07/10/21

Verso lo sciopero generale dell'11 ottobre, l'intervento di una lavoratrice all'assemblea del 5 ottobre a Palermo

Il 5 ottobre si è tenuta a Palermo, ai giardini della Zisa, la seconda assemblea in vista dello sciopero generale dell’11, un’assemblea pubblica che mirava a dare voce alle lotte e/o alla denuncia  testimonianza sulla condizione di lavoro, non lavoro, precarietà…


Tra gli interventi pubblichiamo quello di una lavoratrice precaria dello Slai cobas sc sulla lunga e resistente lotta delle assistenti igienico personale contro una pesante condizione di precarietà che si è aggravata via via, ma che in particolare si è acuita con l’emergenza pandemica in cui solo a Palermo circa 200 precari e precarie sono stati letteralmente buttati fuori dalle scuole dove si occupano degli studenti disabili, rimanendo senza lavoro e  senza ammortizzatori sociali a parte la misera cassa integrazione covid di pochissimi mesi.


Un settore peraltro a maggioranza di donne che hanno subito doppiamente questa condizione con tutte le conseguenze anche nell’ambito familiare.
Si è resistito e si è continuato a lottare sfidando anche divieti, restrizioni, si è continuato ad “assediare” i palazzi del potere contrastando da un lato anche la repressione, queste lavoratrici e questi lavoratori sono sotto processo, e dall’altro contrastando la becera ipocrisia della borghesia che in più occasioni si è presentata a questi precari con promesse di stampo elettorale e clientelare rimandate ogni volta al mittente. Una lotta difficile anche sul piano dei numeri in questa fase, ma tenace e determinata che ha portato però oggi a primi risultati, con il rientro al lavoro, dopo un anno e mezzo, di un primo gruppo di lavoratrici e lavoratori.
Calare questa lotta nello sciopero generale è importante per diversi motivi: per la rivendicazione specifica da portare con forza: la stabilizzazione del lavoro/internalizzazione dei servizi; 
perché c’è la necessità reale di unirsi ad altri lavoratori e lavoratrici che lottano perché l’attacco sferrato dal governo e dai padroni è sempre più pesante, perché la solidarietà concreta e non solo a parole è un’arma che deve essere impugnata in modo conseguente.

Nessun commento: