(Dal blog tarantocontro)
Raffaella, operaia Slai cobas sc de L'Ancora in liquidazione: "perchè stiamo lottando alla Pasquinelli - il legame sfruttamento, precarietà, attacco alla salute...
"Mercoledì 22 marzo una lavoratrice Slai Cobas sc della selezione della differenziata spiega il perché della protesta" su YouTube:
Nel 2010 altre operaie in lotta che facevano la raccolta differenziata tennero, con lo Slai cobas sc,
un convegno in cui loro spiegarono e dimostrarono come LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
POSSA ESSERE RISORSA OCCUPAZIONALE, ECONOMICA ED AMBIENTALE - da allora
la situazione è rimasta più o meno simile.
RIPORTIAMO DI QUEL CONVEGNO UNO STRALCIO
DELL'INTRODUZIONE FATTA DA UNA LAVORATRICE.
"...Secondo i dati nazionali, ciascuno di noi produce ogni anno una quantità di rifiuti superiore a 600 chili.
Taranto non si discosta da questa media...
Attualmente, la gran parte di questi rifiuti ha come... destinazione finale, l’impianto di termovalorizzazione (quello che chiamiamo comunemente inceneritore) e la discarica...
Raffaella, operaia Slai cobas sc de L'Ancora in liquidazione: "perchè stiamo lottando alla Pasquinelli - il legame sfruttamento, precarietà, attacco alla salute...
"Mercoledì 22 marzo una lavoratrice Slai Cobas sc della selezione della differenziata spiega il perché della protesta" su YouTube:
Nel 2010 altre operaie in lotta che facevano la raccolta differenziata tennero, con lo Slai cobas sc,
un convegno in cui loro spiegarono e dimostrarono come LA RACCOLTA DIFFERENZIATA
POSSA ESSERE RISORSA OCCUPAZIONALE, ECONOMICA ED AMBIENTALE - da allora
la situazione è rimasta più o meno simile.
RIPORTIAMO DI QUEL CONVEGNO UNO STRALCIO
DELL'INTRODUZIONE FATTA DA UNA LAVORATRICE.
"...Secondo i dati nazionali, ciascuno di noi produce ogni anno una quantità di rifiuti superiore a 600 chili.
Taranto non si discosta da questa media...
Attualmente, la gran parte di questi rifiuti ha come... destinazione finale, l’impianto di termovalorizzazione (quello che chiamiamo comunemente inceneritore) e la discarica...
Uno dei “prodotti” meno graditi derivanti dall’incenerimento... è l’anidride carbonica. Parliamo quindi di inquinamento atmosferico, di effetto serra... problemi che, a livello locale,
animano ormai da anni il dibattito sulla necessità di contemperare interessi economici e diritto alla salute... incenerimento = ciminiera = gas di scarico, il concetto è assai meno intuitivo quando parliamo di discarica. Ebbene, si tenga conto che il quantitativo di anidride carbonica che si origina in discarica è notevolmente più elevato rispetto ad un impianto di termovalorizzazione,.
Ed ovviamente l’anidride carbonica non è certo l’unico agente inquinante... la discarica, anche dal momento in cui viene chiusa per aver esaurita la propria capienza, rimane viva...
Un piccolo inciso, alcuni dati su cui riflettere: sono necessari non meno di 2 mesi prima che una cicca di sigaretta si dissolva; 3/5 anni per una buccia di banana; centinaia di anni per una bottiglia di plastica.
Per ridurre l’impatto ambientale di termovalorizzatore e discarica non c’è altra strada se non quella di ridurre il quantitativo dei rifiuti conferiti. Riduzione che può ottenersi soltanto potenziando la raccolta differenziata...
Prescindendo tuttavia dall’assetto normativo, è opportuna una analisi - quantomeno in termini concettuali - degli aspetti economici connessi alle diverse scelte possibili in materia di gestione dei rifiuti. L’analisi economica delle diverse linee di trattamento e smaltimento dei rifiuti evidenziano come i sistemi a maggior impatto ambientale risultano anche più onerosi in termini economici.
Non differenziare è quindi un comportamento davvero autolesionista, perché inquiniamo e paghiamo; e più inquiniamo e più paghiamo. Si tenga conto che, per i rifiuti indirizzati a inceneritore e discarica – cioè per i rifiuti non differenziati - ai costi del servizio di raccolta e trasporto si aggiungono quelli rivenienti dalle tariffe applicate dai gestori degli impianti...
La raccolta differenziata invece, comporta solo costi di intercettazione e trasporto; e non solo consente i risparmi conseguenti al mancato conferimento, in discarica o all’inceneritore, ma prevede anche poste attive, del tutto assimilabili a ricavi di vendita...
