28/04/21

RECOVERY PLAN - LA BEFFA PER MIGLIAIA DI LAVORATRICI: SCOMPARE IL SALARIO MINIMO LEGALE E GLI ASILI SONO SOLO PROPAGANDA

SALARIO MINIMO

Come il governo Conte cancellò da un giorno all'altro l'una tantum di 500 euro che doveva essere data ai cassintegrati (certamente una miseria rispetto alla richiesta di integrazione della cig-covid al 100% e uno schiaffo a fronte di ristori e soprattutto contributi, sgravi, incentivi dati ai padroni... - ma neanche quella...!), ora con Draghi siamo allo stesso "gioco delle tre carte": prima si mette nel calderone del Recovery plan il "salario minimo" e poi si toglie e di certo restano solo i fondi per l'economia del capitale. 

"Nella versione del Recovery di sabato scorso, nella parte delle riforme di accompagnamento al piano, c'era scritto chiaro che si prevedeva l'introduzione del salario minimo legale. Nella versione dataci in Parlamento, nell'ultima modifica, come per magia sparisce", dice Fratoianni. 

Fino a sabato, infatti, nella bozza del Recovery plan si poteva leggere di una misura "per i lavoratori non coperti dalla contrattazione collettiva nazionale, a garanzia di una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e idonea ad assicurare un'esistenza libera e dignitosa" nell'ottica di un rafforzamento del sistema delle tutele del lavoro" 

Ma anche vari contratti nazionali - come quello Multiservizi che interessa tantissime lavoratrici delle pulizie, delle mense, degli asili, degli appalti pubblici - hanno una retribuzione oraria inferiore ai 9 euro. 

"Una partita chi sta giocando in maniera intrecciata nelle aule parlamentari italiane e in quelle del Parlamento europeo, dove il 22 aprile è stata depositata una bozza di direttiva sul salario minimo legale elaborata dalla Commissione europea. Avversata dai paesi dell'Est e da Fratelli d'Italia e Lega.

La commissione Lavoro del Senato aveva dato il via libera a questo progetto europeo il 22 marzo. L'idea di fondo è di fissare un tetto minimo di 9 euro come salario minimo per i lavoratori. Ci sono 4,3 milioni di rapporti di lavoro sotto la soglia

Naturalmente in Italia è contraria Confindustria. E una certa diffidenza circola anche nei sindacati che vedrebbero ridotti i margini di trattativa".

AUMENTO DEGLI ASILI E GRATUITA' 

Sono previsti solo 230 mila posti per i bambini negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia a fronte di un fabbisogno di 1.250.000 posti.

Ancora sempre e solo scaricata sulle donne la cura dei figli e chiusa anche una prospettiva di occupazione per le donne.

Dice Chiara Saraceni: "...La vicenda di questi fondi è misteriosa: la ministra per la famiglia Elena Bonetti sostiene che nel piano ci sono 4 miliardi 600 milioni, ma sarebbero destinati anche alle scuole per l’infanzia e altri servizi... Il problema è che non sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo che ci si era dati nel 2010. Per arrivare al 33% di nidi finanziati dal pubblico, quindi gratuiti, ci vorrebbero 300 mila posti in più per un ammontare di 4 miliardi e mezzo per le spese di impianto. Poi bisognerebbe dotare i comuni di altri fondi per la gestione... il piano Colao parlava del 60%. Oggi siamo indietro anche rispetto al 33%.... Tra l’altro, secondo le nostre stime, si creerebbero oltre 42 mila posti di lavoro solo tra gli educatori...
...Come sui giovani anche sulle donne ascolto tantissime parole ma poche cifre. Di quanto si vuole aumentare la loro occupazione e entro quando? Se si pensa di raggiungere la quota di occupazione del 2019, prima della crisi innescata dal Covid, vuole dire che tra qualche anno saremo comunque al di sotto della quota del 2007...".

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