Le lavoratrici di Yoox hanno vinto la loro lotta. Il 31 dicembre il Tribunale del lavoro di Bologna ha emesso una sentenza che dà loro ragione, riconosce che i turni imposti da Lis Group sono ingestibili, ammette che entrare al lavoro alle 5.30 di mattina o uscire alle 23.30 rende impossibile occuparsi dei propri figli, dice chiaramente che il turno centrale va ripristinato per tutte le lavoratrici con figli minori di 12 anni.
La sentenza del Tribunale di Bologna afferma che basta un po’ di “buon senso”, che è sufficiente un po’ di “senso comune”, per rendersi conto degli effetti discriminatori degli orari imposti da Lis Group e Yoox. Soltanto che per l’azienda buon senso significa approfittare della maternità per liberarsi di lavoratrici a tempo indeterminato che sono scomode perché hanno già lottato in passato per i propri diritti. Per Yoox buon senso vuol dire usare il razzismo per umiliare le lavoratrici migranti che stanno combattendo per migliorare le proprie condizioni anche se perdere il lavoro significherebbe perdere il permesso di soggiorno. Poi c’è il senso comune dei sindacati confederali che hanno pensato bene di giocare, sulla pelle delle lavoratrici di Yoox, la loro competizione con SiCobas che sosteneva la loro lotta. Un anno fa hanno dichiarato che le richieste di quelle lavoratrici erano infondate e riguardavano pochissime donne, e nella data simbolica dell’8 marzo hanno pensato bene di siglato un accordo con l’azienda che non modificava di una virgola gli orari di lavoro ma permetteva di lodare Yoox per le sue avanzate politiche in favore della parità di genere. Non dimentichiamo poi il buon senso del Comune di Bologna, che per potersi continuare a vantare della Yoox come fiore all’occhiello dell’e-commerce emiliano romagnolo ha messo in moto un’indagine farsesca che ha infine sostenuto la parte dell’azienda. Ora la sentenza di una giudice dà torto a tutti loro e dice che le lavoratrici di Yoox hanno ragione.
Per noi dell’Assemblea donne del Coordinamento Migranti, per le nostre compagne che lavorano a Yoox e che hanno lottato con coraggio per ottenere questo risultato, è chiaro che il senso comune di questa società è quello che usa razzismo e sessismo per sfruttarci di più e poi mandarci a casa quando non siamo più necessarie. Soltanto che noi questo non lo abbiamo accettato. Non ci siamo fatte umiliare e nemmeno abbattere. E con la nostra lotta, con uno sciopero che è stato subito femminista e come tale è stato abbracciato da Non Una di Meno, siamo riuscite a far sentire pubblicamente la nostra voce. Nonostante il potere di Yoox, che tiene ben lontane dai propri social network scintillanti le reali condizioni dei propri magazzini, abbiamo ottenuto un risultato che non deve valere solo per noi, ma per tutte. È possibile vincere, anche se a causa della pandemia le nostre condizioni di vita e di lavoro sono diventate ancora più precarie. Noi siamo riuscite a conquistare quello che ci spetta e ora Yoox lo dovrà riconoscere attuando la sentenza, che le piaccia oppure no.
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