22/10/16

CON LE LAVORATRICI DI ALMAVIVA IN LOTTA - INSIEME IL 25 NOVEMBRE A ROMA!


Purtroppo, potremmo dire: “come volevasi dimostrare”, e come tanti lavoratrici e lavoratori avevano denunciato subito e bocciato l'accordo fatto il 31 maggio scorso da Almaviva dopo lunghi giorni di lotta in particolare a Palermo, ma anche a Napoli, Roma, contro i licenziamenti, la minaccia di licenziamenti ritorna, come i trasferimenti e il peggioramento delle condizioni di lavoro.

Cgil, Cisl e Uil sapevano che era un accordo con i banditi (e noi diciamo “tra banditi”) e lo hanno fatto passare, con un discorso ricattatorio e cancellando i tantissimi voti, spesso della maggioranza dei lavoratori, contrari all'accordo.
Ancora una volta, i nemici diretti dei lavoratori sono chi li dovrebbe difendere e invece li svende, i sindacati confederali che giocano sulla pelle di tante lavoratrici, lavoratori, famiglie.

Fare una lotta autonoma da questi “svenditori” di lavoratori, è ora la prima e inevitabile conseguenza.

Nello stesso tempo, Almaviva come, altri grandi call center, vuole utilizzare i suoi attacchi per pretendere dal governo di più, perchè stia al suo fianco contro la concorrenza, lamentando i costi troppo alti, appalti al ribasso, ecc.
Non abbiamo dubbi che il governo ancora una volta lo farà, lasciando poi comunque all'azienda di scaricare la salvaguardia dei suoi profitti sui lavoratori.
Ma sono i lavoratori che devono con forza non stare ad ascoltare queste “sirene” aziendaliste.

Almaviva, come altri grossi call center denuncia gli altri piccoli e medi padroni di illegalità. Ma la strada di Almaviva è una lunga scia di continue illegalità.

Nonostante anni fa si siano dichiarati, a seguito di una grossa ispezione dell'Ispettorato del lavoro, illegali i co.co.co presso questa azienda, Almaviva mentre minaccia di cacciare i lavoratori con contratto a tempo indeterminato, continua a prendere lavoratori a co.co.co – che, poi dire co.co.co è anche abbellire la situazione. Come chiamare, infatti, un lavoro che viene pagato 380 euro al mese per 4 ore al giorno, dove però le 4 ore sono al netto delle inevitabile pause, per cui per farne 4 ne devi fare 5/6 effettive? Come chiamare un lavoro per cui vieni pagato due mesi dopo? Come chiamare un lavoro che ti rapinano anche sui contratti che fai? E' un lavoro anche peggiore dei contratti precari.

Ma è verso tutte le lavoratrici e i lavoratori di Almaviva che le condizioni di lavoro sono fuori da ogni regola.
I lavoratori devono lavorare in condizioni di iperstress. Le pesanti pressioni aziendali, l'odiosa e illegale politica aziendale dei "controlli", dell'azione dei capetti, dei turni, le condizioni di lavoro e ambientali portano un rischio salute concreto.
Le lavoratrici devono nascondere di essere incinta per non essere licenziate o non essere assunte.

Questa situazione di Almaviva è una delle principali espressioni di cosa per la vita (o "non vita") delle lavoratrici significa la parola “precarietà”, e come questa condizione prima “privilegio” soprattutto delle donne ora sia diventata la norma delle stragrande maggioranza dei rapporti lavorativi.

Per questo, perchè va ha toccare un nodo centrale della politica dei padroni, del governo, del jobs act, questa lotta è importante e va sostenuta.

NOI CHIAMIAMO LE LAVORATRICI DI ALMAVIVA A TROVARCI INSIEME, CON LE ALTRE LAVORATRICI PRECARIE, DAL SUD AL NORD, IL 25 NOVEMBRE A ROMA, NELLA MANIFESTAZIONE DELLE LAVORATRICI CHE VUOLE ASSEDIARE IL PARLAMENTO, IL MINISTERO DEL LAVORO, ECC.

Nella giornata contro la violenza sessuale andiamo a dire forte che tutto questo sistema capitalista è violenza! Perchè è violenza distruggere le nostre vite giorno per giorno!

Dalle lavoratrici, precarie dello Slai cobas e del
Movimento femminista proletario rivoluzionario

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