27/01/22

Assemblea nazionale Non Una Di Meno: report della seconda giornata, a cura di pr-AQ

Nei prossimi giorni NUDM proporrà lo sciopero globale femminista e trasfemminista, sia attraverso una lettera aperta a lavoratrici e lavoratori, sia con una comunicazione ai sindacati. La comunicazione dovrà essere semplice e diretta.
Il significato simbolico dello sciopero dell’8 marzo, per uscire dalla ritualità, deve concretizzarsi in un processo in divenire per trasformare l’esistente, per questo bisogna dare materia e continuità allo sciopero, visto come tappa di un percorso molto lungo che “deve portarci lontano”
E’ stato di nuovo sottolineato che il contesto in cui ci troviamo è un contesto difficile, complicato dalla pandemia che ha peggiorato sensibilmente le condizioni materiali di vita, di lavoro, di relazioni, di spazi politici per tutte noi e di conseguenza reso più difficili alcune pratiche di lotta.
Ma queste mutate condizioni non fanno che confermare l’urgenza dello sciopero, perché sono aumentate anche le sue motivazioni e di conseguenza la necessità di renderlo visibile anche in forme più radicali.
Su questo, più che l’assemblea di domenica mattina, dedicata alle pratiche e alle azioni di lotta e comunicazione verso e oltre 8 marzo, si sono espresse, in modo chiaro ed esplicito, le soggettività che hanno risposto alla domanda della Cloud: come sciopereresti l’8 marzo...
“Corteo, scontri, occupazioni, picchetti”, questa è stata la nuvola di risposte a quella domanda
Una nuvola che si è andata via via impantanando sul linguaggio da usare per essere inclusive, sulla scelta dello slogan per l’8 marzo, sulla necessità o meno di semplificare gli slogans definendo lo sciopero esclusivamente femminista o transfemminista.
Su quest'ultimo punto è stato obiettato che è sbagliato costruire un'ortodossia sulla questione, perché le ragioni dell'una e dell'altra posizione sono molto complesse e si riferiscono a due retroterra storico teorici diversi che si possono approfondire, se si vuole, senza creare intorno allo sciopero un elemento di ortodossia così discriminante. Quindi si è deciso di tenere entrambi i termini, tenendo conto di questa complessità, anche se per lo slogan si continuerà a dibattere nella mailing list.
In questo senso, la 3° nuvola di NUDM è andata bel oltre la capacità propositiva e comunicativa di alcune realtà di essa, ancora molto ancorate allo sciopero teorico, simbolico e virtuale, anche considerato l’ampio spazio assorbito nella 3° sessione dell’assemblea dalle pratiche virtuali della comunicazione, a proposito delle quali è stato alla fine raggiunto un accordo sull’hastag da usare per promuovere lo sciopero: #8MARZOSCIOPEROPERTUTT.
L’esigenza di dare continuità allo sciopero dell’8 marzo si è articolata in diverse proposte, come assemblee pubbliche ogni 8 del mese con altre realtà di movimento (Modena), convergenza delle lotte per estendere l’8 marzo, per uscire dal rituale e ridare forza, non solo simbolica ma concreta allo sciopero, interagendo con vertenze e lotte già in atto perché diano risultati concreti e siano di incoraggiamento alla lotta nelle situazioni ancora immobili che vivono sfruttamento e oppressione, proposte di campagne specifiche che diano continuità e visibilità alle lotte quotidiane delle donne (Livorno, mfpr-MI)
L’assemblea corpi e libere soggettività si è concentrata sullo sciopero trans femminista dai/dei generi, dai/dei consumi, proponendo slutwalk nei territori, sciopero al contrario con l’apertura di consultori, case rifugio, centri e sportelli antiviolenza in tutti gli spazi sociali e comunitari alle soggettività LGBTQIPA+. Per la comunicazione ha proposto l’utilizzo di un linguaggio inclusivo e non binario anche attraverso azioni di hackeraggio nella vita accademica. Sì a indagine sui temi del lavoro
Per rendere visibili e protagoniste anche tutte quelle persone che avranno difficoltà ad essere in piazza, come le donne impegnate in lavori di cura, Pisa propone di provare a raccogliere contributi audio da portare nelle piazze dell'8 marzo.
Per Nudm Bologna è necessario ricostruire un immaginario forte e collettivo, in cui le rivendicazioni e condizioni siano collegate all’interno di una cornice comune. In questo senso si sono dette favorevoli alla proposta di Torino di ribaltare nazionalmente la strategia per la parità di genere in chiave femminista e svelare l’impianto neoliberale della strategia, in cui si permette di fare carriera ad alcune, riaffermando la subordinazione di altre.
Riprendendo gli assi della strategia, cosa significa ad esempio competenze? Per il governo significa competitività sul mercato, messa a valore sul mercato delle conoscenze, per noi significa valorizzazione dei saperi, delle pratiche femministe, contro la violenza in tutti gli ambiti, educazione alle differenze, educazione sessuale e affettiva nelle scuole, trasformare il sapere medico secondo i nostri bisogni, valorizzare le pratiche femministe e trans femministe nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza ecc. Sul lavoro, per loro significa autoimprenditorialità, competitività, carriera per alcune. Concretamente x molte significa sfruttamento, povertà, disoccupazione, ricatto del permesso di soggiorno. Vogliamo che venga riconosciuto che noi lavoriamo costantemente fuori e dentro le case, pagate, malpagate, non pagate. Vogliamo essere libere dallo sfruttamento e dalla povertà. Il reddito per loro è uguale paga uguale lavoro. Per noi autonomia economica, reddito di autodeterminazione, welfare universale, salario minimo europeo. Tempo, per loro è conciliazione lavoro produttivo-riproduttivo, per noi le politiche di conciliazione non sono un avanzamento, perché nei fatti scaricano sempre su di noi il peso del lavoro di cura, siamo sempre noi a doverci prendere dei part-time, e quindi meno soldi, e quindi è una conciliazione che riafferma la divisione sessuale del lavoro. Noi vogliamo invece un tempo libero dal lavoro in tutte le sue forme, un tempo per noi, x i nostri desideri, per autodeterminarci. Il potere per loro è mettere donne in posizioni apicali secondo un’idea individualistica, gerarchica del potere. Noi non vogliamo che alcune si liberino sulle spalle di altre, vogliamo la potenza della marea femminista e transfemminista di cambiare le cose, di trasformare l’esistente. Questa strategia non va vista come uno strumento chiuso ma come uno strumento attraverso cui intercettare le persone a cui ci rivolgiamo verso l’8 marzo e oltre, uno strumento che deve essere costruito e fatto vivere nei territori, uno strumento inteso come linee guida su cui costruire un rilancio del processo dello sciopero femminista e transfemminista verso e oltre l’8 marzo
Nudm Brescia propone presidi nei luoghi dove sono state uccise e/o lavoravano le donne, per correlazione dei 2 fenomeni del femminicidio che si rincorrono tra loro; abolizione dell’alternanza scuola-lavoro.
Per Nudm Torino è importante darci una cornice forte comune che riporti una strategia femminista che ribalti la visione istituzionale sulla parità di genere. Produrre un immaginario, delle parole d'ordine, slogan in grado di riportare la forza, la potenza e la dimensione collettiva dello sciopero e del processo prima durante oltre l'otto marzo. Processo che deve essere visto come cambiamento e trasformazione collettiva rispetto ad un sistema che tende a frammentare le nostre vite in chiave individualistica per renderci più sole e isolate, fragili nell'affrontare la precarietà delle nostre esistenze.
"Lo sciopero è per tutt - Queste alcune proposte per cercare di rendere questo senso di forza e potenza legata alla dimensione collettiva e alle relazioni, alle pratiche femministe e trans femministe:
Far risuonare, oltre che sui social, nei territori e nelle strade le nostre parole d’ordini, attacchinaggio massiccio per tornare sempre più ad occupare lo spazio pubblico, quindi proponiamo insomma di riutilizzare lo slogan “non sei sol”, lo slogan “unite insieme siamo più forti”, “non sei sol scioperiamo insieme unit siamo più forti” “sciopero per tutt”
Un altro elemento molto importante per costruire i nostri slogan e parole d'ordine è il fatto che, se come abbiamo sempre detto, il peso e le conseguenze di questa crisi ricadono soprattutto sulle nostre spalle, lo sciopero e i processi che innesca sono il momento in cui rifiutiamo questo peso e ce ne liberiamo.
Tutte queste parole d'ordine, l'analisi che abbiamo condiviso sulla situazione che viviamo, sul peggioramento generale delle nostre condizioni materiali, ma anche sulla potenza trasformatrice dello sciopero e del movimento femminista transnazionale, pensiamo debbano risuonare sia nell'appello alle strutture sindacali per l'indizione, sia nella lettera aperta a delegati e lavoratrici per partecipare, costruire insieme lo sciopero.
Nella lettera a nostro avviso dovremmo avere cura di condividere le difficoltà del momento ben nominate ieri, di non presentarsi come un soggetto esterno alle persone che vogliamo coinvolgere perché noi stesse siamo lavoratrici precarie e disoccupate, in molti casi anche delegate.
Se può essere utile ci possiamo offrire per scrivere una bozza di appello alle strutture sindacali e condividiamo il fatto che entrambi i testi debbano uscire entro la fine della prossima settimana Concordi con la realizzazione di infografiche, pillole sulle pratiche di partecipazione allo sciopero in continuo aggiornamento visto il periodo di crisi che stiamo vivendo.
Per quanto riguarda il percorso di avvicinamento crediamo che sia fondamentale occupare gli spazi pubblici nella misura in cui è possibile, dialogare con le persone che li attraversano anche con la pratica dell'auto inchiesta - il questionario del tavolo lavoro - ma anche per esempio "per cosa vorresti scioperare?" "Cosa non vorresti fare l'8 marzo?"
In particolare pensavano a scuole, mercati, supermercati in quanto luoghi in cui è facile anche intercettare le donne, le persone a cui ci vogliamo rivolgere in tutte le declinazioni dello sciopero dal lavoro produttivo e riproduttivo, generi e consumi.
Distribuire in questi momenti kit per lo sciopero che gli altri anni avevamo utilizzato, spille e post it per sciopero riproduttivo da appiccicare in casa, e in generale vorremmo riporre molta attenzione nel rendere la nostra comunicazione semplice e accessibile, in modo che ognun vi si possa riconoscere, così da uscire il più possibile dalle nostre cerchie, rendere lo sciopero davvero di tutt e per tutt, attraversabile da tutt"

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