06/01/21

Un contributo da Bologna - Smart working: per il sistema capitalista, perfetta conciliazione di lavoro e famiglia...

Le condizioni della donna oggi tocca tutti gli aspetti a 360°, dalle condizioni di vita, di lavoro a quella familiare, a quella sessuale, a quella culturale.
Da sempre il sistema capitalista ha trovato nella famiglia il suo pilastro fondamentale, attraverso di essa assicura la riproduzione della forza lavoro, non solo della specie ma anche dei bisogni, cioè consumo necessario all’economia capitalista.
Il lavoro riproduttivo è essenziale per la società capitalista, non ci può essere produzione senza riproduzione, che viene regolata, determinata dalle stesse leggi del sistema.
L’istituzione familiare inoltre funge anche da ammortizzatore sociale; è su di essa ed essenzialmente sulla donna che lo stato scarica l’onere dei servizi sociali: sanità, assistenza, infanzia, ecc. ecc.
In più la famiglia ha il compito fondamentale di tramandare e perpetuare le idee, i valori e i costumi che inchiodano le donne alla subalternità, alla schiavitù familiare e sociale.

Con questa premessa si vuol fare emergere che l’utilizzo dello smart working non è altro che la perfetta conciliazione di lavoro e famiglia che non viene più separata, ma intrecciata rendendo palese il doppio sfruttamento e oppressione.
Il suo utilizzo è stato nel passato usato su pochi lavoratori, mentre in occasione del lockdown, un grandissimo numero di lavoratrici e lavoratori pubblici e privati sono stati coinvolti in un nuovo modo di concepire il lavoro.
Siamo tornati al lavoro a domicilio in chiave moderna, con cui il capitale realizzava e realizza “due piccioni con una fava”, esso è una strategia a lungo termine, che occuperà migliaia di donne, sarà invisibile, evaderà i tentativi di sindacalizzazione e ridurrà i salari al minimo, mentre verrà garantito il ruolo di riproduzione della forza lavoro delle donne col lavoro domestico.
Inoltre è emerso che il rischio è di entrare in una specie di bolla dove non c’è veramente fine al tempo del lavoro che si mischia continuamente con il tempo di vita, si rincorrono e si condizionano, si finisce per es. di lavorare fino a notte tarda per portare a termine “il progetto o la fase lavorativa” e questo coinvolge soprattutto le donne che vengono assorbite nei loro tempi di vita, del lavoro di cura della famiglia.
Si è assistito inoltre ad un aumento della violenza maschile contro le donne, innescata in parte dal timore della concorrenza economica, in parte dalla frustrazione per non essere in grado di provvedere al mantenimento della propria famiglia.
La questione donna quindi va affrontata mettendo al centro la contraddizione tra capitale e lavoro.

Giusy - Bologna

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