Direttamente dal presidio di Bologna - info di un compagna dell'Assemblea Donna/Lavoratrici
Questa mattina si è svolta a Bologna l'ultima udienza per l'assassinio di Akita.
La sentenza arrivata in questo momento ha condannato il suo assassino all'ergastolo. Una condanna positiva ma che non fà giustizia ad Akita e alla sua famiglia per una morte annunciata, violenta e premeditata.
Al presidio noi dell'Assemblea delle lavoratrici abbiamo portato la nostra vicinanza condannando la società, le istituzioni e i governi, non meno la magistratura che non fanno nulla per fermare questa mattanza.
Siamo al fianco delle donne che subiscono violenza e portiamo nel cuore tutte le donne uccise.
Erano presenti al presidio le compagne di altre città appartenenti al 'Comitato 23 settembre', Pavia, Milano, Novara. Le uniche che hanno disertato questo importante appuntamento sono state quelle di NUDM.
DI SEGUITO IL VOLANTINO CHE E' STATO DISTRIBUITO DURANTE IL PRESIDIO.
LA FURIA DELLE DONNE SCATENIAMO
Due anni fa veniva uccisa Atika, un assassinio annunciato, complice le istituzioni e la magistratura che non l'hanno protetta.
L'uccisione delle donne, quelle di cui si parla e quelle che avvengono in silenzio, sono una strage che è diventata quasi una normalità. I dati ci dicono che sta diventando la prima e più inaccettabile forma di crimine, pari per numero solo alle morti sul lavoro, ma da questi dati non si possono dimostrare le vere ragioni di questa guerra contro le donne.
Femminicidi, mattanze compiute all'interno della Famiglia che è il puntello di questa società, la base di un sistema barbaro e marcio fino alle radici, fondato sull'oppressione e sullo sfruttamento e che mostra sempre più il suo vero volto, di barbarie e orrore, di morte.
Siamo al fianco delle donne che hanno e subiscono violenza e portiamo nel cuore tutte le donne uccise. Il nostro odio irriducibile di donne e lavoratrici va a questo sistema sociale che quotidianamente inghiotte le nostre vite, le nostre speranze nella pancia insaziabile del capitale, perché nessuna donna è proprietà di un uomo, perché nessun uomo si deve sentire libero di disfarsi di una donna perché considerata una proprietà, perché tutto questo non diventi un'abitudine, la normalità. Ogni volta che viene colpita una donna tutte dobbiamo sentirci ferite a morte nel corpo e nella mente: quando una donna viene stuprata, uccisa e offesa, siamo tutte parte lesa.
L'aumento dei femminicidi, come degli stupri e delle violenze sessuali contro le donne trova il suo ambito favorevole ed incentivante nella situazione generale di marcia verso il moderno fascismo che è l'edificazione a sistema di tutto ciò che è reazionario, maschilista. In questo senso le uccisioni non si potranno fermare, né ci sono interventi di legge e di controllo che possano frenarli. Anzi gli interventi dei vari governi, di natura securitaria, repressiva (aumento delle pene) di controllo delle donne, di chiusura dei luoghi delle donne, le incentivano perché si vuole imporre verso le donne una politica e clima reazionario, conservatore, integralista.
Come donne, come lavoratrici dobbiamo dare vita a una lotta dura e rabbiosa. La nostra ribellione contro questa società putrida, lurida e marcia che produce ed è la madre di tutte le violenze contro le donne, deve rivoltarla senza delegare a governi e istituzioni: quest'ultimi, con le loro politiche di attacco ai diritti più basilari, sessiste e reazionarie, ci uccidono ogni giorno.
ASSEMBLEA DELLE DONNE/LAVORATRICI
per contatti: rosetta@anche.no
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