07/04/21

Dal teatro Mercadante occupato: "PER OGNI ANNO DI PANDEMIA UN ANNO DI PANDEMONIO"

da Lavoratrici e Lavoratori dello Spettacolo Campania:
Ecco alcuni scatti del primo 'Venerdì della Freva', presidio artistico organizzato all'esterno del teatro Mercadante.
Vi aspettiamo per il prossimo, venerdì 9 Aprile per sostenere il presidio permanente presente all'interno del teatro dal 26 Marzo.
PER OGNI ANNO DI PANDEMIA UN ANNO DI PANDEMONIO.
NESSUNA RIAPERTURA SENZA DIRITTI PER TUTTE E TUTTI


APPELLO PER I VENERDI’ DELLA FREVA
Noi lavoratrici e lavoratori dello spettacolo affermiamo con forza, insieme ai nostri colleghi e compagni di lotta francesi, che la nostra mobilitazione oltrepassa le rivendicazioni del settore culturale.
Un’intera classe sta soccombendo, la classe lavoratrice, e nel nostro settore questo disastro è ancor più evidente.
La logica dei ristori si è dimostrata totalmente insufficiente, inaccettabile sia nei modi che nei tempi in cui viene gestita. Si chiede ai lavoratori di vivere con poco più di 400 euro al mese, e non c’è nessuna prospettiva futura credibile o rassicurante.
La gestione della pandemia da parte del governo sta impoverendo i più precari e sta colpevolmente facendo pagare il prezzo della crisi a chi già prima era svantaggiato.
Vogliamo forme di sostegno al reddito per tutte e tutti, che garantiscano una continuità di salario nei momenti di non lavoro.
Vogliamo i contributi figurativi per il 2020 e i 2021
Abbiamo seguito l’esempio dei francesi, e rilanciamo l’invito a occupare i luoghi di cultura per tenere alta l’attenzione su una protesta che riguarda il futuro di tutti coloro che campano del loro lavoro e basta.
Non lasciamo la rabbia seduta sui divani. Usiamola insieme a tutti i nostri strumenti: microfoni aperti, strumenti musicali, libertà di espressione.
La “freva” è tanta, e va espressa tutta.


CRONACA DI UNA PROTESTA - Presidio da un Teatro.
27 marzo. "Alfin entrammo nella stanza dei bottoni e scoprimmo che i bottoni non c'erano."
Fu questa una frase celebre del leader socialista Nenni quando per la prima volta "i rossi" entrarono al Governo nel dopoguerra.
E forse questa è stata la stessa situazione psicologica che si è provato il primo giorno di presidio all'interno del teatro. Dopo essere stati tamponati dieci di noi entravano salutati con affetto da colleghi e amici che restavano fuori in attesa.
Ovviamente non mancarono all'appuntamento, oltre che l'oscuro macchinista, la signora Ulyanov con il consorte elettricista, il compagno Dino, l'attore marxista-massimalista sanpaolino, la danzatrice con gli occhi cerulei e quella sagittariana, il fonico pugliese ma di sani principi (essendo tifosissimo del Napoli), in rappresentanza della Accademia una giovane attrice di origini slovacche, un altro giovane tecnico impegnato politicamente con Potere al popolo, questi furono i primi dieci ai quali fu assegnato come spazio il "Ridotto" del teatro. Tracey, storica direttrice di scena di molte compagnie di casa in quel teatro carinamente e discretamente consegnò numerose bottiglie d'acqua e mascherine di riserva.
Accoglienza confortevole ed educata. Anche materialmente si intravedeva nel teatro un punto di appoggio nel percorso di una ricerca di unità nel settore, fattore imprescindibile per ottenere risultati reali e consistenti.
Comunque passato il primo momento in cui una volta seduti al tavolo si prendeva atto che dopo due giorni di lotta si era riusciti ad entrare, arrivava la consapevolezza che in quel momento veniva il difficile. Le ore trascorsero nell'organizzare una serie di impegni ed iniziative.

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