L’occupazione delle donne al Sud è crollata al 33%, ovvero trenta punti indietro rispetto al resto dell’Italia e dell’Europa, contro un tasso di occupazione del 59,2% al Centro-Nord e del 63% nell’Ue-27. I dati peggiori arrivano dalla Calabria e dalla Basilicata: qui il tasso di occupazione femminile è sceso dal 31% del 2007 al 30,3% del 2019.
La distanza del tasso di occupazione femminile da quello maschile è arrivato a toccare i 18,2 punti percentuali contro i 10,1 punti della media europea.
Tutti sperano nei finanziamenti del Pnrr, ma i 38,8 milioni destinati per sostenere l'occupazione femminile vanno... a "nuovi progetti di imprenditoria femminile... supportando le start up femminili attraverso attività di mentoring, assistenza tecnico-manageriale e misure per la conciliazione vita-lavoro"; altri interventi vanno nel senso di "formazione, trasformazione continua delle abilità e competenze, investimento dell'istruzione (una sorta di scuola-lavoro al femminile).
Come si vede: soldi alle donne della media borghesia per aiutarle ad essere imprenditrici; mentre alla stragrande maggioranza delle donne che non trovano lavoro o vengono licenziate solo corsi di formazione, aria fritta...
E mentre politici borghesi, parlamentari, stampa fanno le "lacrime di coccodrillo", nessuno dice niente nè tantomeno il governo attua provvedimenti verso i padroni non solo piccoli, ma anche medio-grandi che stanno licenziando centinaia di lavoratrici, chiudono fabbriche, delocalizzano per fare più profitti.
Non è da questo governo che sta dando milioni e milioni ai padroni che può venire la soluzione a questo "ritorno a casa" di migliaia di donne, a questo nuova dipendenza, subordinazione delle donne dalla famiglia.
Dobbiamo lottare, unirci e lottare, generalizzare le lotte, ancora poche, esistenti contro i licenziamenti.
Non vogliamo le ipocrite periodiche dichiarazioni. Vogliamo che invece padroni, governo, Stato si preoccupino e temano la nostra determinazione, la nostra marcia in più.
Mettiamola in campo nello sciopero delle donne l'8 marzo!
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