Se toccano una, toccano tutte!
Due donne della rete di solidarietà femminista sono state denunciate
dal noto avvocato di un efferato stupratore per aver diffuso una lettera
in cui si denunciava la condotta processuale del penalista, tutta tesa a
insinuare che la vittima fosse consenziente e in cui si diceva che alla
Casa internazionale delle donne di Roma, presso cui l’avvocato era
stato invitato a un convegno, maschi del genere era meglio non
entrassero.
Lo stupro, il processo, le denunce sono avvenute a L’Aquila ed è per
questo che vogliamo tornarci in tante il 18 novembre, con un presidio
davanti al tribunale, per ripetere che se toccano una, toccano tutte!
È il 12 febbraio del 2012 quando Rosa si trova con una sua amica in
una discoteca a Pizzoli. È sabato sera e a L’Aquila fa molto freddo.
Nella discoteca non ci sono tante persone se non quei militari che il
terremoto ha portato là per l’operazione “strade sicure”. Verso le 4 del
mattino Rosa verrà ritrovata in mezzo alla neve, con una temperatura
sotto lo zero, mezza nuda, sanguinante e in stato di non coscienza.
Altri cinque minuti e sarebbe morta. Quello che Rosa ricorderà sarà solo
che si trovava al guardaroba a parlare con la sua amica. Si risveglierà
poi in sala operatoria. Lo stupro è evidente e anche la brutalità con
la quale è stato commesso. Il militare del 33° reggimento artiglieria
Aqui dell’Aquila Francesco Tuccia, difeso dagli avvocati Antonio
Valentini e Alberico Villani, sarà l’unico indagato e condannato per i
fatti.
Quello che è avvenuto in seguito allo stupro di Pizzoli in termini di
mancato soccorso alla donna, conduzione delle indagini, istruzione del
processo, condotta del dibattimento processuale e racconto mediatico, ha
svelato ancora una volta che a dominare nella nostra società è una
evidente cultura di complicità e legittimazione dello stupro, della
violenza maschile sulle donne.
La solidarietà femminista ha fatto sì che l’esperienza di
quell’osceno processo non passasse inosservata, attirando così ostilità
nei nostri confronti.
Un’ostilità che si è fatta rabbiosa quando nel novembre del 2015
abbiamo impedito che proprio l’avvocato Antonio Valentini partecipasse a
un convegno, organizzato dall’associazione Ilaria Rambaldi Onlus di
Lanciano, presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma, un luogo
simbolico per la libertà e integrità delle donne.
In seguito alla campagna con cui abbiamo etichettato l’avvocato
Valentini come “indesiderato”, due donne della rete femminista di
solidarietà, sono state denunciate per diffamazione aggravata,
perquisite, private delle proprie apparecchiature elettroniche di uso
quotidiano (cellulari, computer, tablet) per aver diffuso una mail che
ribadiva l’atteggiamento provocatorio e sprezzante del difensore di
Tuccia nei confronti di Rosa, dove si ricostruiva il clima morboso e
pesante di un agghiacciante processo per stupro e si attribuiva allo
Stato stesso la responsabilità di quello stupro, per le politiche
emergenziali e di militarizzazione del territorio aquilano in seguito al
terremoto.
Torneremo quindi a L’Aquila il 18 Novembre con un presidio
davanti al tribunale in via XX settembre per ripetere in tante che se
toccano una toccano tutte !
Invitiamo tutte a un’assemblea il 5 Novembre a CaseMatte
(viale Collemaggio, L’Aquila) dalle ore 17 per confrontarci e preparare
insieme il presidio.
per info e per firmare la mail incriminata: ciriguardatutte.noblogs.org
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