abbiamo avuto la possibilità nel settore in cui ci siamo posizionate con lo striscione e i cartelli di potere diffondere il foglio/volantino che avevamo portato, di parlare con tante donne, giovani, di fare interventi al megafono e slogan trovandoci in sintonia in quel grande mare di donne, giovani, manifestanti. Striscione e cartelli sono stati molto fotografati e non solo da giornalisti che nel bene e soprattutto nel “male” ci hanno fatto diverse interviste che hanno anche creato vivaci discussioni con giornalisti in particolare quelli dei giornali più reazionari che provocavano vedendo i cartelli netti, chiari e diretti contro il governo Meloni fascista, per le operaie uccise dalla violenza dello sfruttamento e oppressione di questo sistema dei padroni sempre più garantiti da questo governo, contro la oscena richiesta all’unità della Schlein alla Meloni per contrastare la violenza sulle donne. “Non in nostro nome” abbiamo scritto e noi siamo state le uniche a portare questo messaggio a Roma mentre la stessa Schlein era in piazza, cartello che ha fatto molto discutere. Così i cartelli al fianco delle donne palestinesi, le bandiere palestinesi, questa è stata una grande manifestazione che si è schierata in solidarietà del popolo palestinese e delle donne palestinesi, si sono creati capannelli con altre donne, studentesse che invece condividevano e sostenevano, così come gli slogans. Lo striscione oltre alla denuncia voleva dare un’indicazione ben precisa alla piazza, serve oggi la lotta rivoluzionaria perché la nostra vita cambi davvero e le donne, partendo dal cuore più oppresso di esse, le donne proletarie, devono essere parte determinate di questa lotta contro un sistema che non può essere cambiato dal suo interno perche esso si basa sulla doppia oppressione della maggioranza delle donne ma solo rovesciato… serve un movimento femminista proletario rivoluzionario che va inteso anche come una concezione, un’azione politica, una pratica che le donne devono impugnare, organizzandosi in tal senso…

La nostra azione è continuata anche lungo il corteo fino a Piazza San Giovanni dove abbiamo affisso locandine, adesivi e continuato a diffondere i fogli/volantini.
…Nudm scrive di rivoltare il sistema, di distruggere il patriarcato, di cambiare tutto, ma di fatto restando però all'interno di questo sistema quando, appunto, sfocia nella riforma delle scuole, nell'educazione transfemminista, nel cambiamento della cultura ma sempre dentro questo sistema capitalistico e imperialista. Ok l'educazione, ok la la cultura, certo le parole ci vogliono, sono tutte cose importanti ma all'interno di questo sistema, oggettivamente non può esservi vero e reale cambiamento, anche se le battaglie immediate e quotidiane vanno fatte contro la scuola dei padroni improntata su una logica maschilista e di sopraffazione, vedi la scuola sempre più in funzione della guerra per esempio, o la scuola dei presidi che molestano le studentesse o dei bidelli che "non molestano" se la palpazione del culo di una studentessa dura di meno di 10 secondi, o dell’alternanza scuola-lavoro delle studentesse costrette a fare messaggi erotici in un centro estetico. Ma queste lotte giuste devono essere inserite in un’ottica più ampia che deve mettere al centro la lotta più ampia contro l’intero sistema da cui emana la violenza contro le donne in ogni ambito, se non si arriva alla radice da sradicare è come se da un albero marcio tagli solo alcuni rami malati ma resta sempre la radice marcia… E' questo il messaggio che abbiamo portato a Roma e che portiamo oggi attraverso anche l’esperienza di Roma a voi lavoratrici, compagne.
Abbiamo scritto nei commenti dopo la manifestazione che “Roma dimostra che c'è sicuramente un avanzamento di una coscienza collettiva, chiaramente soprattutto sul problema femminicidio e stupri, non ancora su altre questioni, sugli attacchi generali alle condizioni delle donne: lavoro, salario, condizioni di vita, scarico sulle donne dei costi sociali, discriminazioni, violenza quotidiana, ecc. Su questo ancora non ci siamo, ma su femminicidi e stupri c'è questa coscienza, chiamiamola spontanea. E noi comuniste siamo quelle che raccolgono, sono in sintonia con questa coscienza spontanea, ma non per "accompagnarla", ma per portare, classicamente, "dall'esterno" la coscienza effettiva, la coscienza della necessità della rivoluzione. Quindi il nostro compito è innanzitutto e sempre più questo. Dobbiamo creare una "polarizzazione" col femminismo piccolo borghese, questo serve; non tanto che noi possiamo competere con i numeri, questo non potrà mai avvenire, ma non deve avvenire perché vorrebbe dire che noi stiamo diventando come il femminismo, certo più radicale, ma sempre piccolo borghese. Noi dobbiamo essere e porre la necessità di una coscienza organizzata in questo vasto movimento, influenzare settori di Non una di meno… Rispetto a Non una di meno, la nostra posizione di "un piede dentro e un piede fuori", significa che quando dicono o fanno una cosa giusta, noi diciamo che hanno fatto una cosa giusta, quando invece dicono o scrivono cose sbagliate, noi le critichiamo apertamente, tempestivamente, perché anche la tempestività è importante... e le lavoratrici che lottano devono comprendere il ruolo che devono avere in questo movimento, devono comprendere che devono esserci…”
Voi lavoratrici, le lavoratrici oppresse e doppiamente sfruttate hanno la necessità di guardare oltre la stessa lotta sindacale, seppur necessaria, se e quando lottano, di dovere assumere le istanze femministe nell’ottica di quel allargare la visuale volta ad una lotta più generale contro questo sistema “se la nostra vita deve davvero cambiare” , che non può che essere la lotta rivoluzionaria. Quando scendiamo in piazza contro la violenza sulle donne, contro i femminicidi, al fianco delle donne palestinesi che stanno subendo una immane violenza… come voi avete fatto in questi mesi partendo anche dalla stessa condizione che viviamo sui posti di lavoro. Allarghiamo la visuale e prendiamo coscienza della necessità di dovere allargare la visuale della lotta. Questa manifestazione di Roma, cosa ha significato, il messaggio di essa, dobbiamo portarlo ad altre donne, lavoratrici nei posti di lavoro a cominciare da quelli in cui siamo… mettendo in campo delle azioni concrete di denuncia e di lotta mentre auspichiamo che il movimento delle donne tenga e continui la mobilitazione e lotta e in cui come lavoratrici dobbiamo portare la nostra presenza…
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Lavoratrice scuola Cobas Confederazione
Volevo fare una domanda, ci ho pensato in questi giorni. Il grande spazio che è stato dato in televisione per quello che è successo, certamente ha consentito che questa rabbia in qualche modo venisse anche fuori, ma pensi che l’abbiano fatto anche per coprire altre notizie?

