Stamattina il tribunale di Torino ha condannato Nicoletta Dosio del movimento No Tav a due anni di reclusione, insiemead altri 11 attivisti. Il "reato"? Aver presidiato il casello di Avigliana dell'autostrada A32, ai tempi del governo Monti, lasciando passare gli autombilisti senza pagare il pedaggio. In quei giorni in Valle di Susa si stavano svolgendo numerose manifestazioni di protesta dopo l'incidente occorso a Luca Abbà, rimasto gravemente ferito dopo essere stato inseguito dai carabinieri fin sopra un traliccio, da cui era poi caduto a causa dell'alta tensione.Il senso del ridicolo
La
Sitaf, (Società Italiana per il Traforo Autostradale del Frejus, che
gestisce la A32) aveva chiesto un indennizzo di 25 mila euro. Il
tribunale ha ordinato agli imputati di versare 777 euro, corrispondenti
ai mancati pedaggi perduti di quella giornata.
Foto di Patriza Cortellessa
Foto di Patriza Cortellessa
Intervista a Nicoletta Dosio - da radio città aperta contropiano
In
realtà non riguarda solo me, ma me più altri 11 imputati. E’ la
condanna in prima istanza, per una manifestazione che avevamo fatto nel
2012 subito dopo che Luca era stato fatto cadere dal traliccio, lo
ricordate, nel momento in cui avevano occupato il cantiere, ecc…. Cioè
loro volevano mettere in piedi il cantiere. Noi avevamo occupato
l’autostrada e poi erano andate avanti una serie di manifestazioni
collaterali. Tra l’altro una di queste manifestazioni prevedeva proprio
il non pagamento del pedaggio, con questa manifestazione dal titolo:
“oggi paga Monti”. In questo modo volevamo mettere il dito nella piaga, e
cioè le infinite finanze pubbliche utilizzate per devastare i territori
e anche la vita delle persone, contro il pagamento di tutta una serie
di servizi – che erano servizi per i cittadini – e quindi la questione
della ferrovia tradizionale che veniva chiusa e anche l’aumento del
traffico autostradale ecc. Avevamo chiamato l’iniziativa “oggi paga
Monti” perché il governo era proprio quello di Monti. Eravamo andati ad
Avigliana con una manifestazione aperta, con la partecipazione di una
serie di persone, per fare anche una distribuzione di volantini
sull’autostrada, denunciare il ruolo dell’autostrada nella repressione
nei nostri confronti, proprio durante le manifestazioni che avevamo
fatto per Luca. E’ stata una manifestazione assolutamente popolare e
tranquilla; una parte dei manifestanti è salita sull’autostrada al
casello, e abbiamo deciso di permettere di fare un volantinaggio, dando
anche la possibilità ai cittadini di passare senza pagare il pedaggio
alla Sitaf. Tra l’altro questa autostrada è una delle più costose
d’Italia, sia dal punto di vista della costruzione, sia dal punto di
vista proprio dei pedaggi da pagare. Tutto questo fatto con riprese
anche fotografiche da parte nostra, perché noi documentiamo sempre tutto
quello che facciamo. Non è stata bloccata l’autostrada in quel caso,
assolutamente no… Non è neanche stato rallentato il traffico; gli
automobilisti passavano senza pagare ed erano ben contenti di farlo.
Tutto qui: accettavano il volantino e capivano ed erano anche d’accordo
con le nostre motivazioni. E’ partita naturalmente una denuncia con 12
imputati, qualcuno di noi reggeva lo striscione, qualcun altro
speakerava, qualcun altro dava i volantini, il processo in primo grado è
terminato oggi, quindi a distanza di anni, con una condanna per tutti
quanti gli imputati di 2 anni a testa di reclusione, una provvisionale
di 1.000 euro alla Sitaf per i cosiddetti mancati introiti, secondo i
calcoli della Sitaf…
Mille euro ciascuno?
