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Occorre lottare a 360 gradi contro questo sistema sociale che produce la violenza sulle donne, non per migliorarlo, operazione oggettivamente impossibile, ma per rovesciarlo, e occorre organizzare la ribellione della maggioranza delle donne, lavoratrici, precarie, disoccupate, giovani, studentesse, migranti... in tutti gli ambiti, senza delegare a chi invece, dalle istituzioni a sindacati, servi del governo, come la Cgil della Camusso, a parti del femminismo borghese e piccolo borghese vorrebbero invece tenerla frenata dentro i recinti riformisti, parlamentari/elettorali, guardando solo agli aspetti di genere con le mere illusioni che il cambiamento possa essere solo culturale...
Guerra di classe e di genere, questo è l'intreccio della guerra/lotta che la maggioranza delle donne, è chiamata a scatenare contro chi ogni giorno ci fa la guerra di classe e la guerra di genere senza scrupoli ed è il mandante sociale della violenza in tutte le sue forme, diffondendo a livello di massa humus sessista e maschilista in ogni campo, dal lavoro, alle scuole, alle strade, in famiglia...
Partecipiamo in tante il 25 novembre a Roma alla manifestazione nazionale, unendoci in una manifestazione combattiva contro i palazzi del potere, come il Ministero del Lavoro o degli Interni, luoghi simbolo dell’oppressione da cui emana in varie forme la violenza contro le donne, cogliendo l'occasione di fase del corteo nazionale come forte risposta di lotta contro gli uomini del potere con tutti gli apparati al servizio (giudiziari, repressivi ecc) che ci distruggono ogni giorno tutta la vita.
Lavoratrici, precarie e disoccupate Slai Cobas s.c.
e aderenti al Movimento femminista proletario rivoluzionario
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