Compagna Mfpr
Potrebbe per certi versi essere come dici. È chiaro che la televisione che è in mano al governo e sicuramente l’informazione non è fatta per fare realmente gli interessi reali delle donne, vedi la campagna pre 25 della Meloni per portare un certo tipo di messaggio che questo governo deve dare sulla concezione delle donne. Una tendenza dei mass media in generale borghesi è sempre quella di utilizzare comunque queste storie, purtroppo tragiche dei femminicidi, per fare più share, più profitto, ci si buttano a pesce, in modo accanito, morboso, dall'altro c’è anche l’aspetto di distrarre a livello di massa da altri problemi sociali come dici, ma ancora c’è anche l’aspetto, e questo si è visto anche a Roma del piano del governo di soffocare la lotta e anche di reprimere e criminalizzare chi si vuole ribellare, chi vuole lottare e chi vuole rispondere diversamente, perché invece la narrazione della violenza sulle donne o dei femmincidi dovrebbe rimanere nell'ambito delle sole lacrime, nell'ambito del dolore, nell'ambito del silenzio o al massimo delle fiaccolate per farci restare tutte belle, buone e zitte. Ma la grandezza e forza della manifestazione di Roma ha sollevato invece un grande grido che ha mandato al mittente il silenzio che vuole il governo, la chiarezza delle parole d’ordine per esempio portate da noi che eravamo una squadra, quasi invisibile in quella massa, ci ha reso più che visibili, siamo andate su quasi tutti i giornali alla stessa stregua di Nudm, i giornalisti anche criminalizzando non hanno potuto esimersi di parlarne. Si è suscitata una reazione del nemico, governo, giornali borghesi asserviti - vuole dire che si è fatto bene, perché questo governo avrebbe voluto normalizzare pure questa manifestazione, cioè questa manifestazione doveva essere la passeggiata di tante donne che erano lì si a dire contro la violenza, contro i femminicidi ma in una passeggiata pacifica e totalmente innocua… vediamo tutti i tioli dei giornali che il giorno dopo hanno strillato alle femministe pericolose che hanno insultato il governo e contro Israele…
… Roma è una manifestazione che ci deve dare speranza, è stata un bagliore importante che conferma il sentiero che le donne possono e devono percorrere per essere parte determinante di un vero processo di cambiamento sociale reale

Lavoratrice precaria
Ma sulla questione educazione, ne parlano tutti?

