17/04/21

Le donne cosentine in testa alla protesta per una sanità pubblica, accessibile e di qualità in Calabria

Fem.In (cosentine in lotta): «Occupazione a oltranza dell’Asp, il governo deve intervenire»


COSENZA - Dal 14 aprile stanno occupando le sedi dell’azienda sanitaria provinciale e dell’azienda ospedaliera di Cosenza. Insieme a comitati e associazioni chiedono di riaprire le strutture dismesse e di assumere più personale possibile a tempo indeterminato: «non si può assistere senza far nulla alle morti che si sono verificate in questi giorni, alcune gravissime dovute alla mancanza di posti nel pronto soccorso. Per non parlare dei pazienti che sono morti all’interno delle tende pre triage e nelle ambulanze in attesa di essere ricoverati». E’ la testimonianza di Vittoria Morrone del collettivo cosentino Fem.In, della protesta attiva da mercoledì nella provincia bruzia per una sanità che non funziona, visibile nelle file interminabili davanti ai pronto soccorso e nelle cure negate ai pazienti Covid.


Casi di mancata assistenza che per due persone ha avuto un epilogo tragico. «Il direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera – continua Morrone – ha affermato che nessuno è morto all’interno delle ambulanze, ma le sue parole sono false, possono testimoniarlo operatori sanitari e familiari. Noi chiediamo l’intervento del governo perché i commissari in questo caso non sono stati competenti nel tamponare la situazione».


Si parla ancora di “tamponare” l’emergenza nella sanità calabrese, «perché dopo un anno di pandemia nulla è cambiato. La disorganizzazione pre Covid è ancora in essere e a questo punto non si può più tacere. Da mesi ci mobilitiamo per una sanità pubblica, accessibile e di qualità. Dobbiamo constatare, infine, un’altra grave situazione, molte persone hanno dovuto rinunciare a terapie salva vita come cure oncologiche e dialisi». La risposta per chi sta protestando in queste ore non può che essere quella di «riattivare i servizi sanitari e i presidi per i pazienti Covid, potenziando soprattutto l’assistenza domiciliare che finora è stata quasi del tutto assente».


Deludente l’incontro al ministero della salute, dove venerdì si è tenuto un presidio da parte delle e dei calabresi fuori sede:
Il Governo, nonostante abbia a disposizione tutti gli strumenti, continua sostanzialmente ad ignorare il dramma che stanno vivendo 2 milioni di calabresi: Al tavolo siamo riuscit* ad avere garanzie circa l'immediato inserimento nella struttura commissariale di 37 tecnici e due sub commissari, già nominati, come previsto dal Decreto Calabria. Inoltre arriveranno 60 milioni ogni anno fino al 2023 per il comparto sanitario calabrese. Misure che dovevano già essere state implementate mesi fa. 
Nessuna soluzione radicale, quindi, nessuna proposta di ristrutturazione del servizio sanitario pubblico.
Servivano risposte radicali ma non sono arrivate.
Nella mattinata di ieri, mentre a Cosenza prosegue l'occupazione della sede ASP, alcun* attivist* hanno presidiato il tetto della Cittadella regionale. 


Governo e Regione si stanno assumendo con il loro immobilismo la responsabilità dell'aumento delle vittime nella nostra terra. 
Senza giri di parole: Draghi e Speranza devono raggiungere la Calabria il prima possibile, intervenire e assumersi le loro responsabilità di fronte al popolo calabrese una volta per tutte. 
Non arretriamo di un millimetro, la mobilitazione prosegue. Domani (oggi per chi legge) saremo alle ore 17 in piazza Cappello a Cosenza per un Sit- In di protesta. 
Roma, 16.04.2021 


Nessun commento: