Un'altra operaia uccisa sul lavoro. Una lavoratrice, Tiziana, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per tutelare la salute della sua famiglia, dei suoi cari, come lei stessa aveva detto prima di finire in coma per un bancale cadutole addosso:
«Tengo molto alla mia famiglia e do la priorità alla loro felicità prima della mia. Non c’è niente che non possa fare per loro, e sono anche disposta a sacrificare la mia vita per loro. Il mio unico desiderio nella vita è stare con loro per molto tempo e assicurarmi che siano sempre al sicuro dal male».
Di quale male parlasse Tiziana è facile intuirlo, così come è chiaro a tutti ciò che l'ha uccisa, il capitalismo, che poi è la fonte di tutti i mali. Ma le cronache di questi giorni parlano d'altro, e con il pretesto dei no gp e dei fascisti alla guida di utili idioti funzionali al capitale, il governo usa le loro azioni squadristiche per una stretta repressiva indiscriminata, preparandosi a reprimere le lotte di lavoratrici e lavoratori e a schierare l'esercito per la difesa del G20.
Sulla salute e sicurezza sui luoghi di lavoro e sul territorio come sempre solo chiacchiere.
Se avesse voluto difendere realmente la salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori questo governo avrebbe imposto l'obbligo vaccinale a tutti e tutte, assumendo su di sé la responsabilità della vaccinazione per la salvaguardia della salute pubblica.
Se avesse voluto difendere realmente la salute e sicurezza di lavoratrici e lavoratori avrebbe imposto ai padroni il rispetto delle regole in tema di salute e sicurezza sul lavoro.
Ma evidentemente così non è, perché è sugli operai che viene scaricata addosso, ancora una volta, tale responsabilità. Perché è Tiziana che si è "sacrificata" per assicurarsi che i suoi cari siano sempre al sicuro dal "male", perché sarà l'operaio che ha movimentato quel bancale a tormentarsi per la morte di Tiziana.
Come donne e lavoratrici esprimiamo la nostra vicinanza ai familiari di Tiziana, e chiamiamo tutte le lavoratrici, le donne proletarie a unirsi e organizzarsi nella lotta, perché questi femminicidi sul lavoro devono finire, ma ciò è possibile solo cambiando i rapporti di forza. Invitiamo ancora le lavoratrici, le donne proletarie a partecipare oggi alle 18 all'assemblea nazionale telematica donne/lavoratrici:
il link per l'assemblea è :https://meet.google.com/pyp-tnni-ttj
L'8 marzo Tiziana ci lasciava questo augurio:
Il miglior modo che abbiamo adesso per ringraziarla è chiedere giustizia per Tiziana e per tutte le altre lavoratrici uccise per il profitto.
"basta femminicidi sul lavoro e fuori" deve concretizzarsi ora con la partecipazione e la mobilitazione di tutte le energie delle donne proletarie.
Perciò vi esortiamo tutte a intervenire all'assemblea
Dal messaggero:
Tiziana Bruschi, morta la magazziniera travolta da un pancale: il titolare della ditta indagato per omicidio colposo
La donna è deceduta al Careggi dopo 40 giorni di agonia
Tiziana Bruschi, 58 anni, travolta il 2 settembre scorso da un pancale nel magazzino dell'azienda dove lavorava, è morta oggi in ospedale a Careggi (Firenze) dopo settimane di ricovero per i traumi e le lesioni subiti nell'incidente sul lavoro che avvenne in una ditta di stampaggio di materie plastiche a Scandicci.
La vicenda è riportata da quotidiani locali secondo cui il titolare della ditta è indagato per omicidio colposo. Per una ricostruzione, la vittima fu travolta da un pancale carico di merce, tra le ipotesi c'è che un operaio in manovra col muletto urtò una pila di pancali e uno di questi la colpì.
Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore di Firenze Francesco Sottosanti il quale dopo aver ricevuto notizia del decesso in ospedale della lavoratrice ha disposto l'autopsia. L'esame a Medicina legale è stato eseguito nella giornata di ieri martedì.
«È un dolore indicibile e invio il mio più sentito cordoglio, esprimendo sentimenti di vicinanza, alla famiglia di Tiziana Bruschi». Così il presidente della Regione Toscana Eugenio interviene sulla morte dell'operaia 58enne, deceduta un mese dopo l'incidente in cui era rimasta coinvolta mentre era al lavoro nel magazzino di un'impresa di Scandicci. «Dall'inizio dell'anno - prosegue Giani - i caduti sul lavoro in Toscana sono già 26. Ô uno stillicidio non più sopportabile, che ci fa fare un salto indietro di anni». «Alla ripartenza che tutti desideriamo - conclude il presidente - non può corrispondere un costo altissimo in vite umane. La pandemia ha ridisegnato le priorità su cui dobbiamo concentrare il nostro impegno e tra queste ci sono certamente il rispetto della dignità di lavoratrici e lavoratori, una forte e diffusa cultura della sicurezza, strumenti e risorse adeguate per prevenire incidenti e infortuni mortali sul lavoro».
Nessun commento:
Posta un commento