Alcuni di questi sindacati di base hanno comunicato la revoca dello
sciopero solo qualche ora dopo la nota del 28/3 della CGS... quasi non
aspettassero altro...
Non hanno fatto neanche un tentativo - come invece tuttora stanno facendo Slai cobas per il sindacato di classe e Usi (di cui sotto riportiamo in altro post dei passi della contestazione del divieto) - per respingere questo indicazione/divieto illegittimo che attacca il diritto di sciopero.
Pierpaolo Leonardi
p.Confederazione USB
Non hanno fatto neanche un tentativo - come invece tuttora stanno facendo Slai cobas per il sindacato di classe e Usi (di cui sotto riportiamo in altro post dei passi della contestazione del divieto) - per respingere questo indicazione/divieto illegittimo che attacca il diritto di sciopero.
Ci si para dietro la difesa delle "lavoratrici e lavoratori dalle già minacciate sanzioni", ma in realtà ci si para solo sè stessi (perchè è all'OS che arrivano le sanzioni eventualmente).
In questo modo si permette alla CGS, al governo, ai Ministeri di usare, iper amplificando, una seria emergenza sanitaria (per cui il governo sta facendo molto poco, anche verso le lavoratrici e lavoratori, in particolare quelli attualmente ipersfruttati della sanità) per creare "terrorismo", un pericoloso precedente di attacco al diritto di sciopero e alla condizione delle donne - che anche quest'anno muoiono più di femminicidi, sfruttamento e infortuni sul lavoro, di stress e malattie per tutto il lavoro domestico, di cura scaricato sempre più su di loro che di coronavirus.
L'Usb e gli altri sindacati di base non contrastano e lasciano bellamente andare avanti questa scellerata operazione del governo di sfruttare un grave problema sanitario (creato dallo stesso sistema capitalista/imperialista) per imporre ipercontrolli, uso/abuso delle forze dell'ordine, desertificare le città, per dire: "tutti in casa" (proprio quello che le donne non vogliono, perchè significa oppressione, fatica, dipendenza e a volte morte), ecc; una situazione che rischia di peggiorare anche in futuro la nostra condizione e quella in generale delle masse popolari.
Occorreva e occorre una disobbedienza civile!
Se non fanno questo i sindacati di base a fronte di aperte violazioni
dei diritti sindacali e di sciopero, si comportano come i sindacati
confederali che piegandosi alle "ragioni del sistema" sono diventati
loro parte del "sistema".
Anche Nonunadimeno nazionale, si è subito adeguata al divieto di sciopero. Non
ha voluto rappresentare la necessaria alterità del movimento delle
donne che rompe i divieti. Le piazze e lo "sciopero" del lavoro
riproduttivo non possono chiaramente sostituire la sfida, la rottura,
l'impatto che ha lo sciopero sui posti di lavoro. può bastare al
femminismo piccolo borghese, ma non al movimento delle donne proletarie
che sono la maggioranza.
I COMUNICATI
L’Unione Sindacale di Base ha revocato lo sciopero generale nazionale indetto per lunedì 9 marzo, in occasione della giornata mondiale delle donne. La decisione - che fa seguito all’indicazione immediata in cui il 28 febbraio la Commissione di garanzia segnalava presunte violazioni delle regole in numerosi settori lavorativi - è stata presa da USB unicamente allo scopo di preservare lavoratrici e lavoratori dalle già minacciate sanzioni. USB denuncia il clima di irreggimentazione in atto nel Paese, cui la Commissione di garanzia si è adeguata con il pretesto dell’emergenza coronavirus, e ritiene ormai indispensabile un intervento legislativo per ripristinare il diritto di sciopero in Italia.
NONUNADIMENO - VIETATO LO SCIOPERO DEL 9 MARZO PER L’EMERGENZA CORONAVIRUS!
La Commissione di Garanzia vieta lo sciopero femminista del 9 marzo. L’8
e il 9 marzo lo strumento dello sciopero ci viene sottratto ma,
nonostante l’impossibilità di astensione dal lavoro salariato, non
rinunceremo affatto a occupare le strade e le piazze in tutte le forme
che saranno possibili, in comunicazione transnazionale con ogni lotta
femminista, con tutta la fantasia e la moltiplicazione di pratiche e
linguaggi di cui siamo capaci
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