Compagna Mfpr
La scuola attuale inserita in questo sistema dovrebbe educare alla convivenza civile, alla parità dei sessi, all'educazione sentimentale...? Ma se è una scuola essenzialmente basata su “valori” quali lo sfruttamento, la guerra, che educazione può dare? Che scuola è la scuola dove un preside si chiama le studentesse dentro la presidenza come è successo a Catania per molestarle, o quella dei bidelli come dicevamo prima assolti perché i secondi di palpazione della studentessa sono pochi, o la scuola dove sempre più entra l’esercito, ad “insegnare” agli studenti come prepararsi alla guerra, quella stessa guerra in cui vengono uccisi bambini, stuprate e uccise le donne ecc.
In questi giorni dopo Roma come attiviste anche noi stiamo scrivendo delle lettere ai presidi nelle scuole, già lo hanno fatto a Taranto, per chiedere di farci fare delle assemblee per raccontare alle studentesse/studenti quello che è stato Roma, che cosa ha significato Roma eccetera. Quindi non è che noi viviamo al di fuori del mondo, siamo in questa società e organizziamo lotte necessarie anche nel campo della scuola ma lo facciamo sgombrando però il campo da illusioni riformiste. Anche la scuola in questa società rientra in quella sovrastruttura che ha alla base una struttura economica che è quella capitalistica. Questo non vuol dire che le lotte quotidiane non si facciano, le precarie delle Coop Sociali a Palermo sono l’esempio vivente delle lotte necessarie sindacali che si fanno e si devono fare per difendere il lavoro, ma stanno vedendo sulla loro pelle che non basta, che i padroni si riprendono tutto, a fronte anche della debolezza della classe operaia e lavoratrice, non autonoma e organizzata oggi sul piano politico con un proprio partito che ne faccia realmente gli interessi di classe in senso rivoluzionario. Le parole ci vogliono ma oggi una lavoratrice fa un salto di qualità se oltre a dire genericamente 'No alla violenza sulle donne' dice innanzitutto e agisce, perchè come lavoratrici dobbiamo lottare come contro il governo, contro i padroni che uccidono gli operai e le operaie, contro questo sistema… non è più il momento di poter restare neutri, di poter restare generici o dire le belle frasette che direbbe pure la Meloni. Dobbiamo essere più nette, più chiare, dire le cose come stanno, non avere paura di questo, perché possibilmente c'è anche paura di essere represse. Noi a Roma potevamo essere anche nuovamente denunciate per offesa alla Presidente del Consiglio, però, era necessario portare quelle parole, e l'abbiamo fatto, ma anche la manifestazione in generale ha significato un passo in avanti della radicalizzazione con la solidarietà alla Palestina, con l'azione contro Provita…


Lavoratrice precaria 1
Sono entusiasta, del racconto, di quanto ho visto e sentito sulla manifestazione dove avrei voluto essere ma per i doppi lavori che faccio non sono riuscita a liberarmi, ma penso che è giusto che proviamo a trovarci le occasioni per fare qualcosa. Andiamo avanti ora, dobbiamo andare avanti anche partendo dal quotidiano. Il 25 è stato grande ma ora ci sono tutti i giorni e ribattere sulla violenza è più che necessario.

Lavoratrice precaria 2
È grave la situazione in cui siamo e in cui ci troviamo come donne, non può essere solo il 25, è chiaro che abbiamo mille problemi, siamo precarie, abbiamo famiglie, ma la situazione è davvero grave. Questa manifestazione con tantissime donne è stata bella da vedersi e comunque incoraggia.

Lavoratrice 3
Bellissimo incontro, è giusto averlo fatto. Perché si lotti su tutto, giorno per giorno, come fare? Chi nelle scuole, chi nei posti di lavoro, dipende insomma nell'ambito in cui siamo, in famiglia iniziamo a raccontare, a riportare quanto abbiamo sentito e capito, perché altre lavoratrici, donne neanche sanno; e poi bisogna lottare perché è dura, non è facile, siamo anche stanche a volte della condizione che viviamo, ci tolgono pure la forza fisica e mentale, ci sfiancano. Ai tempi del fascismo le donne non valevano nulla e se si riunivano anche per strada venivano arrestate, oggi è come se non dovessimo valere nulla per questo governo. Dobbiamo trovare la forza nonostante i problemi e reagire.

Lavoratrice 4
Sono veramente orgogliosa, è come se a Roma ci fossi stata anche io, era andata la compagna di mio figlio, le ho girato le foto e i video che avete mandato e lei ha detto bravissime! e così è. Andiamo avanti, e iniziamo a pensare all’8 marzo

Lavoratrice 5
Sono stata a Roma con le compagne Mfpr, è stata un’esperienza faticosa ma bella e istruttiva, ho diffuso i fogli e ho avuto modo di parlare con diverse donne che in generale hanno condiviso quanto dicevo in particolare sul governo, bella l’esperienza con le altre compagne. Ora la mia domanda è, e dopo tutto questo che succede? La manifestazione di Roma ci permette di dare determinati messaggi ma la speranza è come si è detto che non ci si fermi qui.

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