31/12/23
'FORMIAMO UN CONTINGENTE CHE VA IN PALESTINA'. DALLA PIAZZA DI MILANO UNA PAROLA D'ORDINE DA PORTARE IN TUTTE LE PIAZZE!
Questo importante messaggio, è stato lanciato al corteo di sabato 23 dicembre a Milano, (per problemi tecnici del primo intervento abbiamo solo l'audio) e saltutato calorosamente dalla manifestazione.
UNA PAROLA D'ORDINE DA PORTARE IN TUTTE LE PIAZZE!
La compagna Anna Gaudiano ci ha lasciato. Il 2 gennaio al pantheon della Certosa di Bologna le daremo l'ultimo saluto
Le stesse facce, le stesse divise nere, la stessa vigliaccheria di tanti anni fa
Il 31 dicembre 1987 muore a Torino Cesarina Carletti. Figlia di un operaio anarchico ucciso di botte nel 1940 dai fascisti. Sin da giovanissima fu antifascista, tant'è che rinunciò a prendersi il diploma per non diventare una giovane italiana dell'Opera nazionale balilla e per questo i fascisti le impedirono di continuare gli studi. Durante la guerra entra a far parte della Resistenza. Nell'ottobre 1943 viene arrestata ma riesce a fuggire, ma il 10 dicembre 1943 è ferita in con combattimento a Mezzenile e portata nella Villa Triste di Via Asti; è torturata per 10 dieci giorni dalle SS e dalle Brigate Nere, ma non parla. Condannata a morte, la pena è ridotta alla deportazione ed è trasferita prima nel comando delle SS e poi alle Carceri Nuove; arriva al Campo di concentramento di Ravensbrück il 30 giugno 1944 ed è in seguito trasferita al sottocampo di Schönefeld vicino a Berlino, verrà liberata dall'Armata Rossa. Quando fu liberata, pesava soltanto 35 chili. Dopo essere stata curata alcuni mesi in Unione Sovietica, riuscì in seguito a tornare a Torino. Fu di nuovo arrestata nel 1975 come sospetta brigatista, ma in seguito verrà assolta al termine del processo di Torino. «Con questa sono 21 volte che sono stata in galera. E non mi sarei mai immaginata di ritrovarmi oggi con le stesse imputazioni del tribunale speciale fascista di 33 anni fa, quando ero partigiana; appartenenza a banda armata...» E aggiunse :
29/12/23
Con la Resistenza del popolo palestinese in tutte le forme: presidio itinerante a Milano
Le compagne del Mfpr di Milano oggi hanno animato un presidio itinerante al mercato settimanale in zona via Padova portando uno striscione "Al fianco della resistenza del popolo palestinese Sabato 30 dicembre ore 15 corteo da piazza XXIV Maggio"
Libertà per Khalida Jarrar, compagna palestinese, femminista e ricercatrice, nuovamente arrestata dall’occupazione israeliana con altri membri dell’FPLP
Gli occupanti israeliani hanno arrestato nuovamente – senza alcuna accusa, come capita a migliaia di palestinesi – la parlamentare, compagna e femminista palestinese Khalida Jarrar.
La Jarrar è stata rapita, nella notte tra il 25 e il 26 dicembre, dalla sua abitazione a Ramallah – in Cisgiordania – e portata in carcere, assieme ad altri compagni e compagne del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, principale forza politica della sinistra marxista palestinese.
Il 27 dicembre la Jarrar – ricercatrice all’Università di Birzeit – avrebbe dovuto partecipare a un panel dedicato proprio ai prigionieri politici, organizzato dall’Arab Studies Institute di Washington e Beirut e dal titolo “Prisons and incarceration in a time of genocide” (prigioni e incarcerazione in tempi di genocidio).
Khalida Jarrar – eletta membro del Consiglio legislativo nelle ultime elezioni parlamentari che in Palestina risalgono ormai al 2006 – è stata arrestata almeno quattro volte negli scorsi anni, sempre senza alcuna accusa specifica, se non il fatto di essere una militante politica della sinistra palestinese, quella dell’FPLP, organizzazione politica che Israele (e quindi a ruota Ue e Usa) bollano come “terroristica”.
