Apprendiamo
in questo momento che oggi un’infermiera, Daniela Trezzi, 34 anni,
assegnata al reparto di terapia intensiva dell’ospedale San Gerardo
di Monza, una delle tante trincee COVID-19, si sia suicidata.
All’estremo
gesto, come sottolineano i suoi colleghi, ha pesantemente contribuito
lo stress lavoro correlato vissuto soprattutto in quest’ultimo
periodo.
Si
tratta della seconda vittima nel giro di una settimana, causata da
condizioni di lavoro massacranti e dalla paura di potersi ammalare,
grazie alla mancanza di idonei DPI e di strutture inadeguate.
Infatti, già lo scorso 18 marzo un’infermiera di 49 anni, in
servizio presso il reparto COVID-19 nell’ospedale di Jesolo (Ve),
si è suicidata gettandosi nel Piave.
Queste
morti annunciate, così come quelle di tutte le persone decedute per
il coronavirus (grazie ad un sistema sanitario allo sfascio, causato
dai continui tagli, in nome del risparmio e del profitto) e che
hanno sofferto e se ne sono andate senza potere avere neppure il
conforto dei propri cari, avvolti inoltre in sacchi di plastica, come
carne da macello, messe in bare trasportate di notte sui tir per
essere cremate, all’insaputa dei propri familiari, manco si
trattasse di peste; tutto questo orrore non lo dimenticheremo mai,
anche se “la nottata” prima o poi passerà.
PER
LE LAVORATRICI, I LAVORATORI E I PROLETARI UCCISI NON BASTA IL LUTTO,
PAGHERETE CARO, PAGHERETE TUTTO!
Lavoratrici
SLAI COBAS sc ed MFPR -Policlinico Palermo 24.03.2020
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