Giusi Palermo - Sono una mamma di due bimbi disabili con problemi diversi, uno gravissimo, mamma single tra l'altro quindi c'è la doppia fatica di dover fare tutto da sola. A Trapani c'è una situazione che ormai dire vergognosa è poco, c'è una situazione di menefreghismo totale da parte di tutti, fatto sta che stamattina per esempio mancava l'assistente e mio figlio non ha mangiato perché aveva la logopedia, ma a dire sempre le stesse cose sono veramente stanca.
Abbiamo organizzato adesso un corteo per il giorno 19 ottobre con la speranza che vengano più persone possibili. Da parte delle assistenti sì c'è il sostegno di tutte quante loro, del sindacato, però è poco, dobbiamo continuare a lottare perché a me la parola del sindaco che dice: potrei ma non sono obbligato... non mi sta bene. Potrai e devi! Devi per la dignità che hanno questi bambini per i sacrifici che facciamo noi genitori e per la loro sofferenza. Questo tipo di trattamento non lo merita nessuno.
Ho mandato il messaggio del corteo a Trapani e provincia, a tutti, alle associazioni, alle mamme dei compagni di mio figlio, a tutti quanti quelli che ci credono in questa lotta, di andare sempre più avanti. Qualche cosa si sta muovendo però ancora la strada è lunga.
Le novità che ci arrivano sono da parte del Sindaco, che chi percepisce il “patto di cura” – che sono 1.200 € mensili dati ai disabili gravissimi - avrà un'estensione di questa cifra in voucher in modo che ogni genitore si sceglie l'assistente personale per il proprio figlio e lo paga con questi voucher. Ma da qui a riattivare il servizio quanto tempo dovrà ancora passare? E tutti gli altri bambini disabili che fine fanno? Non si può accettare che nel 2021 un disabile in determinate gravità viene accudito da una persona che non ha competenze, che non lo può fare perché determinate disabilità non le puoi gestire tu bidello che dovresti in teoria solo prendere il bambino accompagnarlo.
Concetta di Taranto - Tutta la mia
solidarietà alle mamme della Sicilia, di Trapani che domani scenderanno
nuovamente in piazza a difesa dei diritti negati dalle Istituzioni dei
propri figli. Mi sento molto vicina a voi perchè anche io sto
attraversando una situazione simile.
Sono la mamma di un ragazzo che soffre di attacchi di
panico e depressione, a volte lieve ma tante altre molto profonda. Mio
figlio 2 anni fa frequentava il C.I.M (centro di igiene mentale), ma un
giorno decidono di dimetterlo perché ritenevano che era guarito, cosa
assolutamente non vera. L'hanno imbottito di gocce e mandato a casa
garantendo che poi gli assegnavano lo psichiatra per seguirlo nel suo
percorso e nel frattempo mio figlio doveva prendere quella dose
massiccia di gocce e in più la sextralina.
Il ragazza peggiorava sempre più (perdita di memoria,
confusione mentale, e continuamente sonno). Ho aspettato 3 mesi ma visto
che lo psichiatra non lo assegnavano ho deciso di lottare.
Sono andata per tutte le Asl non solo del mio
quartiere ma anche in tutte le zone limitrofe, ho chiamato il centro
varie volte ma mi rispondevano che c'erano altre urgenze. Non contenta
sono andata al Cim, non so quante volte, tant'è che il vigilante mi ha
cacciato ritenendomi un soggetto "pericoloso". Ho ricevuto derisioni,
umiliazioni e quant'altro, ma io non mollavo.
Questo è durato quasi 2 anni, senonché 6 giorni fa ero
cosi indignata, delusa, disperata che ho preso mio figlio e sono andata
per l'ennesima volta al Cim- Arriviamo al triage e mi presento e dico
che dovevo fare una prenotazione urgente x una visita psichiatrica e
l'assegnazione dello stesso, l'infermiera con aria spavalda mi dice: "mi
dispiace ma qui non facciamo visite urgenti". Allora cercando di
mantenere la calma le ho mostrato anche la richiesta, ma lei
imperterrita e col sorrisino sulle labbra mi ripete: "mi dispiace ma qui
non facciamo visite urgenti, può anche andare a casa". Non ci ho visto
più dalla rabbia! E' uscita la "bestia" che era in me, e con la bava
alla bocca le ho risposto: "senti. io vado a casa, prendo la tenda e mi
piazzo qui, mi incateno e prendo il megafono e vi sputtano. La ragazza
mi guardava basita, poi ad un tratto è corsa non so dove, se da un
dottore, se dalla direttrice non so, sta di fatto che dopo circa 15
minuti è tornata sorridente e mi dice: "il 21 alle 11 il ragazzo può venire
non solo x la visita, gli è stato assegnato il più bravo dottore del
centro, è contenta?". Non l'avesse mai detto... "contenta di ché, che avete
fatto aggravare mio figlio? Questo lo dovevate fare 2 anni fa, era un
suo diritto, voi istigate i ragazzi al suicidio, vergogna!!". E siamo
andati via-
Man mano che scendevamo le scale mio figlio mi ha detto grazie
non so quante volte, mi abbracciava così forte che mi toglieva il fiato e
continuava a dire: "perché la salute mentale non si riconosce mentre
quella fisica si cura!?".
Ora sono più rilassata, ho vinto la mia battaglia
grazie alla mia determinazione, forza, caparbietà, tutte caratteristiche
che solo noi mamme, noi donne abbiamo, come diciamo spesso, la marcia in
più"
Concetta del Mfpr - Taranto
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