Riceviamo e pubblichiamo:
Il primo novembre è iniziato in
piazza Syntagma, cuore di Atene, uno sciopero fame da parte di 14 richiedenti
asilo, sette uomini e sette donne. Provengono soprattutto dalla Siria, ma anche
da Iraq e Afghanistan, e denunciano la difficoltà poste nei ricongiungimenti
famigliari.
Da marzo hanno un permesso
tedesco per raggiungere i propri familiari, ma sono innumerevoli le difficoltà
burocratiche. Per legge il costo del viaggio dovrebbe essere a carico del
governo ellenico che però fino ad oggi non ha mai stanziato un euro. Il rischio
concreto è che queste perosne pur di raggiungere la propria famiglia finiscano
nelle mani dei trafficanti. Sono 4600 i rifugiati che si trovano in questa
situazione.
Il prossimo 8 novembre sono
previste due manifestazioni: una proprio ad Atene, la seconda invece a Berlino.
L’appello è quello di organizzare iniziative sotto i consolati tedeschi in
tutta europa.
La protesta in piazza
Syntagma denuncia inoltre le pessime condizioni di vita in cui sono
costretti i migranti, non sono ad Atene ma anche nelle isole greche, come
Lesbos, dove migliaia di migranti si preparano a un nuovo gelido inverno senza
praticamente alcun sostegno. anche qui 6 migranti sono in sciopero della fame.
Da piazza Syntagma Marita Cassan,
nostra collaboratrice. Ascolta o scarica
Qui invece l’appello di
solidarietà
Un appello delle rifugiate e dei
rifugiati in sciopero della fame e collettivi solidali in stato di
mobilitazione permanente in piazza Syntagma, Atene
Dopo oltre quattro mesi di
proteste presso l’ufficio greco per l’asilo e l’ambasciata tedesca, dopo un
anno e mezzo di vita nei campi per migranti nelle isole greche e nella Grecia
continentale in condizioni precarie, dopo aver dovuto lasciare la Siria, l’Iraq
e l’Afghanistan a causa della guerra, oggi le nostre famiglie, ancora divise,
chiedono di poter vivere insieme in pace.
Ci sono oggi circa 4500 persone
in attesa di poter trasferirsi in Germania e raggiungere così le proprie
famiglie. Noi stiamo aspettando da più di 18 mesi. Siamo genitori, padri e
madri, separati dai propri figli e dai propri consorti, genitori, parenti. Tra
di noi vi sono anche molti minori. Alcuni minori si trovano in Germania da
soli, separati dai propri genitori durante la fuga dalla guerra.
Scappiamo dalla guerra, e ci
troviamo intrappolati in Grecia con altre migliaia di rifugiati e rifugiate.
Tra di noi, ci sono persone malate, anziane, disabili, vittime di tortura e di
altre forme di sfruttamento e violenza.
La maggior parte di noi ha
completato le procedure per il ricongiungimento da più di 6 mesi, superando il
tempo massimo di attesa previsto dalla legge, infrazione resa possibile da un
accordo informale tra i governi greco e tedesco in deroga delle disposizioni
legislative vigenti.
In media, 9 mesi sono passati da
quando abbiamo ricevuto il permesso per il ricongiungimento. Non sappiamo
quando potremo partire per raggiungere le nostre famiglie. Le spese di viaggio
dovranno essere sostenute da noi, un’altra condizione che non solo ostacola
ulteriormente la riunificazione ma è anche illegale.
Ieri, primo novembre 2017, 14
persone, 7 donne e 7 uomini, hanno deciso di iniziare lo sciopero della fame
per protestare contro questa situazione. Intendiamo denunciare la crudele
politica europea in materia di migrazione, imposta a noi e alle nostre
famiglie. Un sistema repressivo che ha lo scopo di portarci alla disperazione e
al silenzio, demoralizzandoci. Ma noi non rinunciamo ai nostri diritti e non ci
lasceremo silenziare. La nostra schiena è dritta, e abbatteremo il muro che ci
separa dalle nostre figlie e figli, genitori e parenti.
Chiediamo:
che i governi greco e tedesco
rispettino il limite legale dei sei mesi previsti dalla legge per la le
riunificazioni.
che le autorità greche e tedesche
mettano a disposizione immediata voli charter per tutte le persone rifugiate
che sono già in attesa da più di sei mesi
che il costo dei nostri biglietti
sia pagato dallo stato, come previsto dalla legge. Il costo del biglietto è
infatti un ostacolo alla riunificazione familiare
Salutiamo i nostri amici, sorelle
e fratelli, in sciopero della fame a Lesbo da sei giorni per il diritto a
muoversi, contro le deportazioni forzate e l’accordo UE-Turchia, contro la loro
incarcerazione di fatto nelle isole dell’Egeo, e le inumane condizioni di vita
negli hotspot europei che mettono in pericolo la vita delle persone rifugiate.
Non più limitazioni al
trasferimento in altri paesi europei
Affermiamo il nostro diritto
all’unità delle famiglie e ad una vita degna e in pace ora!
Non più discriminazioni, diritti
uguali per tutte e tutti!
Non più condizioni di vita
inumane! Non più vite in pericolo in Grecia!
Diritto a restare e libertà di
movimento per tutte e tutti!
Già dall’inizio dello sciopero
della fame, si è costituita un’assemblea permanente in solidarietá del campo di
protesta in piazza Syntagma. L’obiettivo è di appoggiare i bisogni logistici
delle persone in sciopero della fame e la mobilizzazione politica in Grecia e a
livello internazionale per il necessario appoggio.
Una serie di azioni sono già
calendarizzate
Mercoledì 8 Novembre è convocata
una manifestazione contemporanea in Atene e a Berlino. Ad Atene, persone
rifugiate e migranti dai campi si riuniranno con l’accampata di Syntagma e
marceranno insieme alle e agli attivisti internazionali e greci fino
all’ambasciata tedesca.
Facciamo appello affinché si
organizzino azioni in tutta Europa davanti a Ambasciate/Consolati tedeschi in
cui oltre a solidarizzare con gli scioperi della fame in Grecia si denuncino
anche gli accordi bilaterali e le politiche europee e nazionali in materia di
migrazione
Invitiamo anche i gruppi solidali
ad appoggiare e far circolare questo appello.
Potete mandare messaggi di
appoggio e solidarietá a questo indirizzo: hungerstrikesyntagma@gmail.com
Pagina Facebook:
https://www.facebook.com/casamarita/posts/10212653036693409
hashtag : #Reunitefamiliesnow. blog: hungerstr
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