Giovanna è una attivista sociale e politica accorsa in Val di Susa contro l'alta velocità ed è ricoverata in Ospedale, a Torino, per una frattura orbitale all'occhio colpito probabilmente da un lacrimogeno sparato ad altezza d'uomo e non a grande distanza dai manifestanti come dichiarato dalla Questura.
In attesa di essere operata, le auguriamo una pronta guarigione, è stata oggetto di visita da parte delle forze dell'ordine nonostante che per le normative anticovid sia impedito l'accesso agli ospedali
La vita di Giovanna non è in pericolo, la prognosi sarà sciolta dopo l'operazione ma è solo un caso che oggi non si pianga la scomparsa di una giovane donna.
Quel lacrimogeno poteva provocare danni ancora più gravi
Gli attivisti No tav denunciano lacrimogeni ad altezza d'uomo contestando la versione della Questura ed è difficile dar loro torto dopo il grave ferimento di Giovanna.
Che la Val di Susa non voglia le grandi opere è dimostrato da 20 anni di lotte che vedono attiva la popolazione locale contro l'alta velocità
Negli ultimi mesi stanno accadendo episodi preoccupanti che dovrebbero indurre a seria preoccupazione anche i cantori della democrazia borghese tra arresti di attivisti sindacali, licenziamenti di lavoratori solo per un like sui social e violenze poliziesche che ricordano i tempi bui di Scelba.
Con la scusa della pandemia siamo davanti ad una restaurazione autoritaria con la repressione delle lotte sindacali e sociali
Dalla Redazione Nazionale e Pisana di Lotta Continua
Ieri sera un piccolo gruppo di #notav si è trovato spontaneamente davanti all’ospedale Molinette dove è ricoverata Giovanna. Volevamo mandarle un pò di calore in questo momento difficile e marcare una presenza, anche dopo il comportamento ignobile della polizia che oggi ha provato a entrare nella sua stanza e interrogarla ancora sedata. Col cuore in gola diciamo FORZA GIOVANNA SIAMO CON TE, NON SEI SOLA!
Carabiniere si vanta di aver sparato lacrimogeni in faccia ai No Tav (video)
Da questo spezzone di video, recuperato dalle dirette della manifestazione di martedì 13 aprile a seguito del tentativo di sgombero del presidio di San Didero della notte precedente, si vedono due carabinieri dotati di lancialacrimogeni conversare. Uno di loro dice: "ne ho trovati due" e l'altro si vanta: “Sì, ne ho tirati due in faccia sulla strada”.
Sono tutti elementi che confermano la licenza di mutilare data alle Forze dell’ordine in Val Susa. Il ferimento di Giovanna non è una fatalità ma una tragedia annunciata. Non era questione di se era questione di quando.
Nel video che pubblichiamo di seguito ripreso durante la notte dello sgombero si vedono chiaramente gli agenti di polizia sparare lacrimogeni ad altezza uomo.
Nella serata di sabato dove é rimasta seriamente ferita da un candelotto l’attivista No Tav Giovanna, erano presenti sul posto numerosi reparti della polizia e un drappello della guardia di finanza. La questura si sta inventando fantasiose ricostruzioni su fantomatici oggetti contundenti pur di allontanare le proprie evidenti ed innegabili responsabilità. Lo sparare ad altezza uomo é un modus operandi usuale specialmente nelle ore notturne da parte di tutte le forze dell’ordine.
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