L’ultima volta nel 2019, con due anni di carcere preventivo per “attività che mettono a repentaglio la sicurezza” (questa la giustificazione di Tel Aviv) prima del rilascio, nel 2021. In quell’ultima detenzione le fu impedito di partecipare al funerale della figlia, Suha Ghassan Jarrar, deceduta poche settimane prima che la madre uscisse dalle carceri israeliane, dove era entrata, per la prima volta, nel 1989.
Durante le sue detenzioni, la Jarrar ha curato in carcere programmi educativi indipendenti per insegnare alle ragazze minorenni detenute l’istruzione superiore (negata da Israele) oltre che per insegnare alle donne adulte i loro diritti ai sensi del diritto internazionale.
La sua lotta, dentro e fuori le carceri, è diventata anche una breve autobiografia, all’interno del libro (edito nel maggio 2022) “Our vision of liberation”, dove lo storico israeliano anti-occupazione Ilan Pappè e il giornalista palestinese-americano Ramzy Baroud (direttore di www.palestinechronicle.com) intervistano numerosi attivisti palestinesi, intellettuali, leader popolari e politici.
APPELLO INTERNAZIONALE – Per la liberazione di Khalida Jarrar è stata lanciata una mobilitazione internazionale, come si legge sul sito di Samidoun, il network solidale internazionale che si batte al fianco dei prigionieri politici palestinesi (clicca qui per l’appello).
L’intervista di Radio Onda D'urto sulla Jarrar, l’Fplp e le migliaia di prigionieri politici palestinesi (si stima siano quasi 10mila, la metà dei quali dopo il 7 ottobre 2023) a Romana Rubeo, caporedattrice di The Palestine Chronicle, effettuata giovedì 28 dicembre. Ascolta o scarica
Sulla figura di Khalida Jarrar e, più in generale, il ruolo e il posizionamento delle forze della sinistra palestinese Radio Onda D'urto ha intervistato mercoledì 27 dicembre Francesco Giordano, compagno del collettivo Palestina Rossa. Ascolta o scarica
Ci risiamo! La propaganda reazionaria e retrograda del governo Meloni colpisce ancora
Le forze israeliane rastrellano uomini e bambini palestinesi e li detengono seminudi nello stadio di Gaza - Qualche fonte stampa parla anche di donne
Un video registrato dal giornalista israeliano mostra uomini, bambini e anziani palestinesi con le mani legate dietro la schiena nello stadio di Gaza
Fonte: English version
A cura dello staff MEE – 26 dicembre 2023
Immagine di copertina: Palestinesi rastrellati in uno stadio dopo essere stati arrestati e spogliati (Screengrab/X)
Lunedì le forze israeliane hanno radunato decine di palestinesi nello stadio di Gaza, spogliandoli e legando loro le mani dietro la schiena, secondo le foto e le riprese video condivise sui media locali.
I report affermano che le forze israeliane hanno abusato dei residenti, inclusi uomini, bambini e anziani, prima di radunarli in campo aperto
Le riprese video mostrano soldati israeliani, accompagnati da carri armati, che puntano le armi contro i palestinesi detenuti che entrano in fila nello stadio con le mani alzate prima di sedersi nelle aree designate.
Il video si conclude con l’inquadratura di un soldato israeliano che trasporta un bambino, avvolto in una coperta.
Il video, girato secondo quanto riferito da un fotoreporter israeliano, mostra come le forze israeliane hanno trasformato lo stadio in un grande centro di detenzione.
L’Euro-Med Human Rights Monitor ha dichiarato il 20 dicembre che le forze dell’esercito israeliano hanno effettuato esecuzioni sul campo contro civili, dopo averli prelevati dalle loro case.
L’osservatorio per i diritti umani ha ottenuto testimonianze di forze dell’esercito israeliano che hanno fatto irruzione nelle case e aperto il fuoco contro i palestinesi senza motivo.
