Report dell’assemblea nazionale – Roma 8 ottobre 2016
Prima di qualsiasi considerazione
viene il ricordo di chi non è potuta essere con noi, eppure era presente
come lo sarà in tutte le nostre lotte.
Ciao Silvia, che la terra ti sia lieve.
Oltre cinquecento donne, provenienti da
tutta Italia, si sono ritrovate l’8 ottobre presso la facoltà di
Psicologia dell’Università Sapienza di Roma, nell’assemblea del percorso
nazionale contro la violenza maschile sulle donne “Non Una di Meno”.
Un’assemblea ricca di decine di
interventi ha reso la complessità di analisi e di proposta sul fenomeno
della violenza di genere, e ha portato all’articolazione di diverse
proposte sul tema. Si è definita una lettura sfaccettata della violenza:
non come fatto privato, che avviene unicamente tra le mura domestiche,
ma come fenomeno continuamente generato e riaffermato anche dalle
politiche istituzionali – educative, sociali ed economiche – e dalle
narrazioni tossiche prodotte dai media. La violenza sulle donne, quindi,
non può più essere trattata in termini emergenziali e securitari,
laddove si tratta di un problema complesso, stratificato e, quindi,
strutturale.
Con forza anche le donne dei centri
antiviolenza, nati dal movimento femminista, hanno sottolineato in molti
interventi come la violenza maschile sulle donne sia un fatto
sistemico, che può essere affrontato solo con un cambiamento culturale
radicale che contrasti anche il tentativo di istituzionalizzazione degli
stessi centri antiviolenza, trasformandoli in luoghi di accoglienza
neutri delle donne, riaffermando piuttosto il loro ruolo politico di
agenti di cambiamento.
Sono state richiamate le lotte delle
donne argentine, che proprio in coincidenza con l’assemblea romana hanno
dato avvio, in oltre 50000, al loro incontro nazionale a Rosario, per
rilanciare la campagna “Ni Una Menos” con un’unica grande data di
mobilitazione continentale; così come molteplici sono stati i
riferimenti alle donne polacche e curde, come esempio della potenza e
della portata generale che lotte articolate da un punto di vista di
genere e femminista possono assumere a partire dalla loro specificità,
sino a rappresentare l’unica opposizione reale alla torsione
antidemocratica in atto ormai a livello globale.
Con questa aspirazione, l’assemblea ha
espresso la volontà di costruire un grande corteo nazionale il prossimo
26 novembre, in occasione della giornata internazionale per
l’eliminazione della violenza contro le donne. Un corteo che attraversi
Roma e che valorizzi appieno il protagonismo delle donne e le
rivendicazioni di cui sono portatrici.
Le donne non vogliono essere più
rappresentate come vittime e vogliono attraversare e determinare lo
spazio pubblico e politico in piena autonomia. È stata in tal senso
espressa la volontà di vigilare e contrastare eventuali
strumentalizzazioni da parte dei media e delle forze politiche. Questo
obiettivo va perseguito assicurando la massima visibilità alle donne e
non alle organizzazioni politiche e sindacali (l’indicazione è quindi di
scendere in piazza senza bandiere e simboli identitari).
Contro il sistema sociale, economico,
politico e culturale che produce la violenza nelle forme del sessismo,
della transomofobia e del razzismo in ogni ambito della nostra vita,
sarà un corteo delle donne, aperto però a tutt* coloro che assumono la
violenza di genere come problema prioritario nei processi di
trasformazione dell’esistente.
L’intento è quello di non celebrare una
scadenza in maniera rituale, per quanto ampia, bella e potente possa
essere, ma di fare del 26 un punto di partenza di un percorso di lunga
durata capace di proporre un Piano Femminista contro la violenza di
genere e di aprire un processo di mobilitazione ampio che tocchi tutti
gli aspetti dell’autodeterminazione femminile.
Per questo si è convocato, sempre a Roma,
un secondo momento di discussione nazionale il 27 novembre, che si
articolerà in tavoli tematici e workshop per iniziare a lavorare tutte
insieme e redigere il piano di proposta:
I tavoli proposti sono i seguenti:
- La narrazione della violenza attraverso i media: come immaginarne un ribaltamento in chiave femminista
- Educazione alle differenze, all’affettività e alla sessualità: la formazione come strumento di prevenzione e contrasto alla violenza di genere
- Diritto alla salute, libertà di scelta, autodeterminazione in ambito sessuale e riproduttivo
- Piano legislativo e giuridico
- Percorsi di fuoriuscita dalla violenza e processi di autonomia
- Femminismo migrante
- Lavoro e accesso al Welfare
- Sessismo nei movimenti
La campagna di avvicinamento alla
mobilitazione nazionale del 26 e 27 sarà scandita da una giornata
coordinata di iniziative dislocate nelle varie città, la cui data rimane
da fissare; il blog https://nonunadimeno.wordpress.com/
sarà strumento di condivisione dei materiali e di coordinamento e
diffusione delle iniziative di promozione, approfondimento e
finanziamento del corteo nazionale del 26 e dell’assemblea del 27
novembre.
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