Saremo domani al fianco delle lavoratrici, precarie, giovani
disoccupate che scenderanno in piazza nella settimana dell' 8 marzo, giornata
di lotta storica e di classe.
Nessuna mera ripetizione ma una tappa importante nel nostro
percorso di doppia lotta, di classe e di genere, contro una condizione di
doppio sfruttamento e doppia oppressione prodotti da questa società che questo
governo, al servizio della classe dominante,
con le sue leggi sempre più reazionarie e sessiste oggi aggrava.
Niente a che fare quindi con la mera riduzione commerciale a
"festa della donna" , con gli 8 marzo nel chiuso dei palazzi del
potere o da ceto privilegiato del femminismo borghese istituzionale...
Ma doppia lotta e ribbellione, la doppia B nello striscione
che domani avremo vuole dare questo senso, perchè come abbiamo gridato nello
sciopero delle donne del 25 novembre 2013 "TUTTA LA NOSTRA VITA DEVE
VERAMENTE CAMBIARE!"
Rispondiamo all'invito delle lavoratrici e scendiamo tutte
in piazza
AL PALAZZO DELLA PRESIDENZA DELLA REGIONE
PIAZZA INDIPENDENZA ORE 15,30
le compagne del
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
*********
Il volantino nazionale che diffonderemo
8 marzo
DONNE, IN LOTTA CONTRO IL GOVERNO RENZI!
Le leggi e i
provvedimenti del governo Renzi nei confronti della maggioranza delle donne si traducono in
un doppio attacco, che unisce licenziamenti, precarietà, mancanza di lavoro a
più oppressione nelle condizione di lavoro e di vita.
Che cosa significa
per noi donne una legge come il Jobs Act, per la cui approvazione questo
governo si è molto impegnato con tutta una campagna ideologica, mass mediatica
per spacciarla come la soluzione a una disoccupazione vergognosa e dilagante
nel nostro paese che colpisce in particolare le donne e i giovani?
Con le nuove regole sulle assunzioni che cancellano
l’art.18, il governo Renzi ha dato ai padroni la libertà di licenziare, ha
legittimato la precarietà permanente, altro che risolvere la disoccupazione!
Per le donne in particolare, considerate spesso “spese in più” dai padroni, per
via della maternità per esempio, il Jobs Act ne aggrava la condizione
lavorativa con una maggiore precarietà, i padroni possono ricorrere a più
contratti a termine o non assumere alla scadenza dei tre anni prima del
passaggio a tempo indeterminato,
ricacciando a casa la lavoratrice. Nessun provvedimento c'è nel Jobs act
per le donne disoccupate, né in termini di possibilità lavorative né di salario
garantito. Tutto questo non fa che peggiorare la nostra dipendenza e
subordinazione nella famiglia.
Per noi donne aumentano le discriminazioni sul e per il
lavoro (la stessa direttrice del Fondo Monetario Internazionale è arrivata a
parlare di “sessismo sul lavoro e cospirazione verso le donne”); e la grave
introduzione del “demansionamento” nel Jobs act sarà un'arma dei padroni per
togliere diritti contrattuali alle donne – alle vecchie e nuove discriminazioni
si uniscono spesso attacchi sessisti alla nostra dignità da parte di padroni e
capi, ricattabilità per le donne costrette a subire anche molestie sessuali
Si mettono più a
rischio diritti come l’indennità di maternità e si colpiscono ancora le
lavoratrici madri che con una peggiore situazione di precarietà lavorativa
hanno più difficoltà per es. a rientrare nei requisiti per gli asili pubblici,
ecc.
Ma Renzi, dall’alto della sua ipocrisia, dice invece che
“lui ci pensa eccome alle donne!”. Ed ecco che con il consenso delle sue
ministre il cui disprezzo vero noi donne, in particolare le proletarie, non ha
limiti, Renzi ha sfornato il “nuovo” vergognoso
provvedimento del Bonus Bebè, una misera elemosina di stampo fascista in cambio
della “produzione” di figli… Ma quanta benevolenza! Ma non certo per le donne!
Ma solo e ancora una volta per il mercato dei padroni… meno figli in questa
società significano meno braccia da sfruttare per accumulare il loro profitto
ed è un pericolo che le donne si sottraggano a quello che deve essere un loro
ruolo funzionale a questo sistema sociale capitalistico: macchina riproduttrice
e strumento al servizio del lavoro di cura in famiglia. Se poi i figli non si
possono campare, al governo Renzi non interessa un bel fico secco! L’importante
è lavorare alacremente per la classe dominante in ogni ambito!
La riforma della
“buona scuola”, altro cavallo di battaglia del governo, sempre più a misura
degli interessi del Capitale, colpirà tante donne visto che la popolazione
lavorativa del mondo scolastico è in
maggioranza al femminile. Dietro termini quali meritocrazia, organici funzionali,
sburocratizzazione, digitalizzazione, esternalizzazione dei servizi di
segreteria… e dietro i proclami mensili
sulla stabilizzazione dei precari, il governo si prepara a ricacciare a casa
tante lavoratrici tagliando ulteriormente sugli organici, eliminando la
chiamata dei supplenti temporanei, ecc.
Anche sul piano
sociale, il governo Renzi peggiora soprattutto la condizione delle donne. Il
provvedimento sul piano casa colpisce moltissime famiglie senza casa in cui
tante sono le donne che lottano, contro cui il governo ha risposto invece con
una pesante azione repressiva. Gli ulteriori tagli alla sanità, fatti con la
legge di stabilità - 3mila posti letto in meno! - scaricano tutto sulle donne
il lavoro di cura e assistenza sanitaria, e ancora oggi una neonata neanche
viene al mondo e muore uccisa dalla mancanza di strutture ospedaliere adeguate.
Il Governo Renzi è,
quindi, CONTRO la maggioranza di noi donne.
E non si tratta solo di un attacco delle nostre condizione
di vita, perchè questo non fa che aumentare a livello di massa l’humus
reazionario, sessista e maschilista, la concezione di subordinazione delle
donne sul piano sociale, l’oppressione in famiglia, un clima e condizione che
portano più facilmente alla legittimazione della violenza fino ai femminicidi…
E' questo attacco
sistemico, continuo contro le donne la vera violenza!
Renzi, che si è
fatto un vanto per aver messo nelgoverno più ministre, che però si comportano
come servette, più realiste del re, una vera offesa per le donne, è in realtà
il "primo maschilista"!
Ecco perché questo 8 Marzo scendiamo in piazza
contro il governo Renzi dicendo a tutte le lavoratrici, disoccupate...
“Noi donne dobbiamo e vogliamo essere la forza più
combattiva per uno sciopero generale per la caduta del governo Renzi, delle sue
odiose ministre, e dei suoi provvedimenti.
Abbiamo doppie ragioni per farlo!”
Abbiamo dimostrato con lo sciopero delle donne del 25
novembre 2013 quanto possiamo essere forti, unite, decisive per fare dello
sciopero una rivolta sociale che metta in discussione tutti gli aspetti odiosi
di questo sistema perchè “TUTTA LA NOSTRA VITA DEVE CAMBIARE”
Lavoratrici, precarie,
disoccupate Slai Cobas per il sindacato di classe – slaicobasta@gmail.com
Movimento
femminista proletario rivoluzionario – mfpr.naz@gmail.com
Nessun commento:
Posta un commento