Euro-Med Monitor ha affermato di aver ricevuto anche testimonianze sulle atrocità commesse dalle forze israeliane in numerose aree da loro occupate, comprese uccisioni ed esecuzioni sul campo.
Civili spogliati e detenuti
All’inizio di questo mese, l’esercito israeliano ha detto che stava radunando uomini palestinesi nel nord di Gaza per interrogarli. I filmati rilasciati mostravano dozzine di uomini denudati, bendati e con le mani legate, portati in un luogo sconosciuto.
Un testimone ha detto che almeno sette uomini sono stati uccisi dai soldati per non aver eseguito gli ordini dei soldati abbastanza velocemente, riferisce Euro-Med Monitor.
Secondo quanto riportato, gli uomini sarebbero stati prelevati dalle case e dalle scuole che ospitavano famiglie sfollate nel nord della Striscia di Gaza.
Euro-Med Monitor ha affermato che tra questi figurano medici, accademici, giornalisti e anziani. Diaa al-Kahlout, una giornalista che lavora per il quotidiano Al-Araby Al-Jadeed, è stata identificata come uno degli uomini detenuti.
Alcuni video li mostravano in una zona residenziale prima di essere caricati sui camion. Un’altra foto li mostrava allineati in un’area sabbiosa aperta. Non era chiaro dove fossero stati portati.
vedi video su infoaut
L’esercito israeliano non ha commentato immediatamente gli arresti di massa.
Alcuni media israeliani hanno affermato che gli uomini erano “possibili” agenti di Hamas, ma non sono stati forniti ulteriori dettagli.
Osama Hamdan, membro dell’ufficio politico di Hamas, ha negato che vi siano stati arresti di massa dei membri del gruppo e ha paragonato gli arresti a “campi di concentramento nazisti”, dichiarando alla televisione Al Araby che il filmato mostra “l’arresto e gli abusi su civili disarmati che non hanno nulla a che fare con le operazioni militari”.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org
UN ULTERIORE MOTIVO PER SVILUPPARE IL "MOVIMENTO FEMMINISTA PROLETARIO RIVOLUZIONARIO"
27/12/23
Calendario 2024 MFPR - richiedetelo a mfpr.naz@gmail.com o WA 3408429376 - lo invieremo gratuitamente in pdf
25/12/23
ISRAELE CRIMINALE - PALESTINA IMMORTALE! Siamo tutte palestinesi!
Mentre i bombardamenti non cessano, oltre 20mila palestinesi massacrati, di cui il 70% bambini e donne...
il reazionario Abu Mazen dice: “Sta arrivando il sole della libertà”.
Nethanyahu: “Intensifichiamo la guerra, avanti fino alla distruzione di Hamas”.
La moglie del premier israeliano scrive al Papa: “Ci aiuti a liberare gli ostaggi”.
NO!
CON LA RESISTENZA PALESTINESE IN TUTTE LE FORME E FINO ALLA LIBERAZIONE!
24/12/23
E’ on line un catalogo con tutte le pubblicazioni del MFPR
23 dicembre a L'Aquila, un bellissimo presidio in solidarietà con il popolo palestinese. Report a cura di una compagna di MFPR-AQ
Mentre qui si celebra la natività, a Gaza circa 50mila donne incinte rischiano ogni minuto la vita. Di loro, più di 5mila partoriranno nelle prossime settimane e 180 partoriscono ogni giorno. Queste donne partoriranno per strada e senza cure perché le bombe cadono su ospedali, scuole, sedi Onu, chiese, moschee e università, e nessun posto è sicuro per loro.
Quello che si sta compiendo nei territori palestinesi è un genocidio: si bombarda, si tortura, si uccidono intere comunità, si occupano con la forza territori giá abitati, si espropriano terreni, si violano in continuazione le norme del diritto internazionale.
Sabato 23 dicembre alle ore 18, ai Quattro Cantoni, scendiamo in piazza ancora una volta per chiedere un cessate il fuoco immediato e permanente, per la fine dell'occupazione e per la liberazione della Palestina.