04/03/23

La corte d'appello di Torino... esempio di stupro giuridico contro le donne

"Ha lasciato la porta socchiusa, invito a osare», assolto presunto stupratore: ma ora la Cassazione ordina un nuovo processo

I giudici annullano (con rinvio) la sentenza della corte d'Appello di Torino

«Non si può affatto escludere che al ragazzo, la giovane abbia dato delle speranze, facendosi accompagnare in bagno, facendosi porgere i fazzoletti, tenendo la porta socchiusa, aperture lette certamente dall’imputato come un invito a osare. Invito che l’uomo non si fece ripetere, ma che poi la ragazza non seppe gestire, poiché un po’ sbronza e assalita dal panico»: con queste motivazioni la corte d'Appello di Torino aveva assolto un presunto stupratore ma oggi (2 marzo) la corte di Cassazione ha annullato la sentenza, disponendo un nuovo processo. In primo grado - davanti al gup - il giovane era stato condannato con rito abbreviato (2 anni, 2 mesi e 20 giorni), come da richiesta del pm Fabiola D’Errico, poi era appunto arrivata l'assoluzione in secondo. Impugnata dal sostituto procuratore generale Nicoletta Quaglino.

L'aggressione in un locale del centro storico

L’episodio accadde nel bagno di un locale del centro. Eppure, non c’era solo il racconto della vittima, reso con «dichiarazioni reiteratamente ribadite con costanza, precisione e coerenza, oltre che in sintonia con le ulteriori risultanze acquisite», riassumeva la motivazione del gup. C’era anche la zip dei pantaloni di lei strappata, particolare che però la sentenza di Appello, firmata dal presidente della quarta

sezione penale spiegava così: «L’unico dato indicativo del presunto abuso potrebbe essere considerato la cerniera rotta, ma l’uomo non ha negato di aver aperto i pantaloni della giovane, ragione per cui nulla può escludere che sull’esaltazione del momento, la cerniera, di modesta qualità, si sia deteriorata sotto forzatura». Insomma, «il fatto non può essere inteso come inequivocabilmente deponente in senso accusatorio dalla Procura generale».

Qualche mese prima, tra i due ragazzi, ventenni, c’era stato un altro bacio, ma la giovane — tutelata dall’avvocato Elisa Civallero — era stata perentoria, quella sera: «La ragazza — argomentava il gup — ci teneva a chiarire con l’amico che il bacio scambiato al loro precedente incontro era da intendersi come un fatto episodico, in quando lei non aveva alcuna intenzione di iniziare una relazione sentimentale». Risposta: «Il ragazzo (difeso dall’avvocato Andrea Stocco) le aveva detto di avere un debole per lei, sicché non avrebbe perso le speranze e sarebbe stato disponibile a iniziare un rapporto sentimentale non appena lei l’avesse voluto». Cosa che non avvenne, secondo il racconto di lei, anche quando fu accompagnata in bagno: «Non voglio, che cazzo stai facendo?», ripetè più volte. Ma lui se ne fregò.

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