18/03/20

Sei donna. E sei nata in un altro paese. Il Governo (di Confindustria) fa un decreto che pretenderebbe di contenere misure di sicurezza sociale rispetto alla crisi. E si "dimenticano" di te, anzi, ti escludono esplicitamente

Due milioni di colf e badanti a rischio. Dimenticate dal decreto "Cura Italia"Per loro, come per le baby sitter, niente cassa integrazione in deroga. E neanche congedi parentali. Cresce il rischio di licenziamenti

ROMA - Cosa ne sarà di 2 milioni tra colf, badanti e babysitter? Uno zoccolo del welfare italiano, ora a rischio come tutti per la crisi sanitaria. Meno protetto di altri e in parte trascurato dal "decreto marzo" appena varato. La cassa integrazione in deroga, reintrodotta e rafforzata, non si estende a questi lavoratori (per il 90% donne e per due terzi stranieri). Un'esclusione esplicita: articolo 22 comma 2.

Le scelte possibili delle famiglie:
 
Chi ha un contratto in regola da convivente (si stima siano il 36% del totale) non avrà il problema degli spostamenti, ma dovrà limitarsi a uscire solo per necessità, rinunciando ad esempio alle 24 ore libere la domenica, da sospendere in questa fase per rispettare le regole del lockdown.

Per il resto, per esigenze del datore si può decidere una sospensione per un determinato periodo di tempo, fermo restando il pagamento della retribuzione. Oppure le associazioni di categoria consigliano di ricorrere alle ferie maturate e ai permessi retribuiti. Se è il lavoratore a richiederlo, o c’è comunque accordo, è possibile anche concedere una sospensione del rapporto durante la quale utilizzare i permessi non retribuiti (una specie di aspettativa), ma bisogna tutelarsi siglando una scrittura privata vincolata a un periodo di tempo (anche sei mesi, non ci sono limitazioni), seppur prorogabile. «Bisogna avere senso di responsabilità - aggiunge Gasparrini - e continuare, finché possibile, a pagare il lavoratore. È una categoria debole, che ha bisogno di soldi».

Un’altra via è la riduzione dell’orario di lavoro: «Il lavoro domestico non prevede il part time - precisa Zini di Assindatcolf - ma non c’è nemmeno l’obbligo del rispetto dell’orario di lavoro concordato: per una ventina di giorni si possono segnare meno o più ore, senza effettuare variazioni del contratto».

Se non si riesce a raggiungere un accordo, infine, l’alternativa è quella di interrompere il rapporto di lavoro per giusta causa, con il licenziamento o le dimissioni a seconda che a interrompere sia il datore o il lavoratore: «Il contratto di lavoro domestico garantisce una flessibilità che oggi può essere sfruttata, permettendo alla colf o alla badante di richiedere la Naspi», conclude Gasparrini.

Le misure del Governo
Per dare sostegno alle famiglie che si trovano ad affrontare queste problematiche il Governo innanzitutto ha previsto la sospensione dei termini relativi ai versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali, dando la possibilità di effettuarli entro il 10 giugno 2020 (anche mediante rateizzazione) invece che entro il 10 aprile. Inoltre, è prevista la “riattivazione” dei voucher babysitter (fino a 600 euro mensili, tramite libretto famiglia) alternativi al congedo parentale straordinario per chi ha figli. Una soluzione che, però, non accontenta i rappresentanti della categoria: ora che i genitori non lavorano o fanno smart working la misura rischia di essere inefficace. Diversa è la necessità di cura degli anziani (anche nelle case di riposo, chiuse alle visite). Per questo il Governo sta lavorando per dare alle pubbliche amministrazioni la possibilità di fornire prestazioni individuali domiciliari: servizi comunali di assistenza potenziati, insomma, che potrebbero essere erogati in emergenza, anche in deroga alle precedenti clausole contrattuali degli appalti in essere.

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