Da una lavoratrice di Milano nell'assemblea del 4 dicembre '21
Posso citare il mio esempio di sindacato di combattivo, come quello del Si.cobas, dove il ruolo delle donne effettivamente è un ruolo strettamente marginale e quindi inaccettabile. Marginale in che senso. Nel momento in cui ci sono delle piattaforme o dei punti di lotta, è chiaro vengono sì evidenziati ma poi per quanto riguarda l'effettiva lotta, l'effettivo intervento nei confronti delle lavoratrici, si è piuttosto tiepidi. Tiepidi nel senso che, se bisogna raccogliere delle forze per fare delle grandi battaglie che coinvolgano sia uomini che donne, ok, ma nel momento in cui la presenza è soprattutto o solo femminile, quelle situazioni vengono considerate delle realtà lavorative minoritarie, meno importanti, per cui o riescono ad acquisire, a imporsi dal punto di vista mediatico, o non gliene frega niente a nessuno.
Questa è una cosa che ci deve spingere tutte a riflettere bene sulle cose che vogliamo.
Non si può assolutamente più accettare una cosa di questo tipo. Nel momento in cui abbiamo iniziato a cercare di imporre delle lotte che fossero al femminile, quindi con delle problematiche strettamente femminili, sentirsi respingere o sottovalutate o comunque ignorate o liquidate con un “sì ne parliamo la prossima volta”, ci deve far diventare più forti e più determinate nel voler imporre quella che è la nostra voce. C’è ancora invece troppa timidezza e ancora troppa subalternità da parte delle lavoratrici.
Un elemento poi che vorrei sottolineare è che molte lavoratrici che lottano e che fanno delle lotte sindacali dure, spesso pensano di non dover occuparsi della battaglia come donne perché già la lotta in sé porta il fatto di essere comunque delle donne impegnate ed emancipate. I fatti hanno dimostrato che questo non è vero, cioè che le donne veramente hanno un sacco di strada da fare per poter imporre con determinazione una dignità molto precisa di quello che è il loro valore.
Dobbiamo impugnare come lavoratrici questo tipo di battaglie, ciò significa che dobbiamo fare anche la lotta in un sindacato di base, di classe, combattivo. E’ chiaro che facciamo spesso la lotta, anche insieme ai lavoratori uomini, però un sindacato che si definisce di classe deve avere come una delle sue discriminanti, dei suoi presupposti, proprio la questione del protagonismo delle lavoratrici, del doppio protagonismo delle lavoratrici. Questo poi lo si deve applicare, facendo anche tesoro delle esperienze che abbiamo già fatto. Faccio l'esempio di Palermo, nella lotta laddove ci sono stati comportamenti sessisti e maschilisti di lavoratori, le lavoratrici hanno lottato, non hanno fatto passare la cosa sotto silenzio. Vi sono stati lavoratori con atteggiamenti maschilisti che non si sono voluti rettificare e sono stati allontanati dal sindacato, Slai cobas sc, si sono fatte le assemblee, si sono fatti anche documenti pubblici, e questo è successo anche a Taranto per esempio.
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