16/01/21

Il 15 a Bergamo si è svolto verso le fabbriche in cui le operaie devono lottare non solo contro i padroni e i sindacati loro servi, ma anche contro il maschilismo dei lavoratori maschi


La giornata di mobilitazione delle lavoratrici è stata portata alla fabbrica
Montello sia rivolgendosi a tutte le operaie che hanno bene accetto il volantinaggio al cambio turno che spiegava il significato della giornata e con il retro la piattaforma, sia verso le operaie più attive nella lotta per riorganizzare e dare forza al sindacato di classe. Si è iniziato ad approfondire i contenuti della piattaforma donne/lavoratrici come strumento per diventare più forti vedendosi parte di una lotta più generale nel movimento delle donne (una operaia si è fatta leggere tutti i punti dal figlio studente); partendo dalla necessità e dal bisogno di portare nelle prossime giornate di lotta, a partire dallo sciopero del 29 gennaio, la doppia voglia di lottare e ribellarsi delle operaie con tutte le difficoltà della condizione delle donne lavoratrici fuori dalla fabbrica (famiglia, figli etc), ma anche in fabbrica dove si trovano a contrastare il sistema del padrone (un vero e proprio padre-padrone, moralista e patriarcale che ricordiamo si è agitato e ha preso paura per le iniziative del mfpr che ha cercato di paragonare ad una minaccia terroristica e che invece è stato dallo stesso querelato e dovrà andare a processo quest'anno) che ha messo in piedi un vero e proprio sistema di sfruttamento delle donne, attraverso i capi delle cooperative, la cgil e anche gli stessi operai maschi...

Cosi le operaie devono stare attente anche agli uomini, sempre pronti a fare da scudo al padrone per mantenere i loro privilegi in fabbrica sulle spalle delle operaie (lavoro sui muletti e non sulle faticose linee di smistamento dei rifiuti , con tanto di ore contrattuali e straordinarie garantite) mentre alle operaie cassa integrazione, diminuzione delle ore e aumento dei ritmi con i nastri che aumentano la velocità…).

Con la Cgil il sindacato che fa accordi con il padrone per licenziare le operaie per due soldi attraverso conciliazioni tombali che cancellano anni di sfruttamento e ne legalizzano altrettanti per le giovani operaie, carne fresca da spremere.

Altro che crisi covid… alla Montello attraverso una pesante ristrutturazione si vuol far pagare alle operaie.

Una battaglia difficile, quindi, quella delle operaie che vede il suo centro nella lotta per rafforzare il sindacato di classe prendendo la testa della direzione della lotta con l’obbiettivo di costruire la forza per spaccare questo sistema di sfruttamento padronale-maschilista…

A Bergamo in altre fabbriche, sono state affisse locandine e il testo della piattaforma, la presentazione della giornata.

Abbiamo cercato di fare assemblee in fabbrica; purtroppo, però, i tre stabilimenti di Evoca hanno aperto l'11 dopo quasi un mese e il venerdì sono chiusi per cig. Le operaie vengono consumate sulle linee di montaggio, e c'è un caso specifico, altre operaie fanno resistenza a intervenire direttamente (ma sono tantissimi i casi), sulle condizioni di lavoro.

Le operaie denunciano le tutele limitate, come il mancato inserimento delle patologie 'alla cervicale' tra quelle considerate nelle malattie professionali: “non è giusto che problemi alla cervicale importanti non siano considerati nella malattia professionale perchè i disturbi gravi con protuberanze o ernie influiscono sulle spalle e braccia in modo grave, si perde la forza in tutta la parte superiore della schiena ogni movimento o sovraccarico produce dolore ed impossibilità a svolgere qualsiasi mansione; ma viene negata l'origine professionale dei disturbi sofferti".

Alla Brembo nei sei turni di lavoro, dove c'è massima flessibilità ora impiego anche del 6x6, sono state messe locandine, diffuso il volantino con la piattaforma, con brevi presentazioni della giornata a diverse operaie, anche alle lavoratrici dell'agenzia Adecco che da tempo ha una base fissa in fabbrica per centinaia di operaie e operai.

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