Il conto economico della raccolta differenziata quindi, non espone solo costi - che sono principalmente quelli inerenti il personale - ma anche due voci attive importanti:
- i risparmi per mancato conferimento in discarica e inceneritore;
- i corrispettivi riconosciuti dai consorzi.
Proviamo ora a dare consistenza numerica a queste due poste attive, facendo specifico riferimento all’attività sviluppata durante la gestione Ecopolis da fine 2001 a fine 2006.
In poco più di 5 anni, passando dalle 300 ton iniziali dei primi mesi ad una media di 700 - 800 ton/mese negli ultimi due anni, il servizio di raccolta differenziata ha intercettato 40.500 t di rifiuti.
Ragionando in Lire, per maggiore efficacia, e tenendo conto di tariffe di conferimento in discarica ed inceneritore sicuramente mai inferiori, nel corso del quinquennio, a 160/180 L/kg, si è determinato un risparmio, per 40.500 ton di rifiuti non conferiti, che supera 6.500.000.000 di Lire.
A fronte dello stesso quantitativo di rifiuti, la stima dei contributi rivenienti dai consorzi... porta a circa 5.500.000.000 di Lire. Quindi, in cinque anni, per un servizio di raccolta differenziata percentualmente ancora molto contenuto (intorno al 7% nel biennio 2005-2006) si registrano risparmi e ricavi stimati complessivamente in oltre 12 mld...
Breve inciso: il servizio di selezione... dalla seconda metà del 2004 è gestito direttamente da Amiu, presso il proprio impianto di selezione “Pasquinelli”. Un impianto che ancora oggi , a distanza di oltre due anni dall’avvio, tratta solo i materiali provenienti dalla raccolta differenziata del comune di Taranto, che è piuttosto esigua, e non ha acquisito ulteriori “clienti” in ambito provinciale, per cui risulta, ovviamente, sovradimensionato. Di conseguenza, sovradimensionati sono anche i costi di esercizio.
Torniamo alle nostre valutazioni economiche. Non solo costi quindi per il servizio di raccolta differenziata: in cinque anni di attività, 40.500 ton di materiali, con una percentuale che solo si avvicina al 7%, fanno registrare risparmi e ricavi per oltre 12 mld al lordo dei costi di selezione , circa 10 mld al netto degli stessi costi.
Ovviamente si tratta di numeri ancora relativamente modesti: ma molto modesta è ancora la percentuale di raccolta differenziata, percentuale migliorabilissima già solo con piccoli accorgimenti.
E’ importante avere chiaro che, incrementando i quantitativi di raccolta differenziata, ricavi e risparmi crescono in misura assai più consistente dei costi di servizio...
Intanto qui a Taranto, in controtendenza rispetto a qualunque valutazione dei benefici ambientali ed economici, ignorando previsioni normative nazionali e pianificazione regionale, la raccolta differenziata è vistosamente in regressione...
Amiu ha internalizzato il servizio... Tuttavia, di fatto, questi primi mesi del 2007 hanno evidenziato un servizio estremamente carente. Cassonetti ricolmi, sommersi, circondati da rifiuti di ogni genere, differenziati e indifferenziati. Imballaggi in cartone, ed altri materiali da differenziare, ammucchiati e disseminati in ogni angolo della città per giorni e giorni, prima di venire raccolti in maniera promiscua, insieme a qualunque altro rifiuto, e finire a smaltimento anziché a recupero.
E’ inevitabile chiedersi a chi giovi questo stato di cose.
Intanto stiamo disperdendo un patrimonio di abitudini virtuose che una parte dei cittadini tarantini aveva acquisito nel corso degli anni e che si rivela, oggi, frustrato dalle risposte insufficienti delle istituzioni...
E’ facile immaginare come un incremento importante nelle percentuali di raccolta differenziata determinerebbe ricadute altrettanto importanti sul piano occupazionale, creando una sorta di circolo virtuoso, che parta dalla necessità di incrementare la forza lavoro per potenziare la raccolta differenziata e, conseguendo utilità economiche via via crescenti, le reinvesta, almeno in parte, nel lavoro necessario per ulteriori incrementi.
E’ altrettanto evidente, alla luce dei conti economici a cui si è fatto cenno, che il potenziamento della raccolta differenziata a scapito della raccolta tradizionale determina comunque una riduzione complessiva dei costi del servizio di raccolta dei rifiuti, con benefici conseguenti per il cittadino-utente rispetto agli importi della TARSU, attualmente a livelli davvero inaccettabili, soprattutto se rapportati alla qualità del servizio...".
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