19/02/22

Ieri alle manifestazioni studentesche - VERSO L'8 MARZO!

A MILANO

Dal report delle compagne del Mfpr
Oggi c'è stato il corteo degli studenti organizzato a Milano: questo arriva dopo le occupazioni di alcuni licei avvenute nei giorni scorsi.
Hanno gridato e spiegato la loro rabbia per una scuola inadeguata, una presa in giro che gli ruba il futuro.
Hanno parlato di di lotte da fare e come bisogna "cancellare"  tutte le brutture di questa società: la violenza di genere, il razzismo, il sessismo, l'alternanza studio/lavoro. 
Abbiamo volantinato e fatto un grosso cartellone che ha attirato l'attenzione, infatti è stato molto fotografato, siamo anche state intervistate.
(Rai 3). Alla fine il grosso cartellone è stato esposto presso T28(transiti).

A TARANTO

L'intervento di una lavoratrice al presidio/assemblea in piazza degli studenti.

Un forte saluto e solidarietà da parte delle lavoratrici dello Slai Cobas per il sindacato di classe e del movimento femminista proletario rivoluzionario.

Il governo parla di ritorno alla normalità, ma la normalità che vogliono lor signori è continuare a sfruttarci, nei posti di lavoro come nelle scuole. Si parla di ritorno alla normalità, per imporre il ripristino del vecchio modello di esame e del vecchio modello di scuola. Una scuola al servizio non degli studenti, delle studentesse, ma una scuola al servizio delle aziende, una scuola che non insegna ad appropriarsi di una coscienza critica, ma ad essere sfruttate e sfruttati in silenzio, a regalare ore di lavoro ai padroni, e spesso anche la vita.

La morte di Lorenzo poi di Giuseppe dopo pochi giorni non è stata casuale. Sono stati uccisi da questo modello di scuola, per questo modo di produzione fondato sullo sfruttamento. Sono vittime di questo sistema capitalista come tanti lavoratori e tante lavoratrici, come Laila EI Harim o Luana d’Orazio ad esempio, che nonostante avessero denunciato il malfunzionamento dei macchinari ai quali lavoravano sono state tenute in fabbrica con quei macchinari e quei ritmi di sfruttamento fino a morirne, perché per il sistema capitalista la sicurezza sul lavoro è un costo, così come la sicurezza nei luoghi di studio e sul territorio, così come la salute pubblica.

La Ministra Lamorgese si preoccupa della sicurezza delle manifestazioni, ma se ne frega della sicurezza degli studenti.

Per tutte queste morti non può bastarci il lutto, sono i padroni, questo sistema, il governo che li sostiene che devono pagare tutto! Ecco perché è importante questa iniziativa oggi qui, e tutte le manifestazioni degli studenti e delle studentesse che stanno attraversando l’Italia dal nord e al sud, e che questo Stato borghese non ha esitato a reprimere, manganellando studenti e studentesse, o ora cercando di perseguire i più attivi (li chiama “infiltrati”).

Ma gli studenti hanno tutto il diritto di fare cortei, presidi. Perché questa scuola non è la scuola che ti fa vivere, è la scuola che ti fa morire, non è la scuola che ti fa crescere e ti forma nella solidarietà, ma ti forma nell’individualismo e nello sfruttamento, ti educa alla sottomissione, alla competizione e all’ignoranza e non può essere riformata!

Per le donne poi questo modello di scuola mostra ancor di più la sua ipocrisia: le studentesse studiano, per poi uscire dalla scuola e trovarsi in una società in cui le donne sono le prime ad essere licenziate, sono le prime a essere precarizzate o a rischiare il posto di lavoro se aspettano un figlio. Una scuola che dovrebbe educare alla “convivenza civile”, alla “parità di genere”, e poi tace sulle molestie sessuali e le discriminazioni agite anche nella stessa istituzione scolastica, come accaduto a Cosenza ad esempio. Una scuola dove le donne, pur studiando di più rispetto agli uomini, hanno meno possibilità di emanciparsi, e quando escono dalle scuole vengono uccise ogni giorno, violentate ogni giorno!

La scuola è degli studenti e delle studentesse, non dei padroni !

Questa è una scuola che insieme studenti e lavoratori dobbiamo combattere per prendere nelle mani il nostro futuro!

Questa unità la dobbiamo far vivere da subito. A Taranto tanti lavoratori, lavoratrici sono buttati fuori dal lavoro, alcuni stanno lottando, ma serve la solidarietà.

COSTRUIAMO INSIEME A TARANTO L’8 MARZO. L’8 marzo è la giornata internazionale di lotta delle donne, non è un giorno di mimose, di rose e cioccolatini, è un giorno di lotta, perché per questa giornata tante operaie sono morte uccise!

PER PREPARARLA IL 1° MARZO VI SARA’ UN’ASSEMBLEA NAZIONALE ON LINE ALLE 17,30 - PARTECIPATE! il link è: https://meet.google.com/pyp-tnni-ttj

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