“Lavoratrici e madri”. Sono le “magliette gialle”, le operaie dipendenti di LIS Group per conto di Yoox che sin dalla nascita della multinazionale e-commerce hanno contribuito alla sua crescita. Un centinaio di facchine e mamme, impiegate all’interno dei magazzini dell’Interporto di Bologna, che oggi denunciano un grave deterioramento delle loro condizioni lavorative. “Molte di noi lavorano per Yoox da più di dieci anni: chiediamo di poter essere lavoratrici e madri, le nuove condizioni di lavoro ci rendono impossibile vedere i nostri figli”, raccontano. Secondo una testimone, il 25 novembre – giornata contro la violenza sulle donne – la risposta della dirigenza Yoox sarebbe stata: “Per noi, voi siete invisibili”.
Dall'inizio della pandemia, cioè da ormai quasi un anno, i normali orari (dalle 8,30 di mattina alle 5 di pomeriggio) sono stati sostituiti con turni inconciliabili con gli impegni familiari e la cura dei figli. "I nuovi turni vanno o dalle 5,30 alle 13,30 o dalle 14,30 alle 22,30. In entrambi i casi, non riusciamo a portare i nostri figli a scuola e passare tempo con loro. Nelle settimane del turno serale, non li vediamo mai e siamo costrette a trovare una baby sitter che stia con loro fino alle 11 di sera", denunciano durante gli scioperi indetti all'Interporto di Bentivoglio (BO), dove si trovano i magazzini della multinazionale e-commerce.
Il deterioramento delle condizioni lavorative delle facchine Yoox è avvenuto in concomitanza con il cambio appalto della società che gestisce la manodopera dell'azienda. Il 2 gennaio 2020, alla liquidata Mr. Job subentrava la neocostituita LIS Group s.r.l., che assumeva con un nuovo contratto le lavoratrici addette al controllo qualità. Seppur apparentemente i termini fossero gli stessi, in realtà il cambio ha comportato l'abbattimento dei turni centrali e l'inserimento di nuovi orari inconciliabili con la gestione dei figli e della famiglia. L'arrivo della pandemia, poi, ha contribuito ad aggravare la situazione, con la riduzione delle pause da mezz'ora a due intervalli separati di 15 minuti, durante i quali "è impossibile anche solo pranzare, andare in bagno e riposarsi". "Teniamo conto del fatto che i magazzini all'interno dei quali operano le facchine non sono aereati, e lavorare intere ore con le mascherine le sottopone a una fatica ancora maggiore", sottolinea Eleonora Bortolato del sindacato SiCobas.
"Non siamo invisibili"
Non è tutto. Le lavoratrici lamentano anche comportamenti scorretti da parte dei dirigenti di LIS Group nei loro confronti. "Ci viene richiesto di fornire una giustificazione anche quando chiediamo un regolare permesso previsto dal contratto e se la spiegazione non piace ai dirigenti ci fanno delle storie", denuncia Laila, madre di due figli che ormai vede a stento. Un altro aspetto è l'assenza dei buoni pasto, di cui usufruiscono i dipendenti delle altre cooperative appaltatrici di Yoox, quali Geodis o MMP. A ciò si aggiungerebbero gravi episodi di discriminazione su base etnica e religiosa, denunciati da più lavoratrici all'unisono. "Durante una riunione, la responsabile di LIS Group ha detto davanti a tutti a una dipendente marocchina che non poteva portare la sua fede, perché è diversa da quella tradizionale italiana", denuncia Sana Fridhi, anche lei di origini marocchine. "Eravamo tutte presenti, ce lo ricordiamo bene – confermano le altre operaie – La nostra collega è scoppiata a piangere".
Non è la prima volta che le lavoratrici per conto di Yoox denunciano episodi di mobbing e violenza da parte dei responsabili delle società appaltatrici della multinazionale e-commerce. Già nel 2014, una serie di scioperi, denunce e proteste, avevano portato all'arresto di uno dei dirigenti di Mr. Job, Federico Gatti, condannato a 18 mesi per molestie sul lavoro e violenza contro le donne. In seguito al cambio appalto da Mr. Job a LIS Group, 40 di facchine hanno scelto di non firmare il nuovo contratto e di licenziarsi, giudicando impossibile continuare a lavorare con i nuovi turni di lavoro. "Noi chiediamo qualcosa che per molti può sembrare scontato. Il diritto di essere madri e lavoratrici. Ci rivolgiamo ai dirigenti Yoox, che lo scorso 25 novembre ci hanno risposto che per loro siamo invisibili: anche voi siete genitori e potete stare con i vostri figli. Perché noi no?", conclude l'operaia Sana Tarmoun.
LA POSIZIONE DELLA DIREZIONE YOOOX:
"Abbiamo appreso che un piccolo numero di dipendenti del nostro fornitore logistico Geodis ha manifestato scontento per i turni di lavoro. Sebbene non si tratti di nostri dipendenti, prendiamo la questione molto seriamente e stiamo discutendo con Geodis", si legge in un precedente comunicato. Continua: "Abbiamo inoltre appreso che queste misure sono state implementate per garantire la sicurezza e il distanziamento sociale dei loro dipendenti nel corso della pandemia, per permettere il corretto svolgimento delle operazioni nei centri di distribuzione e per continuare ad assicurare l’impiego di tutti i dipendenti. Ci è stato confermato che dopo le dovute consultazioni, tali turni sono stati concordati con le tre principali sigle sindacali – CGIL, CISL, UIL, e validati dal 99% dei lavoratori"
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