Da La voce delle lotte:
“La solidarietà non può essere reato” è quanto afferma la trentunenne Francesca Peirotti, nata a Cuneo, ma da anni residente a Marsiglia e molto attiva sui temi dell’immigrazione. L’8/11/2016 ha aiutato 8 richiedenti asilo, provenienti da Eritrea e Ciad, tra cui un neonato, a passare il confine a Ventimiglia su un furgone col logo della croce rossa, con l’intenzione di ospitarli a casa sua, ma è stata fermata dalla gendarmeria francese. Nel processo di primo grado, a Nizza nel maggio del 2017, è stata condannata a una multa di 1000 €, ma il 19/5/19 al termine del processo di appello è stata condannata a 8 mesi, da scontare con la condizionale, e rischia l’interdizione di 5 anni dalla regione francese dove vive, lavora e ha famiglia.
Questo inasprimento della pena coincide con una sempre più evidente virata a destra di molti Stati europei che è stata confermata dalle recenti elezioni del parlamento europeo del 23-26/5/19 dove la lega ha ottenuto il 34,35 %, in Polonia il partito Diritto e Giustizia (destra radicale) il 43%, in Grecia il Nea Demokratia il 33%, in Spagna, sebbene il PSOE abbia ottenuto il 33%, il PP ha ottenuto il 20% e il Ciudadanos il 12%, in Svezia hanno resistito i socialdemocratici con il 23,6%, ma il Partito Moderato ha ottenuto il 16,8% e soprattutto i Democratici Svedesi (partito nazionalista) sono passati dal 6% del 2010 al 12%, in Ungheria Viktor Orbán tiene saldamente le redini del governo. È innegabile che l’inasprimento delle misure contro l’immigrazione sia uno dei temi centrali della propaganda politica ed elettorale dei partiti di destra e sovranisti. Questo ha prodotto, ovviamente, il ricorso a misure coercitive con pene più severe e l’attuazione di nuove norme come il tristemente noto Decreto Sicurezza, detto decreto Salvini, e il successivo Decreto Sicurezza bis.
La stessa Francesca afferma “è stata una sentenza politica, perché rifiuto di riconoscere i confini”.
Tutta la nostra solidarietà a Francesca che, con il suo avvocato Zia Aluomi, ha già dichiarato che intende ricorrere in Cassazione di Parigi e, se necessario, alla Corte di Giustizia Europea.
“La solidarietà non può essere reato” è quanto afferma la trentunenne Francesca Peirotti, nata a Cuneo, ma da anni residente a Marsiglia e molto attiva sui temi dell’immigrazione. L’8/11/2016 ha aiutato 8 richiedenti asilo, provenienti da Eritrea e Ciad, tra cui un neonato, a passare il confine a Ventimiglia su un furgone col logo della croce rossa, con l’intenzione di ospitarli a casa sua, ma è stata fermata dalla gendarmeria francese. Nel processo di primo grado, a Nizza nel maggio del 2017, è stata condannata a una multa di 1000 €, ma il 19/5/19 al termine del processo di appello è stata condannata a 8 mesi, da scontare con la condizionale, e rischia l’interdizione di 5 anni dalla regione francese dove vive, lavora e ha famiglia.
Questo inasprimento della pena coincide con una sempre più evidente virata a destra di molti Stati europei che è stata confermata dalle recenti elezioni del parlamento europeo del 23-26/5/19 dove la lega ha ottenuto il 34,35 %, in Polonia il partito Diritto e Giustizia (destra radicale) il 43%, in Grecia il Nea Demokratia il 33%, in Spagna, sebbene il PSOE abbia ottenuto il 33%, il PP ha ottenuto il 20% e il Ciudadanos il 12%, in Svezia hanno resistito i socialdemocratici con il 23,6%, ma il Partito Moderato ha ottenuto il 16,8% e soprattutto i Democratici Svedesi (partito nazionalista) sono passati dal 6% del 2010 al 12%, in Ungheria Viktor Orbán tiene saldamente le redini del governo. È innegabile che l’inasprimento delle misure contro l’immigrazione sia uno dei temi centrali della propaganda politica ed elettorale dei partiti di destra e sovranisti. Questo ha prodotto, ovviamente, il ricorso a misure coercitive con pene più severe e l’attuazione di nuove norme come il tristemente noto Decreto Sicurezza, detto decreto Salvini, e il successivo Decreto Sicurezza bis.
La stessa Francesca afferma “è stata una sentenza politica, perché rifiuto di riconoscere i confini”.
Tutta la nostra solidarietà a Francesca che, con il suo avvocato Zia Aluomi, ha già dichiarato che intende ricorrere in Cassazione di Parigi e, se necessario, alla Corte di Giustizia Europea.
Nessun commento:
Posta un commento