07/03/17

A Milano continuano gli sfratti selvaggi, e le donne proletarie sono le prime ad essere colpite. Una denuncia

Gestione degli sfratti a Milano: una vergogna che non conosce limiti

Continua il rullo compressore degli sgomberi a Milano. Questa volta raccontiamo uno sfratto avvenuto ieri in zona Lorenteggio-Giambellino. Uno sgombero “inusuale” poiché avvenuto senza l’iniziale intervento delle Forze dell’Ordine. Mentre nei salotti si discute del possibile trasferimenti di parte della city di Londra a Milano come conseguenza della Brexit, nei quartieri popolari la situazione è allarmante.

Il comunicato dell’Unione Inquilini:
Sfrattata da una volante della polizia donna in cura psichiatrica.
La barbarie quotidiana degli sfratti a Milano ha conosciuto questa mattina un nuovo picco, sia per la fragilità del nucleo familiare sfrattato, composto da una donna invalida al 100% per gravi problemi psichiatrici e dai suoi 2 figli, sia per le modalità di esecuzione dello sfratto, sia per la totale mancanza di risposte da parte dei servizi sociali del Comune di Milano.
Ma andiamo per ordine.
Questa mattina (ieri) il nuovo proprietario (si trattava di casa messa all’asta a causa del mancato pagamento del mutuo), insieme all’Ufficiale giudiziario, a un medico di parte forse psichiatra e all’avvocato della proprietà si è recato in via Gonin 7, al Lorenteggio, per eseguire lo sfratto di una donna separata e dei 2 figli, accompagnato da un’ambulanza.
La signora sfrattata è in cura psichiatrica per problemi molto gravi e seguita dai Servizi sociali del Comune di Milano ed ha da molti mesi avanzato richiesta di una RST (residenza sociale temporanea) al Comune di Milano in occasione dello sfratto, ma, malgrado lo sfratto sia stato più volte rimandato, nessuna soluzione è stata trovata dalle istituzioni preposte.

Non era presente la UIGOS in assistenza all’ufficiale giudiziario, ossia l’ufficio della Polizia preposto che interviene in occasione dell’esecuzione degli sfratti e questo ha fatto notevolmente infuriare la proprietà, che forte del parere favorevole alla trasportabilità data del medico che si erano portati dietro, ha iniziato a fare un cinema inverecondo, con tanto di minacce di eseguire un TSO (trattamento sanitario obbligatorio), terrorizzando l’inquilina sfrattata.
Alla fine, chiamata dalla proprietà, è arrivata una volante della polizia che ha dato esecuzione allo sfratto, malgrado le proteste dei presenti, e la signora sfrattata è stata portata via in ambulanza.
Accompagnata da alcuni militanti dell’Unione Inquilini la famiglia sfrattata è stata portata direttamente presso gli uffici dell’Assessorato alla Casa ,in via Larga, dove è stato chiesto di trovare una soluzione almeno temporanea. Tale soluzione non è stata però al momento trovata, perché il Comune di Milano sarebbe al momento privo di qualsiasi struttura in grado di accogliere la signora ed i figli.
Troviamo vergognoso che malgrado la situazione fosse nota da mesi l’ assessorato alle politiche sociali, che tramite i servizi sociali di zona, conosce il caso da anni, il Comune non si sia attivato in alcun modo per reperire una soluzione.
Troviamo inquietante che, in assenza dei funzionari di polizia preposti all’esecuzione dello sfratto, sia stato possibile eseguire lo sfratto stesso chiamando una volante, cosa mai accaduta a Milano e che rischia di trasformare la gestione degli sfratti in un Far West.
Chiediamo che venga fatta luce su eventuali responsabilità e riteniamo responsabili tutte le parti coinvolte delle possibili conseguenze di quanto sopra descritto.
Più in generale riteniamo questo episodio l’ ennesima dimostrazione di come, tra protocolli di gestione degli sfratti solennemente annunciati, ma attuati solo per poche settimane e poi affossati per responsabilità del Comune di Milano, mancanza di politiche dell’offerta e gestione delle procedute lacunose se non vessatorie da parte del Comune, privatizzazione del sistema delle accoglienze temporanee, con effetti devastanti sia rispetto ai costi che alla trasparenza delle procedure, la situazione sfratti a Milano sia diventata insostenibile e non si riesca a dare risposte dignitose neppure nei casi socialmente più rilevanti.
Se il Comune di Milano non ha case da assegnare (malgrado le 10.000 vuote tra comunali e ALER) e non è in grado di dare neppure soluzioni assistenziali in presenza di minori, anziani invalidi, malati, l’unica soluzione soluzione è che gli sfratti vengano bloccati fintanto che si sia tornati in una situazione di normalità.
Unione Inquilini

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