Massimo Adriatici, l’ex assessore alla sicurezza di Voghera che a luglio ha ucciso Youns El Boussettaoui sparandogli con una pistola mentre quest’ultimo era disarmato, è tornato in libertà la settimana scorsa, ma la sorella della vittima non ci sta e annuncia nuove manifestazioni.
I termini della misura cautelare di 3 mesi sono scaduti e il PM che conduce l’indagine non ha ritenuto necessario rinnovarli. Questo perchè il capo d’accuso formulato non è quello di omicidio volontario bensì eccesso colposo di legittima difesa nonostante alcuni testimoni abbiano riferito che Adriatici avrebbe sparato a Youns mentre era a terra.
Bahija El Boussettaoi, la sorella della vittima che da mesi si batte in tutte le sedi per ottenere giustizia, non ci sta e lancia un pesante atto di accusa.
Parlando con La Luce Bahija ci dice: “Mio fratello è stato ucciso e dopo solo tre mesi Adriatici è libero di circolare, può uscire tre giorni a settimana e andare a lavorare nel suo studio, gode pure di protezione come se fosse lui la vittima, le cose si sono ribaltate”.
E ancora: “questo succede perchè il PM non sta facendo il PM, sembra più un avvocato aggiunto di Adriatici, un assassino è potuto uscire perchè l’accusa formulata non è di omicidio volontario ma di eccesso di legittima difesa e poi nonostante si sia dimostrato che l’ex assessore usasse proiettili da guerra proibiti, il PM sostiene che siccome non sono completamente esplosi non si possono considerare come prova dell’intenzionalità di uccidere, sono sconvolta.”
“Risulta evidente che Adriatici ha una rete di protezione, questo per il fatto che stiamo parlando di un ex poliziotto, che ha lavorato molto con la Procura di Pavia sia come consulente che come avvocato e poi è un politico, d’altronde Salvini aveva già pronunciato il verdetto ancor prima di sapere qualsiasi cosa, per lui era semplicemente un innocente che si è difeso, il PM sembra aver fatto sua questa idea ma non è questo che deve fare un PM.”
“Per capire la situazione basta pensare che per ottenere le immgini delle telecamere i nostri avvocati hanno impoiegato due mesi e mezzo, e quando a metà ottobre le abbiamo avute erano inservibili, ora siamo costretti a fare delle perizie su questo materiale.”
Bahija poi parla dei messaggi whatsapp che il sindaco di voghera Paola Garlaschelli ha scambiato su alcune chat i cui screenshot sono stati resi pubblici: “Il 12 marzo il sindaco scriveva agli assessori: “Ma in tutto ciò il marocchino che chiedeva l’elemosina è affogato?” aggiungendo una emoticon di una faccia che ride, questo ci dice molto del valore che questa gente da alla vita di mio fratello.”
In effetti dopo la nostra ultima manifestazione per Youns si è affrettata a togliere dalla piazza tutti i fiori e le foto come se non fosse morto nessuno ma noi non ci arrenderemo, continueremo a cercare la verità, abbiamo lanciato una petizione e il 31 ottobre alle 15 in saremo ancora in piazza Meardi a Voghera per chiedere giustizia per Youns, vorremmo ci fosse una grande partecipazione.”
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