07/06/19

Violenza sessuale con l'aggravante razziale, ecco come si coltiva la "cultura" nell'esercito imperialista italiano

Violenza sessuale, maltrattamenti con l’aggravante razziale nelle fila dell'esercito imperialista italiano: militari a processo

Brigata Taurinense, palpeggiamenti e baci: maresciallo indagato per violenza sessuale
Vittime tre soldatesse. L’uomo, 35 anni, è anche accusato di maltrattamenti con l’aggravante razziale, ai danni di un militare di origini marocchine
di Massimiliano Nerozzi
corriere della sera

Più che alla linea delle discese alpine, si dedicava a quella delle allieve, durante le esercitazioni di sci, allungando le mani sui fianchi e palpeggiando il sedere, fino a baci sulle guance (non richiesti): per questo, un maresciallo capo plotone della brigata alpina Taurinense è indagato dalla Procura per violenza sessuale, nei confronti di tre soldatesse. L’uomo, 35 anni, è anche accusato di maltrattamenti con l’aggravante razziale, ai danni di un militare di origini marocchine. Che sarebbe stato più volte pesantemente insultato.
Indagati anche due ufficiali
Nell’ambito della stessa inchiesta — coordinata dal pubblico ministero Barbara Badellino — sono indagati anche due ufficiali dell’esercito: un capitano, 44 anni, per omessa denuncia; e un quarantasettenne tenente colonnello, per favoreggiamento. Due contestazioni che allungano sulla vicenda la cupa ombra di un tentato insabbiamento del caso, tra rassicurazioni e l’augurio di risolvere tutto in caserma. Perché poi, invece, una seria attività di accertamento dei fatti fu avviato solo quando era già partita l’indagine dei carabinieri. La vicenda inizia nel gennaio del 2017, e si snoderà per circa un anno, in occasione degli allenamenti in vista dei campionati sciistici delle truppe alpine, quando il plotone del maresciallo sale diverse volte in alta quota: da Oulx a Pragelato, qui in Piemonte, da Brusson (Valle d’Aosta) al Passo del Tonale (Lombardia). Si dovrebbe affinare la tecnica sulle piste, in vista delle gare e come patrimonio tecnico per la carriera, ma — secondo la ricostruzione fatta nell’avviso di fine indagini notificato alle parti — il maresciallo ne approfitta per molestare gravemente le tre soldatesse, che all’epoca hanno tra i 25 e i 21 anni. In più occasioni, l’uomo mette le mani sui fianchi delle ragazze, palpeggia i glutei e, in un paio di occasioni, le bacia sulle guance. Per il codice penale, non è altro che violenza sessuale, aggravata dell’abuso di autorità. All’inizio, le giovani stanno zitte, al massimo ne parlano tra loro, anche perché l’atteggiamento di alcuni ufficiali, che finiranno indagati, non dev’essere il massimo. Dentro una brigata, la Taurinense, che tanto lustro ha dato all’esercito, con missioni in tutto il mondo, e che tanto ha investito sull’apertura dell’esercito alle donne. E, va da sé, sul loro rispetto. Morale: il capitano, comandante del reparto, avrebbe tenuto comportamenti tali da configurare il reato di omessa denuncia da parte del pubblico ufficiale, e un tenente colonnello accusato di favoreggiamento personale. Detto brutalmente, l’impressione è che si volesse coprire il maresciallo

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