02/03/20

La lotta delle lavoratrici alla Piaggio va conosciuta e sostenuta, in particolare in occasione dell'8/9 marzo

E' una vertenza dura che 40 lavoratrici stanno portando avanti contro il colosso oramai multinazionale Piaggio.

Sono quasi venti giorni che al freddo, col vento forte, senza bagno, occupano(1) a decine di metri di altezza il tetto del Palazzo Blu, confinante con la Piaggio di Pontedera. Da maggio scorso fanno i conti con l'opportunismo della direzione aziendale, che con la scusa di voler applicare alla lettera il decreto dignità, impone a questo gruppo di lavoratrici di rimanere a casa dopo quindici anni di contratti a tempo determinato. Invece di assumerle in modo indeterminato, Piaggio preferisce scaricare, dopo averle spremuto sulle linee di montaggio, questa forza lavoro femminile, senza neanche rispettare le procedure di stabilizzazione previste dal contratto integrativo del 2009, che dopo 1080 giornate lavorative dava diritto al tempo indeterminato con part-time verticale. A fronte di
decine di milioni di euro di utili anche questo anno, chi comanda ha la necessità di tentare di infrangere qualsiasi possibile rigidità della parte lavoratrice. Non a caso, al posto di questa forza lavoro in esubero, sono stati ripetutamente assunti nuovi contrattisti tramite agenzie interinali, per lo più giovani neodiplomati, da reinvestire di nuove promesse di continuità lavorativa ai fini di estorcere la massima produttività sulle catene di montaggio.
Questo piano padronale di durezza contro la parte operaia si collega anche alle enormi contraddizioni scoppiate tra gli iscritti e maggioranza di delegati di fabbrica da una parte e le varie burocrazie sindacali della Fiom stessa, da Landini in giù, circa l'accordo sulla recente firma del nuovo contratto integrativo(2), che prevede sabati lavorativi in cambio di...niente!
La necessità di riformare una disciplina interna neocorporativa all'insegna di flessibilità e “sforzo” produce uno scontro evidente, sia all'interno delle centrali sindacali, con la defezione di poco meno di 100 tesserati Fiom dal loro sindacato(3), complice di non aver sostenuto i delegati più combattivi né di opporsi seriamente alle politiche aziendali, sia nei confronti delle precarie sostenute e organizzate da USB, fatte fuori dall'azienda..
Da più di quindici giorni sono salite gazebo e tende alla mano, sul tetto a grande altezza da terra, dell'enorme edificio denominato “palazzo Blu” che ospita un centro direzionale e confina con gli stabilimenti Piaggio. Un'azione di denuncia delle violente condizioni di impoverimento causato direttamente dall'avidità di Piaggio, che sta scuotendo i media e la cittadinanza circa l'assenza di qualsivoglia tutela dentro le grandi corporazioni presenti sul territorio, interessati solo a prendere forza lavoro nei momenti di alta produttività, senza alcun riguardo per le condizioni e le necessità di chi vi lavora. Questa azione proseguirà ad oltranza fino all'ottenimento di un contratto a tempo indeterminato, e la determinazione di queste donne sta bucando l'iniziale chiusura da parte padronale, sia a livello mediatico che sociale. Le istituzioni, dalla regione al governo, hanno incontrato delle delegazioni operaie ma ad oggi non hanno ancora impegnato seriamente Piaggio, un'azienda che tra l'altro beneficia periodicamente di accordi con INPS e Stato su cassa integrazione e accordi di solidarietà nonostante gli ingenti profitti accumulati.
 da infoaut

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