La Procura ha chiesto di archiviare le indagini sulla vicenda del cimitero dei feti di Roma, in zona Flaminio.
Roma, 28 Aprile 2021 - La Procura di Roma ha chiesto di archiviare l'indagine avviata nell'ottobre scorso sulla vicenda del cimitero dei feti al Flaminio, con i nomi delle madri, che avevano interrotto la gravidanza, scritti sulle croci. Donne in vita, quindi, costrette a leggere il proprio nome e cognome su croci piantate nella terra di un cimitero.
Nel procedimento si ipotizzavano i reati di violazione delle leggi sull'aborto e sulla diffusione dei dati personali.
La delibera del Comune
Dopo la scoperta di questa vicenda, a tal proposito era arrivata anche una delibera dal Campidoglio per la difesa della privacy: è stato deciso infatti che bisognerà apporre sulle sepolture una targhetta con un semplice numero, collegato a un registro cimiteriale che rimanda ai dati della donna.
La richiesta di archiviazione
Nella richiesta di archiviazione il pm afferma che "le indagini svolte hanno documentato come le violazioni riscontrate non siano da imputarsi a condotte dolose e volte a danneggiare la riservatezza delle donne o ad un vantaggio personale, finanche di natura morale, ma unicamente da colpa nell'errata interpretazione dei regolamenti comunali" e quindi "si ritiene che non vi siano i presupposti per utile esercizio dell'azione penale".
In poche parole il cimitero dei feti rimarrà al suo posto, così come pure i responsabili di tali violazioni: l'amministrazione comunale guidata dalla sindaca M5s Virginia Raggi e l'azienda municipalizzata Ama.
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