No,
mille euro complessivi… E’ stato rinviato invece al processo civile il
pagamento dei danni morali, di immagine, ecc. per cui la Sitaf ha
richiesto 25mila euro… Quindi ci sarà anche questa causa…
Al Tribunale civile…
Al Tribunale civile perché diventa una causa civile da parte della SItaf. La denuncia e la condanna penale è una buona garanzia per la Sitaf, che sarà anche ascoltata sul piano civile. Le imputazioni e le motivazioni della condanna sono, intanto, “violenza privata aggravata a danno dei casellanti”, i quali non sono assolutamente stati né malmenati, né toccati. E poi “violenza privata aggravata ai danni degli automobilisti”, che invece passavano molto sereni, tranquilli e contenti dandoci pure ragione.. Qualcuno di loro è stato sentito anche al processo… La Sitaf li aveva presentati come suoi testimoni e loro, pur come testimoni dell’accusa, hanno assolutamente sfatato questa violenza che noi avremmo fatto nei loro confronti. Inoltre “interruzione di pubblico servizio” perché, mentre noi il traffico non l’abbiamo mai interrotto, c’è stato un momento di rallentamento perché davamo i volantini. E infine “danneggiamento” per le telecamere che erano state dipinte; così, tanto per creare un minimo di garanzia, e per le scritte che avevamo fatto. Quindi, rispetto a questo processo, bisogna fare alcune considerazioni. Intanto sui “blocchi” che non sono avvenuti, poi sulla finalità assolutamente sociale e popolare della manifestazione e il fatto stesso che la condanna è particolarmente severa perché siamo stati condannati tutti quanti. anche chi magari era soltanto marginalmente presente; per “concorso”, appunto, in tutti questi capi di accusa. E’ normale amministrazione, ogni giorno stanno arrivando denunce, ma anche delle sentenze. E sono tutte quante sentenze di questo tipo, quindi prima o poi nella nostra vita, anche io prima di morire, riuscirò a mettere insieme magari una ventina di anni di carcere. Questo è quello che sta succedendo in questo paese dove, come dicevamo anche ieri, non si tratta più solo di emergenza democratica, ma si tratta di vero e proprio fascismo. E noi rivendichiamo comunque il diritto alla resistenza. Contro il potere ingiusto la resistenza non solo è un diritto ma anche, soprattutto, un dovere.
Al Tribunale civile perché diventa una causa civile da parte della SItaf. La denuncia e la condanna penale è una buona garanzia per la Sitaf, che sarà anche ascoltata sul piano civile. Le imputazioni e le motivazioni della condanna sono, intanto, “violenza privata aggravata a danno dei casellanti”, i quali non sono assolutamente stati né malmenati, né toccati. E poi “violenza privata aggravata ai danni degli automobilisti”, che invece passavano molto sereni, tranquilli e contenti dandoci pure ragione.. Qualcuno di loro è stato sentito anche al processo… La Sitaf li aveva presentati come suoi testimoni e loro, pur come testimoni dell’accusa, hanno assolutamente sfatato questa violenza che noi avremmo fatto nei loro confronti. Inoltre “interruzione di pubblico servizio” perché, mentre noi il traffico non l’abbiamo mai interrotto, c’è stato un momento di rallentamento perché davamo i volantini. E infine “danneggiamento” per le telecamere che erano state dipinte; così, tanto per creare un minimo di garanzia, e per le scritte che avevamo fatto. Quindi, rispetto a questo processo, bisogna fare alcune considerazioni. Intanto sui “blocchi” che non sono avvenuti, poi sulla finalità assolutamente sociale e popolare della manifestazione e il fatto stesso che la condanna è particolarmente severa perché siamo stati condannati tutti quanti. anche chi magari era soltanto marginalmente presente; per “concorso”, appunto, in tutti questi capi di accusa. E’ normale amministrazione, ogni giorno stanno arrivando denunce, ma anche delle sentenze. E sono tutte quante sentenze di questo tipo, quindi prima o poi nella nostra vita, anche io prima di morire, riuscirò a mettere insieme magari una ventina di anni di carcere. Questo è quello che sta succedendo in questo paese dove, come dicevamo anche ieri, non si tratta più solo di emergenza democratica, ma si tratta di vero e proprio fascismo. E noi rivendichiamo comunque il diritto alla resistenza. Contro il potere ingiusto la resistenza non solo è un diritto ma anche, soprattutto, un dovere.
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