«Io sono fascista». Non ha mezzi termini uno dei carabinieri indagati (sono 33 in tutto), che giovedì sera ha parlato ai microfoni della trasmissione di La 7 “Piazza Pulita”, assieme a un collega.
Devono rispondere tutti a vario
titolo di soprusi, pestaggi, falsificazioni di atti, intimidazioni,
violenza aggravata, privata e sessuale nei confronti di
extracomunitari fermati e accompagnati in caserma. Secondo l’accusa, gli
stranieri una volta capitati nelle mani dei militari di stanza a Aulla,
Licciana e Pontremoli, erano sottoposti ad autentiche vessazioni. Una
denuncia alla quale ne sono seguite altre e che ha fatto scoppiare lo
scandalo.
Le telecamere della trasmissione di Corrado Formigli hanno raccolto testimonianze inquietanti.
La professione sicura del fascismo di un carabinieri non è il solo
elemento eclatante. Perché l’inviata di La 7 recupera l’audio originale
di un’intercettazione ambientale durante uno dei pestaggi. Un cittadino
marocchino è fermato e accusato di essersi disfatto di un bilancino che
lui continua a sostenere non avere mai detenuto. I due carabinieri lo
seviziano ripetutamente con scariche elettriche, lo colpiscono con pugni
e calci (come dice la voce fuori campo), e soprattutto minacciano:
«Guarda, dimmi dove l’hai buttata perché sennò ti faccio del male», e
ancora già insulti: «Questo grandissimo sacco di m….».
Secondo il servizio di “Piazza Pulita”, uno dei due carabinieri che in questa circostanza sta infierendo sul malcapitato è Alessandro Fiorentino, l’unico dei rappresentanti dell’Arma che da giugno scorso è ancora rinchiuso nel carcere militare di Verbania.
Per lui e altri colleghi, Claudio
Giorgi, titolare del bar Red Route di Pallerone ha promosso tante
iniziative, prima tra tutte una raccolta fondi per la sua e le altre
famiglie che, a causa dello stop completo o parziale dello stipendio,
versano in condizioni economiche disagiate. Ma nei confronti di
Fiorentino, le immagini mostrano la testimonianza di uno straniero di
Aulla che assicura come fosse uno dei più cattivi: «Faceva come i tedeschi»,
è il sinistro riferimento a un periodo storico da dimenticare. E poi ci
sono alcuni post comparsi sulla sua pagina Facebook. Deve essere in
treno o pensare a quel mezzo quando scrive: «Qualcuno sa dirmi se quel
“non gettare alcun oggetto dal finestrino” sul treno, comprende anche
gli zingaracci?». In un’altra intercettazione, riportata nelle carte
dell’inchiesta dice testualmente: «Minchia quante botte hanno preso quei
due neri, penso che se lo ricorderanno finché campano».
Fiorentino e i carabinieri indagati, al
Red Route dov’è stato girato uno dei due filmati, ottengono solidarietà.
E poi i due carabinieri che parlano con la giornalista raccontano fatti
ancora più inquietanti. Da «io sono fascista», a «sono cose sempre
accadute nei carabinieri, nella polizia, nella guardia di finanza, il
fatto di prendere con prepotenza il delinquente, perché se vuoi stare in
mezzo alla strada devi lavorare così», dice un militare riferendosi ai
pestaggi e all’atteggiamento di prevaricazione nei confronti degli
stranieri. Stranieri oggetto di insulti: «Loro nelle vene non gli scorre
il sangue, gli scorre il veleno». E infine: «La fortuna di Aulla è che
non c’è scappato il morto».
Alessandro Grasso Peroni
da Secolo XIX
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