11/10/16

La disoccupazione è donna - allora la lotta deve essere delle donne!

25 novembre  manifestazione delle donne proletarie, precarie disoccupate a Roma, contro la violenza del sistema che ci rovina la vita, contro la violenza padronale, contro ogni violenza sulle donne
info: mfpr.naz@gmail.com
 

Lavoro, in Liguria la disoccupazione è donna, opportunità in crescita per i maschi

I dati Istat del secondo trimestre rivelano la perdita di 12 mila posti al femminile, mentre 8 mila uomini hanno trovato un nuovo lavoro

Dodicimila posti di lavoro persi in un anno. Donne schiacciate dalla crisi e da impegni familiari. Più disoccupate rispetto agli uomini e quando trovano un'occupazione restano comunque relegate ai margini.È la preoccupante fotografia che emerge dal report della Cgil sui dati Istat del secondo trimestre sul mercato del lavoro in Liguria.
Una regione a due velocità perché, se negli ultimi 12 mesi si sono persi 4mila posti di lavoro (una flessione dello 0.6% , in controtendenza rispetto al Nord Ovest e ai dati che nazionali che registrano un aumento del 2% ) a farne le spese sono state quasi esclusivamente le donne.

IL GRANDE DIVARIO
La forza lavoro e il tasso di occupazione crescono per gli uomini mentre i numeri che arrivano dall’Istat raccontano una crisi senza fine solo per le donne. Perché dietro quei 4 mila posti di lavoro persi c’è il racconto di una voragine sempre più estesa. “Basta guardare i dati relativi al numero degli occupati –spiega Marco De Silva, responsabile dell’Ufficio Economico Cgil Liguria – Gli uomini rispetto allo stesso periodo del 2015 sono persino aumentati con 8mila posti in più mentre la flessione delle donne, iniziata già a inizio 2016, ha raggiunto12 mila posti in meno nel secondo trimestre. Tanto che la distanza tra il tasso di occupazione femminile e maschile ha raggiunto un divario percentuale di 17 punti. Donne che rappresentano l’anello debole della piramide professionale con contratti sempre borderline, tra voucher e poche sicurezze sul futuro. Se poi si allarga la prospettiva, pensare che aumenti l’occupazione in un paese che non cresce vuol dire vivere su Marte”.
Numeri che, secondo i sindacati, rappresentano una contrazione generale del mercato del lavoro che pesa soprattutto sulle spalle delle donne, meno pagate, sotto occupate e le prime su cui ricade il primo deflusso degli incentivi per le assunzioni. Non solo. A fronte dei 12 mila posti persi ci sono 8mila donne più in cerca di un lavoro rispetto allo stesso trimestre del 2015 e un tasso di disoccupazione che aumenta di quasi 3 punti percentuale ( dal 9.8% del 2015 al 12.6% del 2016 solo per le donne) .

“Con una media del 10.6%, in pratica 8mila disoccupati in più rispetto allo stesso periodo del 2015. Il dato più alto dal 2004 ma per gli uomini non c’è stata alcuna variazione rispetto allo scorso anno – continua De Silva- Una situazione complessa ma le donne hanno sempre anticipato le fasi anti cicliche tanto da poter essere considerati dei veri e propri campanelli di allarme anche se aspettiamo i dati del terzo trimestre per avere un quadro generale più preciso ”.

Nessun commento: