Oggi siamo a Prato come donne, come lavoratrici in lotta a portare la nostra solidarietà ai lavoratori della Texprint per rivendicare il diritto di lottare perchè tutta la vita deve cambiare.
Da sempre Prato e’ una città dove lo sfruttamento dei lavoratori è stato legittimato da Stato e padroni e sindacati confederali che ha risposto solo ed esclusivamente con la repressione a chi non ci sta. Ricordo che nel '44 esattamente il 7 marzo da questa città furono deportati 152 lavoratori in sciopero, è la città dove nel 2013 sono morti 7 operai cinesi nel rogo del laboratorio in cui erano schiavizzati e che ha scoperchiato un sistema di sfruttamento conosciuto ma sempre taciuto; è una città dove le condizioni contrattuali e lavorative sono estremamente critiche, ma non diciamo nulla di nuovo.
Lo sfruttamento porta Prato a confermarsi come il settore del tessile sia un settore dove avvengono più incidenti sul lavoro, dove l’esposizione all’amianto ha ucciso 13 lavoratori negli ultimi tre anni. Lavoratori e lavoratrici sottopagati, assenza di norme di sicurezza, utilizzo di materiali scadenti e sistemi di lavorazione altamente inquinanti in nome della moda lowcost, il cosiddetto "fast fashion". Lavoratori senza contratto, dove non sono riconosciuti gli straordinari, tra ricatti, licenziamenti politici, sanzioni repressive, e dove in forme diverse le condizioni di lavoro sono le stesse.
Prato negli ultimi due anni è stata attrice di lotte importanti specie nelle tintorie e nei panifici industriali ma è anche stato un laboratorio della repressione volta a frenare le lotte con sanzioni, arresti, fogli di via, ma anche attuazione di leggi liberticide e provvedimenti repressivi volti a fermare chi alza la testa. Oltre che la mano armata dello Stato, sono state reclutate da parte dei padroni squadre di picchiatori a minacciare e malmenare i lavoratori .
Come donne, come lavoratrici diciamo ad alta voce No alla repressione, No allo sfruttamento ma SI alla lotta di tutte e di tutti contro Stato e padroni.
Non abbiamo paura, perchè non abbiamo nulla da perdere. Lottiamo a fianco di tutti quelli che non ci stanno e che come noi vogliono un mondo diverso.
(da una compagna lavoratrice di Bologna)
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