Alle ore 16, circa un'ottantina di donne, molte giovani e qualche ragazzo, si sono ritrovate alla
rotonda a fianco della questura, dando vita a un colorato e vivace sit-in, che ha richiamato
l'attenzione dei passanti, rallentando e anche bloccando a tratti il traffico. Interventi al
megafono hanno denunciato il clima repressivo e intimidatorio che si vive nei luoghi di lavoro, le
condizioni di sfruttamento col ricatto della precarietà, il mobbing che vivono tante lavoratrici, la
violenza domestica, di padri, mariti, fidanzati, la cultura sessista che non educa alle differenze.
Il mfpr negli interventi ha espresso solidarietà alle precarie assistenti disabili di Palermo, denunciate per aver difeso i loro diritti di lavoratrici e di donne, alle donne rinchiuse nelle carceri e nei cie, che subiscono una violenza ancora più nera e sommersa da parte di questo stato, alle donne che non hanno potuto scioperare perchè schiacciate dal silenzio e dalla paura che si respira nei luoghi di lavoro. Una violenza che è strutturale e sistemica e che si può combattere solo rovesciando il sistema capitalistico e patriarcale che la produce.
E' stata rilanciata inoltre la solidarietà femminista alle 3 donne denunciate dalla procura dell'Aquila, per aver difeso uno spazio delle donne (la casa delle donne di Roma), dall'ingresso dell'avvocato di Tuccia Valentini (il quale, tra l'altro, ora difende anche i 2 sfruttatori di donne e trans, recentemente arrestati all'Aquila, ma ai domiciliari).
Verso le 18 ci siamo spostate, con un breve corteo improvvisato, verso il concentramento al parco del castello, da dove poi è partito il corteo.
Al corteo saremmo state 200, forse anche 300, che per l'Aquila e di questi tempi non sono poche. Il corteo ha attraversato le strade ancora vive di questa città, bloccando il traffico e attirando l'attenzione dei residenti. La cosa più bella era l'entusiasmo delle ragazze che lo ha animato, con interventi al megafono e slogans. Lo slogan più gettonato e ripetuto dalle tantissime giovani (alcune provenienti da Sulmona) era "paura non ne abbiamo, oggi scioperiamo" e poi "niente violenza, più indipendenza". Altri slogans, partiti dalle lavoratrici erano: "difendiamo la nostra dignità, ai soprusi la donna non ci sta", "i diritti non li chiediamo, sono nostri e li pretendiamo", violenza sul lavoro, violenza famigliare, tutta la vita vogliamo cambiare".
Il mfpr negli interventi ha espresso solidarietà alle precarie assistenti disabili di Palermo, denunciate per aver difeso i loro diritti di lavoratrici e di donne, alle donne rinchiuse nelle carceri e nei cie, che subiscono una violenza ancora più nera e sommersa da parte di questo stato, alle donne che non hanno potuto scioperare perchè schiacciate dal silenzio e dalla paura che si respira nei luoghi di lavoro. Una violenza che è strutturale e sistemica e che si può combattere solo rovesciando il sistema capitalistico e patriarcale che la produce.
E' stata rilanciata inoltre la solidarietà femminista alle 3 donne denunciate dalla procura dell'Aquila, per aver difeso uno spazio delle donne (la casa delle donne di Roma), dall'ingresso dell'avvocato di Tuccia Valentini (il quale, tra l'altro, ora difende anche i 2 sfruttatori di donne e trans, recentemente arrestati all'Aquila, ma ai domiciliari).
Verso le 18 ci siamo spostate, con un breve corteo improvvisato, verso il concentramento al parco del castello, da dove poi è partito il corteo.
Al corteo saremmo state 200, forse anche 300, che per l'Aquila e di questi tempi non sono poche. Il corteo ha attraversato le strade ancora vive di questa città, bloccando il traffico e attirando l'attenzione dei residenti. La cosa più bella era l'entusiasmo delle ragazze che lo ha animato, con interventi al megafono e slogans. Lo slogan più gettonato e ripetuto dalle tantissime giovani (alcune provenienti da Sulmona) era "paura non ne abbiamo, oggi scioperiamo" e poi "niente violenza, più indipendenza". Altri slogans, partiti dalle lavoratrici erano: "difendiamo la nostra dignità, ai soprusi la donna non ci sta", "i diritti non li chiediamo, sono nostri e li pretendiamo", violenza sul lavoro, violenza famigliare, tutta la vita vogliamo cambiare".
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