Oggi giornata di lotta e di azione siamo state in presidio sotto la prefettura di Milano in solidarietà con le lavoratrici degli alberghi, abbiamo volantinato e sostenuto le lavoratrici, molto tese e preoccupate, abbiamo fatto l'intervento dove abbiamo parlato della piattaforma come una traccia su cui costruire tutte le lotte di cui hanno bisogno le donne/lavoratrici e di come siamo contro questo sistema che ci scarica addosso questa crisi pandemica.
Da Sky TG 24
15:45 - Decine di lavoratori del settore alberghiero si sono riuniti davanti alla sede della Prefettura di Milano per rivendicare i propri diritti durante l'emergenza sanitaria. Tre i punti fondamentali della protesta organizzata dai sindacati Confederazione unitaria di Base e S.I. Cobas: "Chiediamo prima di tutto che il blocco dei licenziamenti venga prorogato fino a fine anno - ha detto Roberto Firenze di S.I. Cobas - e che le aziende non abbiano deroghe per aggirare tale blocco. In secondo luogo, che la cassa integrazione copra almeno l'80% dello stipendio, mentre ora arriva a malapena al 50%". "Rischiamo la fame" recita un cartello appeso al muro della prefettura. Infine, la questione degli appalti: "Sono mesi che organizziamo presidi - ha raccontato un'altra rappresentante dei Cobas - chiedendo a gran voce che il problema degli appalti venga risolto. È necessario costruire rapporti di lavoro stabili e assunzioni dirette perché la catena degli appalti è incontrollabile, come dimostra il caso dell'hotel Gallia, dove 80 lavoratori sono attualmente a casa perché a dicembre è stato ritirato l'appalto". "Siamo qui come lavoratrici che sostengono questa lotta - ha detto una rappresentante dell'assemblea nazionale donne lavoratrici che si è unita alla manifestazione -. Abbiamo sempre seguito questi presidi perché solo uniti si può ottenere qualcosa. E abbiamo indetto oggi, 15 gennaio, la giornata di azione delle donne lavoratrici". I manifestanti hanno ottenuto un tavolo di confronto con la prefettura milanese, dove verranno esposte le richieste dei lavoratori.
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