27/01/22

In merito al dibattito verso lo sciopero dell'8 marzo

L’Assemblea di Nudm nella giornata di sabato pomeriggio, 22 gennaio, ha sviluppato la discussione sullo sciopero per la giornata dell’8 marzo prossimo.

Da diversi interventi lo sciopero dell’8 marzo è stato posto come “un’urgenza in un contesto politico complesso, che deve essere fuori dalla logica della normalità…”, “Uno sciopero, è stato detto nella sintesi quasi finale, capace di generare potere contro chi ci opprime, uno sciopero produttivo/riproduttivo, calato in un orizzonte di lotta…”, non una scadenza ripetitiva quindi , “uno sciopero globale, processuale, trasversale, che deve colpire i nodi della restaurazione post-pandemica, uno sciopero politico…”

 

Il fatto che lo sciopero sia in generale stato posto come importante e urgente nonostante le oggettive e soggettive difficoltà della fase che stiamo vivendo è un dato positivo, così il fatto che da parte di alcuni nodi, come Livorno in particolare, c’è stata l’ammissione della “mancanza” di Nudm nel non avere trovato le forme per connettersi con le lotte sociali e di lavoratori e lavoratrici che in questi due anni ci sono state sui territori, che non si possono non vedere, così gli scioperi che ci sono stati fino a quello unitario dei sindacati di base dell’11 ottobre. La consapevolezza delle difficoltà c’è ma questo non deve non fare vedere le lotte che di fatto sono aumentate.

 

Ma da parte di alcuni nodi questa questione della difficoltà, della fase non facile e problematica è stata posta di fatto in modo frenante, deviante e depotenziante dello slancio verso l’azione concreta di sciopero/lotta, vedi in particolare su questo gli interventi del nodo di Milano  “grosse difficoltà per lo sciopero… la questione dello smart working… non abbiamo dialogo con le lavoratrici (e fino ad oggi quali forme/azioni si è cercato di fare per trovarlo questo dialogo?)… come fare per coinvolgere più donne nello sciopero,  chi non può scioperare che fa?".

La proposta delle assemblee sui posti di lavoro (posta di fatto in sostituzione dello sciopero) è alla stessa stregua dell’azione della CGIL, deviante dallo sciopero, frenante anche verso la stessa attività di costruzione dello stesso…


E’ chiaro che lo sciopero delle donne/lavoratrici non è né scontato, né automatico, né facile, è vero che ci sono settori di lavoratrici, precarie che vivono condizioni lavorative difficili, che  è complesso raggiungere o quasi impossibile a volte, (in questo senso siamo una goccia nel mare delle donne lavoratrici/proletarie e il lavoro da fare è di lunga durata), ma in questi due anni di pandemia e di pesante amplificazione degli attacchi le lavoratrici, anche se a macchia di leopardo dal nord al sud di questo paese, hanno lottato, sfidando le difficoltà, le restrizioni, non si sono chiuse a casa a fare lo sciopero o la lotta virtuale/on line.

Così sull’indizione dello sciopero dell’8 marzo una compagna di Milano, riferendosi alla compagna Mfpr, in merito all’indizione dello sciopero già fatta da mesi anche in risposta immediata agli attacchi della Commissione di garanzia, ha subito sottolineato in modo negativo la mera questione tecnica della rarefazione tra gli scioperi, pertanto "lo sciopero dell’anno scorso non poteva farsi", esprimendo una posizione di destra, non denunciando affatto che quell’azione della Commissione, che rientrava nell’accordo tra l’Aran e i sindacati confederali, è stata un grave attacco al diritto di sciopero nella scuola, e alle lavoratrici che nella scuola sono la maggioranza, costituendo un altro tassello nella marcia di questo Stato vero il divieto generale dello sciopero, imponendo un moderno fascismo.

 

Diversi interventi hanno posto nuovamente la questione se lo sciopero dovesse avere più centralità nella sfera riproduttiva che in quella produttiva, motivando questo anche con la questione della pandemia che ha prodotto molti licenziamenti al femminile e un aumento pesante del lavoro di cura, ma da alcune cose è emersa anche una visione dissociata dei due aspetti (produttivo/riproduttivo) o, come già sentito in precedenti assemblee, una sottovalutazione del lavoro produttivo.

Gli interventi delle lavoratrici Yoox sono stati importanti per la questione del protagonismo delle donne lavoratrici nelle lotta che ha coniugato l’aspetto della doppia oppressione, della voce di donne proletarie che hanno detto "lo sciopero è importante e non solo l’8 marzoma tutti i giorni e si deve fare su tutto, su ogni aspetto", l’importanza dell’unità/sorellanza delle lavoratrici in lotta e della solidarietà. 

Ed è stato veramente deprimente per certi versi sentire dopo questi interventi vivi e concreti di queste lavoratrici, interventi come quello del nodo di Pavia che in merito al ruolo dei sindacati ha parlato genericamente di accessori e delle lotte delle lavoratrici come non fondamentali per lo sciopero "transfemminista": "Nudm le forze ce le ha da sé per portare i numeri in piazza, se poi le vertenze/lotte delle lavoratrici ci sono ben vengano se no pazienza"!

