Era il 3 giugno 1989 quando un incendio aggredì il braccio femminile del carcere torinese delle Vallette. Era stato inaugurato l’anno precedente, in sostituzione delle Nuove.
Tra le fiamme persero la vita lvana Buzzegoli, Rosa Capogreco, Maria Grazia Casazza, Paola Cravero, Lauretta Dentico, Lidia De Simone, Morsula Dragotinovich, Ediita Hrovat, Beatrice Palla, Rosetta Sisca, Radica Vesna Traikovic.
Trent’anni fa undici donne ( nove detenute e due agenti di custodia) morirono in un incendio divampato nella sezione femminile del carcere. Alle 23.19 di quella maledetta sera, al centralino del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino pervenne una telefonata nel corso della quale una persona sollecitò un intervento per l’incendio di un’autovettura all’interno del carcere ‘ Le Vallette’ di Torino. Una prima squadra composta da 14 vigili partì immediatamente e fu sul posto alle 23.25. Fu subito chiaro che l’incendio, che presentava un fronte di circa dieci metri ed era divampato sotto il porticato della palazzina in cui alloggiavano le detenute, non riguardava affatto un’autovettura, ma del materiale plastico che il calore aveva decomposto in modo tale da non poter essere subito riconosciuto. L’incendio aveva provocato una notevole quantità di fumi che avevano invaso i piani superiori della palazzina nella quale si trovavano ristrette 96 detenute. Considerata la gravità della situazione, venne chiesto l’intervento di altre squadre e si dette inizio all’opera di spegnimento del fuoco, che venne domato nel corso di pochi minuti. Immediatamente iniziò l’opera di soccorso all’interno del padiglione femminile, proseguita con l’intervento di altre due squadre frattanto sopraggiunte. Dentro la palazzina furono rinvenute due vittime sulla seconda rampa di scale, due vittime nell’atrio del primo piano, due in fondo al corridoio dell’atrio. Altre due vittime furono trovate al secondo piano, nell’atrio ed in fondo al corridoio, ed infine altri corpi inanimati di donne vennero rinvenuti in alcune celle del primo e del secondo piano. Contemporaneamente si svolse l’evacuazione dell’intero edificio, peraltro ostacolata dalla difficoltà di reperire le chiavi delle celle; al termine delle operazioni furono poste in salvo, anche con l’ausilio del personale carcerario, tutte le altre donne ed un bambino, figlio di una delle detenute; 24 furono ricoverate in vari ospedali cittadini per intossicazione da ossido di carbonio e 6 agenti di custodia e 2 vigili del fuoco riportarono lesioni durante l’opera di salvataggio. Alcune delle volontarie dell’Associazione SaperePlurale erano allora compagne di detenzione di queste donne: dopo l’incendio, hanno lottato per mesi e anni per un processo giusto, fondando l’Associazione “3 Giugno”, sostenute dall’avvocata Bianca Guidetti Serra, e da molte e molti altri. Ma giustizia non fu fatta, allora, nessuna responsabilità è stata stabilita.
Tra le fiamme persero la vita lvana Buzzegoli, Rosa Capogreco, Maria Grazia Casazza, Paola Cravero, Lauretta Dentico, Lidia De Simone, Morsula Dragotinovich, Ediita Hrovat, Beatrice Palla, Rosetta Sisca, Radica Vesna Traikovic.
Trent’anni fa undici donne ( nove detenute e due agenti di custodia) morirono in un incendio divampato nella sezione femminile del carcere. Alle 23.19 di quella maledetta sera, al centralino del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Torino pervenne una telefonata nel corso della quale una persona sollecitò un intervento per l’incendio di un’autovettura all’interno del carcere ‘ Le Vallette’ di Torino. Una prima squadra composta da 14 vigili partì immediatamente e fu sul posto alle 23.25. Fu subito chiaro che l’incendio, che presentava un fronte di circa dieci metri ed era divampato sotto il porticato della palazzina in cui alloggiavano le detenute, non riguardava affatto un’autovettura, ma del materiale plastico che il calore aveva decomposto in modo tale da non poter essere subito riconosciuto. L’incendio aveva provocato una notevole quantità di fumi che avevano invaso i piani superiori della palazzina nella quale si trovavano ristrette 96 detenute. Considerata la gravità della situazione, venne chiesto l’intervento di altre squadre e si dette inizio all’opera di spegnimento del fuoco, che venne domato nel corso di pochi minuti. Immediatamente iniziò l’opera di soccorso all’interno del padiglione femminile, proseguita con l’intervento di altre due squadre frattanto sopraggiunte. Dentro la palazzina furono rinvenute due vittime sulla seconda rampa di scale, due vittime nell’atrio del primo piano, due in fondo al corridoio dell’atrio. Altre due vittime furono trovate al secondo piano, nell’atrio ed in fondo al corridoio, ed infine altri corpi inanimati di donne vennero rinvenuti in alcune celle del primo e del secondo piano. Contemporaneamente si svolse l’evacuazione dell’intero edificio, peraltro ostacolata dalla difficoltà di reperire le chiavi delle celle; al termine delle operazioni furono poste in salvo, anche con l’ausilio del personale carcerario, tutte le altre donne ed un bambino, figlio di una delle detenute; 24 furono ricoverate in vari ospedali cittadini per intossicazione da ossido di carbonio e 6 agenti di custodia e 2 vigili del fuoco riportarono lesioni durante l’opera di salvataggio. Alcune delle volontarie dell’Associazione SaperePlurale erano allora compagne di detenzione di queste donne: dopo l’incendio, hanno lottato per mesi e anni per un processo giusto, fondando l’Associazione “3 Giugno”, sostenute dall’avvocata Bianca Guidetti Serra, e da molte e molti altri. Ma giustizia non fu fatta, allora, nessuna responsabilità è stata stabilita.
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