25/11/17

Dal 24 novembre a L'Aquila al 25 Novembre a Roma, "Libertà per Nadia Lioce"


La campagna del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario "No al 41 bis
per Nadia Lioce" torna in piazza, questa volta a Roma, nella manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne. E' stato letto e diffuso il volantino "libertà per Nadia Lioce", distribuito nel corso dei presidi ieri a L'Aquila, e denunciata con forza la discriminazione delle donne anche all'interno delle carceri, con la doppia repressione di quelle che, come Nadia, si ribellano a questo sistema segregativo.


Di seguito il volantino del MFPR per Nadia Lioce:



Libertà per Nadia Lioce!





Nadia Lioce è in 41 bis dal settembre 2005, 12 anni di isolamento assoluto. Ma sin dal suo arresto, nel 2003, è stata di fatto in regime di isolamento.



In 41 bis i detenuti e le detenute possono uscire dalla cella per due ore al giorno, una per l'aria e una per la saletta di socialità). Mentre nelle carceri maschili i gruppi di socialità possono essere composti da 4 persone al massimo, nella sezione femminile speciale del carcere dell'Aquila, i gruppi di socialità possono essere composti al massimo da 2 detenute.

Parlare con un’altra detenuta, che non sia quella assegnata dal carcere è vietato. E’ vietato anche solo guardarla. Così è successo a Nadia ad esempio, che per chiedere del cibo si è rivolta alla lavorante e non alla guardia. L’altra detenuta non rispose, ma la guardò. Così presero entrambe l’isolamento disciplinare.



Negli anni il materiale cartaceo conservabile nelle celle della sezione femminile del carcere dell'Aquila, è passato da 30 a 3 riviste, da 20 a 3 quaderni, a un solo dizionario. Vietato ricevere libri dall’esterno, vietato conservarne in cella. Ogni perquisizione quotidiana era occasione per sequestrare a Nadia ogni cosa, perfino un laccetto per gli occhiali che si era fatto da sé.

Non poter guardare, non poter parlare, non poter leggere, scrivere, cucinarsi, comunicare, ascoltare, conservare i ricordi, le lettere, gli affetti… Cancellare tutto, cancellarsi. Seppellire la propria identità umana, sociale, politica. E’ l’abiura ciò che lo Stato vuole da Nadia Lioce! Questo è lo scopo di annientamento del 41bis sui prigionieri politici.



Giorno dopo giorno, Nadia ha reagito a ogni sequestro e vessazione quotidiana, battendo una bottiglietta di plastica contro la porta blindata della cella in cui è sepolta. Per questo oggi è sottoposta a processo a L’Aquila, accusata di “disturbo del riposo o delle occupazioni” e oltraggio a pubblico ufficiale.

Ma è solo la “quiete” di chi la tortura che Nadia ha turbato con le sue battiture! E’ lo Stato che tortura che dovrebbe sedere sul banco degli imputati.

              

Dal 7 luglio ad oggi la campagna del MFPR per la fine della tortura del 41 bis per Nadia Lioce ha raccolto oltre 2300 firme e centinaia di messaggi di solidarietà.

Una solidarietà a cui la Questura di L’Aquila ha cercato e cerca a tutti i costi di impedire di esprimersi, con divieti pretestuosi e spesso grotteschi, tutto condito con minacce di denunce, controllo stretto e velate intimidazioni verso la compagna del Mfpr, anche sul fronte lavorativo.

Tutto questo perché NESSUNO POSSA VEDERE CHI E QUANTI SOLIDARIZZANO CON UNA PRIGIONIERA POLITICA RIVOLUZIONARIA!



Se dei presidi di solidarietà fanno tanta paura, vuol dire che noi siamo nel giusto, che la nostra campagna di massa per la fine della tortura su Nadia Lioce ha già ottenuto una prima vittoria.



E il 25 novembre alla manifestazione nazionale delle donne a Roma porteremo con forza questa battaglia e lo striscione: "LIBERTA' PER NADIA  LIOCE"

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