 

Assolutamente diversa invece la posizione del nodo di Torino, la compagna precisando che diverse di loro sono lavoratrici, delegate, ha parlato positivamente della responsabilità verso le lavoratrici per inserire le lotte nella cornice sistemica, ha espresso la non condivisione con chi nell’assemblea ha messo in dubbio l’indizione dello sciopero, collegandosi all’azione recente dei sindacati di base, un’azione che non si può non considerare, anche perché ignorarli comporta il rischio che poi i sindacati di base fanno lo stesso lo sciopero ma non convergendo sulle parole d’ordine di Nudm che però devono essere chiare.

 

Cosi l’intervento del nodo di Pisa sullo sciopero che deve essere essenziale, strumento politico di lotta; ponendo anche spunti di riflessione sull’importanza dello sciopero:

contro la sensazione di sconfitta che sta compenetrando la società, o la questione del senso di colpa (assenza per malattia, sentirsi in colpa perché non dai la prestazione lavorativa nei servizi essenziali, la paura dei contagi come forma di ricatto, ecc.

Lo sciopero deve essere genarle e parlare a tutti, la pandemia ha amplificato gli attacchi ma ha risvegliato anche la consapevolezza della necessità di cambiare.


Anche il nodo Nudm Marche ha fatto un intervento concreto, sottolineando l'importanza e la necessitò dello sciopero. Alcune compagne nei mesi scorsi hanno partecipato alle Assemblee telematiche donne/lavoratrici riportando le esperienze di lotta fatte in particolare sul tema dell'aborto e le inchieste fatte tra lavoratrici iperprecarie come le inventariste. 

 

Sull’appello ai sindacati/ruolo dei sindacati, riproposto anche quest’anno, fermo restando che alcune hanno ripreso, dopo l’intervento della compagna Mfpr di Milano, il fatto che già c’era l’indizione delle lavoratrici Slai cobas per il sindacato di classe, si sono espresse diverse le posizioni:

svegliare dal letargo i sindacati

appello ai sindacati ma deve essere chiaro che è Nudm che lo indice

lettera ai sindacati ma senza incartarci nelle attese perché una copertura già c’è (nodo Livorno)

appello a tutti come modo nostro per affermare le nostre parole chiare, responsabilizzare i sindacati (Nudm Milano)

Sciopero trasversale con alleanze con i sindacati di base per mettersi in collegamento con i settori di lavoratrici e lavoratori in lotta (Nudm Palermo "...ma quando le lavoratrici a Palermo lottano seriamente le compagne di Nudm non si materializzano, vedi anche lo sciopero delle donne dell’anno scorso)

Come fare alleanze con i sindacati? Cgil Funzione pubblica sta lavorando per l’indizione e si è impegnata a diffondete l’autoinchiesta (Nudm Cagliari)

Non abbiamo più i rapporti con le delegate

Ecc. ecc.

 

Su questo l’intervento fatto dalla compagna di Palermo del Mfpr (per l'Assemblea donne/lavoratrici), anche se penalizzato dal pochissimo tempo dato alle “esterne”, 3 minuti,  ha voluto porre una critica a questo parlare dei sindacati in modo così generico, che rischia il qualunquismo, senza fare le necessarie differenze ma mettendo tutti nello stesso calderone; il non volere vedere, e alcune di Nudm lo hanno perfino dovuto ammettere, l’azione e le lotte messe in campo dalle lavoratrici organizzate nei sindacati di base e di classe che non si sono mai fermate e sono state “sveglie”…

 

In diversi interventi si è posta la questione della violenza sistemica e strutturale e di come calare questo nello sciopero.

E' necessario come abbiamo detto nei nostri interventi affermare la doppia valenza dello sciopero delle donne, quella strategica rivoluzionaria, che deve mettere in discussione tutto fino alle radici di questo sistema borghese capitalista che deve essere rovesciato, per il vero cambiamento sociale e doppiamente per la maggioranza delle donne; e quella della lotta di tutti i giorni a 360°, questi due percorsi si devono intrecciare.

La prospettiva di Nudm nella sua concezione ideologica piccolo borghese resta invece interna al sistema, si parla sì di violenza sistemica e strutturale, si parla sì di sciopero come strumento potente che colpisce alcuni nodi del sistema, ma, sebbene alcuni obiettivi siano giusti (per esempio, la questione del reddito garantito per i figli che restano delle donne uccise), alla violenza sistemica e strutturale si risponde per “cambiare” con un “progetto formativo valido e ampio” che agisca nel campo culturale (a partire dalle scuole ecc…).

Ma questo significa solo riformare questo sistema capitalista non rovesciarlo. 


A cura di una compagna Mfpr dell' Assemblea nazionale donne/lavoratrici

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