Verso l'8 marzo a L'Aquila, con le studentesse e gli studenti in lotta
Oggi a L’Aquila, come in tutta Italia, le studentesse e gli studenti sono scesi in piazza per un altro modello di scuola, per un altro tipo di società, per ricordare Lorenzo, ucciso dall'alternanza scuola-lavoro, contro le molestie e le violenze che anche a scuola colpiscono le studentesse e in solidarietà con le ragazze di Cosenza che questa violenza hanno avuto il coraggio di denunciare.
Due gli striscioni esposti durante il presidio davanti alla Regione: "Lorenzo, sangue del nostro sangue", "contro questo modello di scuola ora decidiamo noi", a cui si è aggiunto un cartello portato dalla compagna dello Slai Cobas s.c. ed mfpr.
Ricchi e profondi sono stati gli interventi che si sono succeduti. Certo, l’illusione riformista aleggia anche in parti di questo movimento, ma l’insieme degli interventi che si sono succeduti contro il PCTO, la meritocrazia, la competitività e l’individualismo; l’apertura mentale, la freschezza e l’empatia che queste e questi giovani hanno mostrato oggi a L’Aquila sono il terreno fertile in cui è possibile mettere in moto un processo concreto di azioni e relazioni verso e oltre l’8 marzo.
Tra gli interventi quello di un compagno del collettivo Fuori Genere, che ha parlato nel dettaglio della situazione che vivono studentesse, studenti e personale scolastico in periodo pandemico e della violenza agita anche qui a L’Aquila nei confronti di alcune studentesse. Il compagno ha poi portato la solidarietà del collettivo al movimento studentesco e ha invitando tutte e tutti all’assemblea di preparazione dell’8 marzo.
Una studentessa ha ricordato l’ignobile vicenda delle molestie denunciate dalle coraggiose studentesse di Cosenza, e ha aggiunto che non si tratta di un fatto isolato, ma di un humus di maschilismo di cui è impregnata l’attuale istituzione scolastica, per cui è giusto e doveroso chiedere dei provvedimenti, ma questi da soli, ammesso che vengano presi, non bastano, bisogna lottare e combattere alla radice questo clima sistemico di odio verso le donne.
La compagna del MFPR ha portato il saluto solidale delle donne/lavoratrici dello Slai Cobas s.c. e del mfpr e ha diffuso il volantino allegato, che è stato preso con piacere e diffuso dagli stessi studenti:
Il lavoro serve per vivere non per morire!
La scuola è degli studenti non dei padroni!
Per questo oggi dire no all’alternanza scuola lavoro vuol dire lottare per riprendere nelle mani il nostro futuro a partire da una scuola liberata dalle concezioni della competizione e del profitto, del merito e dell’individualismo, a cui vorrebbero istruirci per accettare a testa bassa come ineluttabile il futuro di miseria e precarietà e sfruttamento che questo sistema dei padroni produce ogni giorno mentre una esigua minoranza aumenta la sua ricchezza sulla nostra pelle.
I padroni da anni sono entrati nelle scuole per preparare nuova forza lavoro a basso costo e senza diritti, con l’aiuto del governo e delle leggi dello Stato “democratico”, la riforma Renzi-Giannini che ha posto l’alternanza obbligatoria. “La sfida, adesso, è un rapido cambio di paradigma; va messa in campo una nuova didattica; istituti e imprese sono chiamati a co-progettare i percorsi formativi… La “nuova alternanza” obbligatoria interesserà nel corso del prossimo triennio, gli studenti chiamati a fare alternanza saranno circa 1,5 milioni” – Alternanza scuola lavoro: le proposte di Confindustria Il Sole 24 ore – 13 ottobre 2015 di C. Tucci
Nelle fabbriche poi continua la formazione aziendale per plasmare il lavoratore ai valori della produzione anche grazie ai contratti nazionali di lavoro dei sindacati confederali che con il ricatto del lavoro precario, contratti a termine e agenzie interinali, tengono i giovani operai incatenati e succubi del padrone, una catena che dobbiamo spezzare. Ma attenzione questa catena si stringe intorno al collo dell’intera classe operaia, perchè questa situazione è un attacco a tutti i lavoratori, per tenerci divisi, ricattati e deboli, mentre governo e padroni scaricano la crisi sulle masse con peggioramenti di vita e di lavoro.
Per questo lavoratori e lavoratrici devono condividere le ragioni degli studenti, denunciare la repressione poliziesca, sostenere la mobilitazione degli studenti, perché stanno combattendo contro lo stesso nemico e l’unità operai e studenti fa paura allo Stato dei padroni, lo spettro del ‘68 e delle lotte operaie 69-70, sono l’ossessione della borghesia (cosi esultava la Gelmini nel 2015 “Alla fine il tempo ci ha dato ragione! Dopo anni di battaglie per risollevare un sistema educativo intorbidito dalla coda del ’68, ora anche la sinistra finalmente ha dovuto dare atto ai Governi Berlusconi di aver agito nella direzione giusta per riportare la scuola italiana ai fasti che merita.”). Perché sanno che quando la classe operaia prende in mano la direzione della lotta di classe diventa il motore del cambiamento e del progresso per una nuova umanità sempre più necessaria di fronte alla putrefazione della società del capitale, resa ancora più evidente dalla pandemia.
Slai Cobas per il sindacato di classe
Ha ricordato, anche nel cartello esposto, che l’8 marzo sarà sciopero, e ha invitato le studentesse e gli studenti a confluire, con la loro lotta, a quella giornata.
Nessun commento:
Posta un commento